Europa
La bozza di bilancio pluriennale Ue per il 2014-2020, firmata dal presidente permanente del Consiglio, Herman Van Rompuy, prevede un taglio di 80 miliardi di euro ma ‘salva’ il piano Connecting Europe Facility (CEF), volto a stimolare gli investimenti privati nelle infrastrutture vitali per la realizzazione del mercato unico – energia, trasporti e banda larga.
La bozza, che dovrà ora essere sottoposta al negoziato fra gli Stati membri, la Commissione e il Parlamento europeo, anzi, propone anzi fondi in più rispetto a quelli accordati nel ‘negotiating box’ di ottobre.
Al piano sarebbero allocati, infatti, 46,24 miliardi euro, dei quali 10 miliardi dal Fondo di Coesione: una cifra abbastanza vicina ai 50 miliardi proposti dalla Commissione e superiore di circa 10 miliardi rispetto al massimale di 36,3 miliardi fissato dalla presidenza cipriota a ottobre.
Di questa cifra, 29,660 miliardi andrà al settore dei trasporti; 8,266 miliardi al settore dell’energia e 8,323 miliardi alle telecomunicazioni.
Resta da vedere se queste cifre usciranno indenni dal vertice: una circostanza poco probabile alla luce dei vistosi tagli al budget contenuti nella bozza, che toccano tutti i capitoli di spesa – dai fondi di coesione a quelli strutturali, passando da quelli destinati alla ricerca e all’agricoltura – e che hanno provocato forti critiche soprattutto da Italia e Francia.
Ridimensionata anche la dotazione del Commissario Ue all’Industria Antonio Tajani: la bozza di bilancio propone infatti 6,6 miliardi per il sistema di radionavigazione satellitare Galileo (contro i 7 miliardi richiesti), 4,9 miliardi per il sistema di monitoraggio satellitare GMES (contro 5,8) e 2,7 miliardi per il progetto internazionale per l’energia da fusione ITER (contro i 2,8).
Quasi un ‘miracolo’, dunque, che il CEF sia stato limato di appena 4 miliardi di euro.