Stati Uniti
Barack Obama resterà alla guida degli Stati Uniti fino a gennaio 2017, un’infinità di tempo, se consideriamo come cambia velocemente la società nell’era internet e dell’innovazione tecnologica.
Difficile fare previsioni, quindi, e capire quali sono le questioni che domineranno i prossimi 4 anni di amministrazione Obama. Ciò che appare già certo è che l’industria IT ha già messo il Presidente sotto pressione.
Non a caso Obama, nel suo primo discorso dopo le elezioni ha sottolineato l’importanza della tecnologia, sostenendo che gli USA dovrebbero essere “Un Paese che vive all’altezza della sua eredità di leader globale nella tecnologia, nelle scoperte e nell’innovazione”, con tutto ciò che ne consegue in termini di occupazione e creazione di nuove imprese.
Alcuni esperti considerano ancora la cyber-sicurezza una ‘tech priority’, visto che i passati tentativi di spingere le aziende a rafforzare i loro sistemi informatici hanno dato scarsi risultati. Gli attacchi sono stati diversi e restano forti le minacce, non solo per il governo, ma anche per la più importanti industrie del Paese di restare vittima dello spionaggio tecnologico.
Durante la campagna elettorale, Obama non ha parlato molto di questo argomento, sebbene sia uno dei più grossi per la difesa americana ma, considerata la sua precedente posizione, e la piattaforma nazionale del Partito democratico, sicuramente possiamo affermare che il Presidente tenterà di far passare un ordine esecutivo per far approvare definitivamente il Cybersecurity Act of 2012, che s’è arenato al Senato all’inizio di quest’anno. Una legge necessaria che stabilisce gli standard per ‘mettere al sicuro’ le infrastrutture critiche del Paese (servizi idrici, elettrici…), il sistema finanziario e i trasporti, anche costituendo un Consiglio sulla cybersecurity che risponderà al Dipartimento della Sicurezza interna. Giusto alcune settimane fa il Pentagono annunciava, infatti, nuove norme per contrastare eventuali attacchi provenienti da altri Paesi (Leggi Articolo Key4biz).
Altro nodo fondamentale è quello della net-neutrality: i fornitori di banda larga devono trattare tutti i siti web in modo neutrale. Ovviamente non c’è alcuna prova che stia accadendo il contrario, ma è una possibilità che viene considerata.
Alla base della neutralità della rete sta l’idea di assicurare che internet resti aperto, senza restrizioni basate sul tipo di contenuto.
Secondo le attuali normative, tutti i tipi di contenuti – video, musica, notizie – forniti da tutti i provider, grandi e piccoli, devono essere trattati allo stesso modo e consegnati alla stessa velocità.
Tuttavia alcune telco, come Verizon e MetroPCS, vorebbero provare a implementare un approccio diverso dove i provider di contenuti paghino per assicurasi una consegna più veloce dei dati.
I detrattori di questa posizione temono che così facendo internet si trasformi in un’arena dominata dalle grandi compagnie media e dove i piccoli siti non troveranno alcuno spazio.
Nella prima amministrazione Obama, la Federal Communications Commission ha usato tutto il suo potere per assicurare che tutti i contenuti fossero trattati allo stesso modo e fosse garantita la net-neutrality (Leggi Articolo Key4biz).
L’accesso a internet è un altro problema spinoso. Un terzo degli americani preferisce non sottoscrivere abbonamenti perché li considera troppo costosi.
Secondo le stime fornite ad aprile da Pew Internet e American Life Project, s’è ridotto il gap tra chi usa e non usa internet ma resta ancora il digital divide, soprattutto in termini di accesso alla banda larga fissa.
Nel suo primo mandato, Obama ha tentato di espandere le reti broadband per migliorare l’accesso internet per le aziende.
La piattaforma nazionale del Partito democratico sostiene che questo accesso aiuterà a colmare il digital divide, fornendo una maggiore disponibilità di interne al pubblico, specie nelle zone rurali dove il 50% ha accesso alla banda larga (contro il 68% delle zone non rurali).
Al momento è stato realizzato l’87% delle misure previste dal Piano Nazionale per la banda larga e oggi circa il 90-95% delle comunità USA ha connessioni veloci a internet. Si prevede, quindi, che col nuovo mandato il Piano verrà portato a compimento.
Nella sanità si procederà adesso con il piano ‘Obamacare’. L’Affordable Care Act (ACA) contiene disposizioni per aggiornare i sistemi IT per l’assistenza sanitaria. Molte strutture hanno già adottato le cartelle cliniche elettroniche e diverse norme riguardano direttamente gli utenti, prevedendo per esempio la possibilità di gestire digitalmente la propria assicurazione sanitaria.
Le nuove disposizioni incoraggiano anche la comunicazione elettronica tra medici e pazienti, come le video-chat al posto delle visite in studio.
Ma anche la digitalizzazione delle scuole e l’uso degli eBook invece dei tradizionali libri di testo che farebbero risparmiare diversi denari alle famiglie e allo Stato.
Pure Ricerca e Sviluppo meritano grande attenzione. Durante il primo mandato, l’amministrazione Obama ha speso 100 miliardi di dollari per investimenti nell’energia, ricerche di base e information technology.
Ciò ha incluso l’impegno a sostegno anche delle energie green e sicuramente possiamo aspettarci lo stesso livello d’investimenti per i prossimi 4 anni. Obama ha detto chiaramente che il Paese dovrebbe destinare il 3% del PIL a R&D sia pubblica che privata.
Altro tema scottante è la tutela del diritto d’autore nell’era digitale. E’ noto che l’amministrazione Obama si sia opposta alla proposta di legge bipartisan nota come SOPA (Stop Online Piracy Act), che, se passasse, darebbe maggio potere agli aventi diritto e alle media company nella lotta alla pirateria.
Obama ha, però, detto che non avrebbe firmato una legge che sosterrebbe la censura e danneggerebbe le aziende. Ma l’amministrazione sa anche che il furto della proprietà intellettuale rappresenta ancora un grosso pericolo per l’economia degli Stati Uniti e deve essere fermato.
Per tanto, secondo gli esperti, è ragionevole pensare che si possa raggiungere un compromesso su SOPA e far passare, quindi, la legge antipirateria.
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