Italia
Sarebbero quattro le persone selezionate per la nomina di direttore generale dell’Agenzia per l’Italia digitale, secondo le informazioni in possesso di Key4biz, che sono state convocate oggi presso il MIUR e il Dipartimento della Funzione Pubblica. I colloqui sono in corso.
Sempre secondo quanto apprende Key4biz il nome più accreditato dovrebbe essere quello di una donna, volto femminile nuovo alle cronache di settore, ma di grande esperienza.
Sono, quindi, il Ministero di Francesco Profumo e quello di Filippo Patroni Griffi quelli interessati alla selezione della persona che verrà scelta come Digital Champion, in mezzo ai circa 200 curricula pervenuti.
Pare, infatti, che tutti i dirigenti dei vecchi enti confluiti nell’Agenzia abbiano, polemicamente, presentato la propria candidatura.
In settimana, poi, il Consiglio dei Ministri nominerà ufficialmente il direttore generale dell’Agenzia digitale.
Le funzioni e responsabilità dell’Agenzia sono numerose e, dalla lettura del Decreto Crescita 2.0, pubblicato in GU venerdì scorso, possiamo individuarle, finalmente nel dettaglio. Intanto la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda digitale italiana, in coerenza con gli indirizzi elaborati dalla Cabina di regia, nel quadro delle indicazioni del Piano Ue Horizon 2020.
Intanto c’è da precisare, come questo è ormai noto, che all’Agenzia vengono attribuite tutte le funzioni svolte finora da diversi enti – DigitPa, Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione, Dipartimento per la digitalizzazione della PA della Presidenza del Consiglio, che vengono soppressi o riorganizzati – in materia di innovazione tecnologica.
Tra le funzioni che svolgerà, anche la diffusione dell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, allo scopo di favorire l’innovazione e la crescita economica, anche mediante l’accelerazione della diffusione delle reti NGN; l’elaborazione di indirizzi, regole tecniche e linee guida in materia di omogeneità dei linguaggi, delle procedure e degli standard, anche di tipo aperto, per la piena interoperabilità e cooperazione applicativa tra i sistemi informatici della pubblica amministrazione e tra questi e i sistemi dell’Unione europea.
E poi ancora, l’assicurazione dell’uniformità tecnica dei sistemi informativi pubblici destinati a erogare servizi ai cittadini e alle imprese, garantendo livelli omogenei di qualità e fruibilità sul territorio nazionale, nonché della piena integrazione a livello europeo; il supporto e la diffusione delle iniziative in materia di digitalizzazione dei flussi documentali delle amministrazioni, accelerando i processi di informatizzazione dei documenti amministrativi e promuovendo la rimozione degli ostacoli tecnici che si frappongono alla realizzazione dell’amministrazione digitale e alla piena ed effettiva attuazione del diritto all’uso delle tecnologie di cui all’art. 3 del Codice dell’amministrazione digitale.
E, inoltre, la vigilanza sulla qualità dei servizi e sulla razionalizzazione della spesa in materia informatica, in collaborazione con CONSIP, anche mediante la collaborazione inter-istituzionale nella fase progettuale e di gestione delle procedure di acquisizione dei beni e servizi, al fine di realizzare l’accelerazione dei processi di informatizzazione e risparmi di spesa; la promozione e diffusione delle iniziative di alfabetizzazione informatica rivolte ai cittadini, nonché di formazione e addestramento professionale destinate ai pubblici dipendenti, anche mediante intese con la Scuola superiore della PA e il Formez, e il ricorso a tecnologie didattiche innovative.
Infine il monitoraggio dell’attuazione dei piani ICT delle pubbliche amministrazioni, sotto il profilo dell’efficacia ed economicità, proponendo agli organi di governo degli enti e, ove necessario, al Presidente del Consiglio dei Ministri i conseguenti interventi correttivi.
Il decreto Crescita 2.0 stabilisce competenze anche per l’open data e l’inclusione digitale: “L’Agenzia per l’Italia digitale promuove le politiche di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico nazionale”.
Entro il mese di febbraio di ogni anno, inoltre, l’Agenzia trasmette al Presidente del CDM o al Ministro delegato per l’innovazione tecnologica, che li approva entro il mese successivo, un’Agenda nazionale in cui definisce contenuti e obiettivi delle politiche di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico e un rapporto annuale sullo stato del processo di valorizzazione in Italia; tale rapporto è pubblicato in formato aperto sul sito istituzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
L’Agenzia per l’Italia digitale può stabilire, con propria deliberazione, i casi eccezionali, individuati secondo criteri oggettivi, trasparenti e verificabili, in cui gli open data possono essere resi disponibili a tariffe superiori ai costi marginali (Leggi Articolo Key4biz)
L’Agenzia promuove altresì la definizione e lo sviluppo di grandi progetti strategici di ricerca e innovazione, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo delle smart communities, la produzione di beni pubblici rilevanti, la rete a banda ultralarga, fissa e mobile e i relativi servizi, la valorizzazione digitale dei beni culturali e paesaggistici, la sostenibilità ambientale, i trasporti e la mobilità, la difesa e la sicurezza, e al fine di mantenere e incrementare la presenza sul territorio nazionale di significative competenze di ricerca e innovazione industriale.
Per le comunità intelligenti, l’Agenzia digitale definisce strategie e obiettivi, coordina il processo di attuazione e predispone gli strumenti tecnologici ed economici per il progresso delle comunità intelligenti.
Entro il mese di gennaio di ogni anno predispone il rapporto annuale sull’attuazione del citato piano nazionale.
Presso l’Agenzia, viene istituito il Comitato tecnico delle comunità intelligenti, formato da nove componenti in possesso di particolari competenze e di comprovata esperienza nel settore delle comunità intelligenti, di cui uno designato dal Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, due dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, uno designato dall’ANCI, uno dall’Unione delle province italiane e altri tre nominati dal Direttore generale dell’Agenzia per l’Italia digitale, di cui uno proveniente da atenei nazionali, uno dalle associazioni di imprese o di cittadini maggiormente rappresentative, uno dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) e uno dall’Agenzia stessa.
Il comitato adotta il proprio regolamento di organizzazione ed elegge il Presidente. Ai componenti del comitato non spettano compensi, gettoni, emolumenti o indennità comunque definiti. I suoi membri durano in carica 3 anni, rinnovabili una sola volta.