Apple: il fiasco di Siri e Maps dietro la ‘cacciata’ di Scott Forstall e John Browett

di Alessandra Talarico |

Anche se Apple è la compagnia con il maggiore valore di mercato al mondo, gli ultimi mesi non sono stati i più brillanti della sua storia. E così problemi che presi uno per uno potevano sembrare insignificanti, si sono sommati e hanno presentato il conto.

Stati Uniti


Tim Cook

Mentre Sandy flagellava la costa est degli Stati Uniti, un altro uragano scuoteva il management di Apple, in quella che è la prima rivoluzione dell’era di Tim Cook.

Un rimescolamento ai vertici – sottolinea Apple in una nota – volto a “favorire ulteriormente la collaborazione fra i team hardware, software e servizi” e che prevede l’uscita di Scott Forstall (vice presidente in carica per il sistema operativo iOS sui dispositivi mobili) e John Browett (responsabile degli Apple Store) e maggiori responsabilità in capo a Jony Ive, Bob Mansfield, Eddy Cue e Craig Federighi.

 

Ma cosa si nasconde davvero dietri questi cambiamenti?

 

Innanzitutto, spiega Forbes, si tratta del segnale “che è finita la luna di miele tra Tim Cook e Apple”.

Anche se Apple è la compagnia con il maggiore valore di mercato al mondo, spiega la rivista americana, gli ultimi mesi non sono stati certo i più brillanti della sua storia.

E così, a poco a poco, problemi che presi uno per uno potevano sembrare insignificanti, si sono sommati e hanno presentato il conto a una società che ora deve dimostrare di saper ritrovare unità.

 

Tra questi problemi, Forbes cita il fatto che Apple ha deluso le attese degli analisti per due trimestri di fila. La società ha comunque battuto record su record, ma – a quanto pare – non può permettersi di disattendere le aspettative di Wall Street.

 

Sul fronte dei servizi, è da segnalare prima il caso ‘Siri‘: il sistema di riconoscimento vocale introdotto lo scorso anno non è stato proprio un servizio all’altezza delle aspettative. Così come non lo è stata l’applicazione ‘maps‘, lanciata in sostituzione al servizio Google ma rivelatasi un vero e proprio fallimento (Leggi articolo Key4biz).

 

E proprio le feroci critiche sollevate dall’app mappe sono costate la poltrona a Scott Forstall, che – secondo il Wall Street Journal – sarebbe stato invitato a lasciare l’azienda dopo essersi rifiutato di firmare una lettera di scuse per i macroscopici errori del servizio. lettera firmata soltanto dal ceo Tim Cook, in un’azione del tutto inusuale per la società della mela (Leggi articolo Key4biz).

 

L’incidente, secondo il quotidiano newyorkese, sarebbe solo l’ultimo di una lunga serie di incomprensioni tra il manager e l’azienda, che hanno portato al maggiore ‘scossone’ ai vertici della società da quanto Steve Jobs cacciò Gil Amelio nel 1997.

La ‘cacciata’ di Forstall arriva dopo mesi di tensione con gli altri executive del gruppo, che per anni si sono lamentati della sua scarsa vocazione alla collaborazione e del suo stretto legame con Steve Jobs (erano in molti a vedere in lui il suo successore designato). Venuta a mancare la capacità di mediazione di Jobs le divergenze tra Forstall e gli altri dirigenti sono divenute incolmabili e da qui l’invito a lasciare l’azienda. Ora, le sue responsabilità passeranno a Craig Federighi mentre Eddy Cue – responsabile dei servizi online e noto in azienda come ‘Mr Fix-it‘ – si occuperà di rimettere a nuovo Siri e le mappe.

 

Anche John Browett sarebbe stato ‘dimissionato’: arrivato appena 5 mesi fa alla guida delle operazioni al dettaglio della società dopo una lunga esperienza in Dixons Retail, non si sarebbe ben adattato allo spirito del gruppo e avrebbe inanellato una serie di errori – compreso il troppo lento avvio degli Apple Store in Cina – che hanno convinto Cook della sua inadeguatezza a gestire la ‘Tiffany’ dei device digitali.

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