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Diritto d’autore: Google favorevole a un arbitro nominato dal governo per risolvere la controversia con gli editori francesi

Francia


Google è favorevole alla nomina di un ‘arbitro’ da parte del governo francese per dirimere la questione che oppone la web company agli editori d’oltralpe.

Mentre dagli USA, il presidente esecutivo Eric Schmidt ha dimostrato una maggiore durezza (“Quando si ha a che fare con un governo, bisogna essere molto precisi su cosa fare o meno. E noi non vogliamo pagare per contenuti che non ospitiamo. Su questo argomento siamo stati molto chiari) la divisione francese s’è detta disponibile alla ricerca di una soluzione concordata.

Del resto il presidente François Hollande, nell’incontro avuto con Schmidt all’Eliseo, ha fatto chiaramente capire che se entro Natale non si raggiungerà un accordo, il governo approverà una legge per costringere i motori di ricerca a pagare gli editori (Leggi Articolo Key4biz).

“Abbiamo avuto un buon confronto e mi aspetto che si raggiunga un accordo da qui alla fine dell’anno”, ha commentato il presidente esecutivo di Google, Eric Schmidt alla stampa americana.

Un’idea alla quale sta lavorando alacremente la Germania, la cui proposta di legge è adesso all’esame del Parlamento, nota come Lex Google, e che ha trovato un forte sostegno anche in Italia dove Fieg e gli editori francesi e tedeschi hanno fatto fronte comune contro i giganti della rete che fanno profitti miliardari grazie alla pubblicità, sfruttando i loro contenuti senza pagare nulla ai titolari dei diritti d’autore (Leggi Articolo Key4biz).

L’azienda s’è fermamente opposta a una simile ipotesi, sostenendo che si tratta di un uso legale dei contenuti (fair use) e in Francia è arrivata addirittura a minacciare gli editori di rimuovere i link ai loro siti dai risultati di ricerca (Leggi Articolo Key4biz).

Posizione che ha tenuto con successo anche i Belgio, dove gli editori sono stati costretti a capitolare (Leggi Articolo Key4biz), diversamente invece da quanto avvenuto in Brasile dove tuttora 150 giornali hanno preferito boicottare il gruppo, abbandonando Google News.

“Quando si ha a che fare con un governo, bisogna essere molto precisi su cosa fare o meno. E noi non vogliamo pagare per contenuti che non ospitiamo. Su questo argomento siamo stati molto chiari”, ha detto Schmidt.

 

Alcuni giorni fa, la portavoce del governo, Najat Vallaud-Belkacem, “ha proposto la nomina di un arbitro. Siamo favorevoli a chiunque possa aiutare il dialogo tra noi e gli editori“, ha dichiarato la responsabile delle relazioni istituzionali di Google France, Alexandra Laferrière (Leggi Articolo Key4biz).

 

La donna ha aggiunto che il gruppo americano è sempre stato a favore della negoziazione e della collaborazione, sia con i ministri interessati che con gli organi di stampa.

A ottobre, ha detto ancora la manager, Google “ha incontrato i rappresentanti degli editori e dei pure player (i media presenti solo su internet) e sono previste altre riunioni con loro“.

Il gruppo respinge, però, la richiesta degli editori francesi che vogliono fargli pagare una sorta di diritto d’autore per i contenuti indicizzati dal motore di ricerca, sui quali il gruppo fa lauti incassi ma non paga alcunché.

 

La scorsa settimana, la portavoce del governo aveva dichiarato che “A questo punto, vogliamo dare la possibilità di una negoziazione diretta tra l’azienda e la stampa. Per questo, il governo è anche disposto a nominare un arbitro che possa seguire queste trattative”.

 

Riguardo all’ipotesi, ventilata da Hollande, di una legge che costringa il motore di ricerca a pagare per i contenuti, Laferrière ha detto chiaramente: “Abbiamo sempre detto che non siamo favorevoli a questo tipo di legge, che sarebbe dannosa per gli utenti e per gli stessi editori”. E ha ricordato che il motore di ricerca reindirizza 4 miliardi di click al mese verso gli editori del mondo, 1 miliardo dei quali attraverso Google News.

 

Riguardo all’altra questione che oppone Google al governo francese, le tasse che il gruppo paga in Irlanda grazie a delle scappatoie legali, Laferrière ha precisato che la struttura organizzativa del gruppo prevede che le attività commerciali abbiano sede a Dublino.

Ma ha anche indicato che la società “investe massicciamente” in Francia dove sono già stati iniettati 150 milioni di euro.

Contribuiamo all’ecosistema francese, attraverso il sostegno alle PMI e alle start-up, attraverso l’istituto culturale europeo che la compagnia ha aperto a Parigi”.

Google ammette d’essere al centro di un’inchiesta del fisco francese, ma nega di aver ricevuto la notifica per il pagamento di 1 mld di euro di tasse non versate come invece riportava qualche giorno fa il giornale Le Canard Enchaîné (Leggi Articolo Key4biz).

 

 

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