Italia
Prosegue l’impegno degli operatori italiani sul versante dei pagamenti via cellulare. Telecom Italia ha appena annunciato un accordo con Intesa Sanpaolo che consentirà ai clienti dotati di SIM NFC di Telecom Italia e di una carta di pagamento del Gruppo bancario di pagare gli acquisti avvicinando semplicemente il cellulare ad un POS abilitato.
Telecom Italia è impegnata insieme a tutti gli altri operatori italiani, nella creazione della prima piattaforma italiana per i pagamenti mobili (Leggi articolo Key4biz) e ha annunciato nei giorni scorsi l’avvio da Milano delle sperimentazioni del servizio che verrà esteso a tutto il territorio nazionale nei primi mesi del 2013 (Leggi articolo).
Il gruppo Intesa Sanpaolo, dal canto suo, ha messo a punto la piattaforma Move and Pay, sulla quale ha effettuato effettuare un progetto pilota di Mobile Proximity Payment.
Move and Pay nei prossimi mesi sarà disponibile tramite una vera e propria App che sarà messa a disposizione su larga scala a partire dai clienti TIM, fornendo un servizio in collaborazione con i principali operatori telefonici e con i circuiti internazionali di pagamento più diffusi in Italia e all’estero.
L’architettura scelta da Telecom Italia, informa la società in una nota, “garantirà la piena interoperabilità delle soluzioni tecniche e dei servizi secondo gli standard GSMA e include la disponibilità di un portafoglio digitale aperto in grado di gestire tutte le carte di molteplici service provider, anche non bancari, virtualizzate sulla SIM”.
Secondo una recente analisi di Gartner, il numero di utenti di mPayment si attesterà nel 2012 a 212,2 milioni, registrando una crescita del 32% sul 2011 (160,5 milioni). Secondo gli analisti, già quest’anno le transazioni via cellulare dovrebbero raggiungere un valore di 171,5 miliardi di dollari a livello globale dai 106 miliardi di dollari dello scorso anno.
Negli ultimi due anni, stima Gartner, il numero di utenti dei servizi di pagamento mobili è più che raddoppiato in Europa – 23 milioni rispetto a poco più di 9,4 nel 2010 – e quadruplicato negli Stati Uniti, dove hanno raggiunto quota 33 milioni (erano 8,2 milioni nel 2010).