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Smartphone, l’incredibile ascesa di Samsung: da 0 al 40% dei profitti del settore in meno di due anni

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In due anni, Samsung è passato da 0 a 50 milioni di smartphone a trimestre. Un successo attribuibile sia alla scelta di utilizzare il sistema operativo Android sia alla vasta gamma di modelli nelle varie fasce di prezzo. Una strategia che ha consentito al gruppo coreano non solo di scalzare Nokia dalla prima posizione nella classifica mondiale dei produttori di cellulari ma anche di generare più profitti di quanto la società finlandese abbia mai fatto nei suoi 14 anni di leadership.

 

Nel terzo trimestre, Samsung ha venduto in totale 98 milioni di dispositivi, in crescita del 18,6% rispetto allo scorso anno. Di questi, 55 milioni sono smartphone, per una quota di mercato del 32,5%.

Per farsi un’idea dell’ascesa di Samsung, basti pensare che nel 2010, la quota di smartphone sul totale dei dispositivi venduti era di appena il 3%, mentre nell’ultimo trimestre la percentuale è stata del 54%.

 

Il prezzo medio di vendita degli smartphone è passato nel frattempo da 115 a 234 dollari e il margine operativo su questi dispositivi, sebbene sia ancora lontano dal 50% generato da Apple su ogni iPhone venduto, è passato dal 12 al 21% con il risultato che Samsung ora colleziona il 40% dei profitti del settore.

 

Un successo che Horace Dedieu di Asymco definisce ‘spettacolare’ per un business così redditizio che la sola divisione mobile della società ha superato i proventi che Google genera da tutte le sue operazioni.

 

Ora, l’analisi di Dedieu solleva una serie di domande, non solo sulla sostenibilità della traiettoria di crescita di Samsung, ma anche sull’incapacità dei concorrenti – Google e la sua Motorola Mobility in primis – di ottenere lo stesso successo.

Tanto da spingere l’analista a chiedersi: “Che succederebbe se Samsung riuscisse a fare tanti profitti dal business mobile da riuscire ad acquisire Google e controllare direttamente il futuro della piattaforma Android?”.

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