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Spending review: Sony manda in pensione 2 mila dipendenti per risparmiare 290 mln di euro l’anno

Giappone


Sony annuncia oggi un nuovo step nel proprio piano di spending review. Una mossa che gli permetterà di risparmiare circa 290 milioni di euro in un anno. La società giapponese ha deciso il prepensionamento di 2 mila dipendenti, entro il 31 marzo 2013 (quando verrà chiuso l’anno fiscale in corso), e la chiusura di una fabbrica. Una manovra necessaria, visto lo stato di grave crisi in cui riversa l’azienda (Leggi Articolo Key4biz).

 

Le misure riguarderanno prevalentemente la sede giapponese del gruppo e, più in generale, diverse attività dispiegate nell’arcipelago nipponico.

La decisione comporterà, tuttavia, la chiusura di alcune sedi come quella di Minokamo, dove vengono prodotte anche componenti per fotocamere e cellulari, che attualmente impiega 840 dipendenti.

 

La società ha già tagliato 1.800 posti di lavoro, ma lo scorso aprile ha annunciato di voler arrivare alla soglia dei 10 mila su un totale di 168 mila dipendenti nel mondo (Leggi Articolo Key4biz).

 

Questo piano, secondo il management di Sony, permetterà al gruppo di economizzare nell’anno una trentina di miliardi di yen (290 milioni di euro), a partire dal prossimo esercizio. Ma, assicura l’azienda, avrà minime ripercussioni sull’esercizio in corso.

 

Da tempo ormai il gruppo giapponese, inventore del Walkman e della Playstation, non regge la spietata concorrenza sul mercato dell’elettronica.

Sony ha registrato grosse negli ultimi quattro bilanci e in Borsa il prezzo delle sue azioni è arrivato al livello più basso dal 1980. Sul mercato vale solo 11,5 miliardi di dollari.

Una goccia nel mare rispetto ai 623 miliardi di dollari di Apple o ai 158 miliardi di Samsung.

 

Lo scorso settembre, Moody’s e Standard & Poor’s hanno messo sotto osservazione con implicazioni negative il rating di Sony.

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