Key4biz

Interferenze digitale terrestre-LTE: chi pagherà i filtri necessari a non provocare l’accecamento delle antenne?

Italia


Adiconsum scende in campo per tutelare i consumatori contro il rischio che a gennaio, con l’accensione della rete LTE necessaria i servizi di banda larga mobile, tanti cittadini non riescano più a vedere la Tv digitale terrestre.

Per Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum, “l’accensione della LTE è un passaggio strategico per il nostro Paese“, ma ha tenuto a precisare che “deve avvenire nel pieno rispetto e nella salvaguardia dei diritti del consumatore-utente televisivo“.

 

Il Segretario Generale ha parlato di vera e propria ‘emergenza’ e ha spiegato che se non verranno risolti i problemi delle interferenze tra frequenze a 800 MHz (ex canali 61-69, ora assegnati ai servizi di banda larga mobile) e Tv, l’accensione provocherà problemi alla ricezione dei canali televisivi trasmessi in digitale terrestre, con il conseguente oscuramento  tv, per risolvere il quale, “in assenza di precise regole che pongano i costi a carico delle aziende di tlc, le famiglie saranno costrette ancora una volta ad affrontare spese per acquistare i filtri anti-interferenze per le proprie antenne, nonostante i tanti costi già sostenuti per il passaggio alla tv digitale“.

 

Pertanto, Adiconsum ha chiesto al Ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, di partecipare al tavolo tecnico a cui già siedono i rappresentanti del Ministero, degli operatori delle telecomunicazioni, della Fondazione Ugo Bordoni, di tutti quei soggetti con cui Adiconsum ha già collaborato per lo switch-off dell’analogico.

Adiconsum ha, inoltre, chiesto al Ministero di Passera informazioni certe e trasparenti che chiariscano chi dovrà sostenere i costi per i filtri necessari a non provocare l’accecamento delle antenne di ricezione televisiva poste sugli stabili.

Ma anche come tutelare le famiglie sulle quali il fenomeno impatterà, quali metodi comunicativi verranno messi in campo e quali soluzioni tecniche verranno utilizzate.

Adiconsum intende contribuire a queste risposte e per questo reputa la sua presenza al tavolo tecnico immancabile, per svolgere quelle funzioni d’informazione, monitoraggio e promozione della risoluzione stragiudiziale delle eventuali controversie che coinvolgono i consumatori, che le sono propri.

 

Da quanto emerge, dai risultati di un’apposita sperimentazione condotta nella città di S. Benedetto del Tronto (AP), sono due i tipi d’interferenze cui sarebbero sottoposti i sistemi riceventi televisivi: il primo, cosiddetto di “blocking“, consisterebbe nell’accecamento delle antenne di ricezione televisiva a causa della saturazione cui i ricevitori tv verrebbero sottoposti a causa della prevalenza dei segnali LTE su quelli televisivi (i ripetitori Lte, infatti, vengono installati prevalentemente sui tetti delle case e nei contesti urbani, a differenza dei ripetitori televisivi, installati prevalentemente in postazioni di montagna; la vicinanza dei sistemi LTE alle antenne riceventi per la tv digitale terrestre accecherebbe queste ultime nel 20/40% dei casi, impedendo, di fatto, la ricezione di tutte le frequenze tv).

 

Il secondo tipo d’interferenza, invece, è quella da canale adiacente, e, in tale caso, il disturbo riguarderebbe prevalentemente i canali tv più alti (a partire dal 60 Uhf e via via, i successivi a scendere).

 

In entrambi i casi, sono elevati i rischi di disagi all’utenza, in quanto sarebbero numerose le famiglie cui verrebbe, di fatto, impedita – in tutto o in parte – la ricezione dei segnali tv.

 

 

Anche per Aeranti-Corallo, che rappresenta le Tv locali, la soluzione sarebbe quella di dotare le antenne riceventi di appositi filtri, in grado di bloccare, o limitare, l’impatto dei segnali interferenti (Leggi Articolo Key4biz).

 

Il governo è già al lavoro su nuove norme per risolvere il problema delle interferenze tra servizi LTE e la Tv digitale terrestre. E’ quanto ha dichiarato il Ministro Passera, nel corso del Question Time del 24 ottobre (Leggi Articolo Key4biz), informando che sono allo studio “provvedimenti normativi, da proporre eventualmente nell’ambito dell’iter parlamentare di conversione” del Decreto Crescita 2.0, “idonei a definire le modalità con cui gli operatori di telecomunicazioni dovranno intervenire sugli impianti per la ricezione televisiva domestica ripartendo i relativi oneri”.

Passera ha assicurato che verranno adottare “soluzioni rispondenti a criteri di proporzionalità, trasparenza e non discriminazione e scongiurando oneri eccessivi e ingiustificati a carico singoli operatori”.

 

“Il fenomeno interferenziale, sebbene dipenda da fattori diversi, ad esempio l’orientamento degli impianti d’antenna e la qualità del segnale televisivo e del segnale LTE, sarà apprezzabile in ogni caso nella sua incidenza effettiva al momento dell’accensione del segnale, ovvero a partire dal primo gennaio 2013“, ha commentato Passera.

“In previsione di tale scadenza, l’amministrazione, nell’ambito del tavolo tecnico, ha analizzato tutte le possibili soluzioni allo scopo di individuare, con il contributo degli operatori interessati, opportune misure di contrasto al fenomeno”.

Exit mobile version