La bufera #poernano travolge Il Sole 24 Ore, una delle principali testate italiane, costretta a scusarsi pubblicamente per lo scivolone della giornalista Rosanna Santonocito con questo tweet: ‘#poernano Siamo dispiaciuti di un episodio irrispettoso, la nostra storia dimostra il contrario. Trarremo insegnamenti utili’.
Una vicenda nata su Twitter e che finisce per coinvolgere un’intera provincia, quella di Brescia, dove “si vede eh che …arrivano solo i reality e gli happy hour”.
Il tutto nasce da un tweet del ‘social media marketing advisor’ Dario Pagnoni: “I giovani, il posto fisso, lo spirito imprenditoriale: FERMI TUTTI, ARRIVA JACOPO! ihatemilano.com/?p=2835 /cc @24job #lavoro”.
La curatrice dell’account – la Santonocito, appunto – risponde piccata che @24job “non è una bacheca per promuovere iniziative o blog di qualsiasi genere chi lo fa viene bloccato grazie”.
In difesa di Pagnoni interviene Giancarlo Raccagni (@GiancarloRHagni), che cerca di spiegare alla giornalista che il tweet altro non era che ” una segnalazione che, se ritenuta interessante, poteva essere diffusa vista l’aria di interesse”.
Da qui la prima ‘gaffe’ della Santonocito che, dimostrando scarsa conoscenza del mezzo, risponde: “era già stata diffusa dal momento in cui e’ stata postata senza permesso su 24job”.
Raccagni, quindi le ricorda che “il meccanismo non è proprio questo: i tuoi follower non vedono i tweet in cui sei menzionata! Se vuoi diffondere devi retwittare”.
E infatti, a differenza di Facebook, scrivere un messaggio con menzione (@) vuol dire semplicemente che si sta nominando l’account per segnalare qualcosa non che i “follower” del profilo menzionato possano quel determinato messaggio.
Da qui la risposta ancora più piccata e infelice della giornalista che scrive: “@GiancarloRHagni grazie della lezioncina impartita dall’alto dei tuoi 700 follower, meno di un decimo dei miei che sono così ignorante”.
Apriti cielo, il messaggio in poche ore fa il giro del web: c’è chi ricorda la precedente figuraccia dell’ex ministro Maurizio Gasparri, che poco tempa fa aveva twittato: “Hai 48 follower, non sei nessuno”; chi non perde tempo a sottolineare la ‘spocchia’ di certi giornalisti e altri ancora come Nicola Mauri (@NicolaMauri), che fanno notare come “Il caso #poernano mette in chiaro che usare i #SocialMedia è un lavoro. Diverso dal giornalista”.
La Santonocito, infatti, non è ancora contenta ed esce fuori con un’altra perla, quella che ha fatto nascere l’hashtag #poernano. A Raccagni, che aveva scritto di doversi ricredere sull’autorevolezza de Il Sole 24 Ore (@24job come siamo spocchiosi! Se sono queste le direttive del @ilsole24ore devo riconsiderare l’autorevolezza del quotidiano), la giornalista risponde: “@GiancarloRHagni direttive?? Autorevolezza del quotidiano?? Poer nano…scrivi al direttore didattico che cosi mi mette la nota”.
E quindi, rincarando la dose, dopo aver dato dell’ignorante al suo interlocutore per non aver colto la citazione dotta, finisce per coinvolgere nei suoi strali un’intera provincia, quella di Brescia, dove – “si vede eh che …arrivano solo i reality e gli happy hour”.
Sulla citazione di Dario Fo – che usa questa espressione della tradizione teatrale lombarda in Mistero Buffo per descrivere un personaggio ‘ignorante’, nell’episodio su Caino e Abele – la rete si scatena e tutti cominciano la conta dei follower per determinare il proprio diritto a esprimere opinioni al cospetto di chi si fregia di essere ‘giornalista di esperienza’ che non ha bisogno di ‘lezioncine’.
Neanche le scuse della Santonocito sono bastate a placare gli animi: “Non ho voluto offendere nessuno. Mi scuso con gli utenti e con IlSole24Ore se alcune mie espressioni sono risultate inappropriate #PoerNano”, scrive la giornalista, ma ormai la frittata è fatta.
Da qui, la considerazione che, forse, l’errore a monte – non certo meno grave della caduta di stile e della scarsa umiltà manifestata – è stato quello di scambiare un account professionale (che fa riferimento, appunto, a Il Sole 24 Ore) per una bacheca personale. Oltre al fatto che quel riferimento al numero dei follower – che come ha ricordato qualcuno non sono ‘seguaci’ della ‘persona’ Santonocito, quanto del sito di riferimento di un quotidiano – sa tanto di ‘lei non sa chi sono io’ dell’era 2.0 e richiama accenni di ‘celodurismo’ di malcelata memoria.
La lezione, di sicuro, è quantomeno emblematica del potere dei social media e di come un loro uso poco accorto o scarsamente ‘professionale’ (se il mezzo si usa per questo) possa rivelarsi un boomerang non solo per la credibilità di un giornalista che proprio perchè ricopre quel ruolo dovrebbe quantomeno essere informata meglio sull’utilizzo del mezzo, ma dell’intera testata che rappresenta in quel contesto (qualcuno infatti twitta: @24job ho pure comprato il tuo libro sulle carriere nel web e non sai manco usare twitter…).
Quale lezione trarrà, a questo punto, la più apprezzata testata economica italiana?
Siamo certi che seguendo l’hashtag #poernano ne sapremo di più.