Unione Europea
La Commissione Ue sarebbe pronta a inviare, forse già domani, un parere motivato alla Francia, riguardante il dossier sull’abbassamento dell’IVA sugli eBook.
Se la procedura fosse confermata, il governo d’oltralpe avrebbe un mese di tempo per rialzare l’aliquota applicata dal primo gennaio ai libri digitali (7%) e allinearla al 19,6%. Diversamente Bruxelles porterebbe la Francia davanti alla Corte di Giustizia Ue con il rischio di forti ammende.
Un atteggiamento strano quello della Ue che tra l’altro non trova d’accordo tutti i Commissari. Neelie Kroes, Responsabile della Digital Agenda, per esempio, s’è sempre apertamente schierata per un abbattimento dell’aliquota.
E in Italia, come in altri Paesi Ue, la filiera degli editori ha chiesto a gran voce al governo di ridurre l’IVA per gli eBook al 4%, come per i libri di carta, paventando distorsioni alla concorrenza per via dei player americani che sfruttano vantaggi fiscali sull’IVA (Leggi Articolo Key4biz).
La questione appare molto complessa e la decisione della Ue avrà importanti ripercussioni per tutta l’industria.
Lo scorso luglio, la Francia e Lussemburgo hanno ricevuto la lettera di messa in mora (Leggi Articolo Key4biz), il primo step per consentire ai due Paesi di illustrare le loro posizioni. I due Paesi avevano un mese di tempo per sottoporre le loro osservazioni.
Evidentemente gli elementi forniti non sono stati ritenuti sufficienti, questo spiega la decisione dell’invio di un parere motivato, che è il secondo step della procedura di infrazione.
Per Bruxelles, infatti, le disposizioni Ue “non permettono agli Stati membri di applicare una tassazione ridotta sui libri digitali” e, quindi, da parte di Parigi e Lussemburgo “si potrebbe essere in presenza di una chiara violazione delle regole comunitarie”.
“Questa situazione – ha spiegato la Ue – crea gravi distorsioni della concorrenza a svantaggio degli operatori degli altri 25 Paesi Ue nella misura in cui gli acquisti di eBook si fanno comodamente in un altro Stato membro, rispetto a quello in cui si è residenti, avvantaggiandosi di un tasso ridotto”.
Ma la lettera di messa in mora non ha intimorito il governo francese, che prima con la presidenza Sarkozy e adesso con quella di Hollande, ha deciso di non recedere: “La nostra linea è che bisogna garantire la neutralità tecnologica”.
La legislazione Ue consente agli Stati membri d’applicare tassi ridotti di IVA a una limitata lista di beni e servizi, elencati nell’Annesso III della Direttiva sull’IVA.
Il downloading di libri digitali è considerato come un servizio fornito per via elettronica che non è incluso in questa lista e che non può quindi beneficiare di un tasso ridotto.
Per poterlo fare, gli Stati membri dovrebbero modificare la Direttiva sull’IVA all’unanimità, cosa che appare come una missione quasi impossibile.
Bruxelles riconosce, tuttavia, che questo trattamento differente tra libri di carta e digitali è ‘assurdo’, ma spiega che “in un’Unione di diritto non si risolvono i problemi, violando la legge”.
In una comunicazione dello scorso dicembre, la Commissione ha però aperto una riflessione sulla possibilità di far convergere le aliquote IVA applicabili sia agli eBook che ai libri stampati.
Diversi Commissari Ue, primo fra tutti Neelie Kroes, si sono espressi pubblicamente a favore dell’equiparazione dell’IVA. E anche all’Europarlamento una larga maggioranza s’è detta favorevole.
Le proposte della Commissione dovrebbero arrivare entro la fine del prossimo anno. In attesa, però, la Francia rischia la procedura di infrazione.