Stati Uniti
La tensione tra il Governo degli Stati Uniti e i vendor cinesi di infrastrutture per le tlc sembrava essersi allentata, ieri, in seguito a un documento che ‘scagionava’ Huawei dalle accuse di spionaggio in favore del Governo di Pechino.
Secondo Reuters, infatti, un’indagine commissionata dalla Casa Bianca avrebbe evidenziato la mancanza di prove a conferma delle accuse mosse dalla House Permanent Select Committee on Intelligence del Congresso Usa, secondo cui i vendor cinesi, agendo per conto del loro Governo, costituirebbero un pericolo per la sicurezza nazionale (Leggi articolo Key4biz).
Il rischio, semmai, sarebbe più che altro legato alla presenza di vulnerabilità nei sistemi prodotti da Huawei e ZTE che potrebbero essere sfruttate dagli hacker con fini malevoli.
Eppure, come indicato oggi dal Financial Times, l’operatore Usa Sprint Nextel – di cui la giapponese Softbank ha appena acquisito una quota del 70% – ha indicato che non userà i sistemi di rete Huawei a causa delle preoccupazioni espresse dal Congresso.
L’operazione Sprint-Softbank deve ricevere il via libera delle autorità Usa e della Committee on Foreign Investment che vigila sulle acquisizioni straniere di aziende Usa.
Il Ceo di Softbank, Masayoshi Son ha affermato di essere “consapevole della delicatezza della questione” e ha assicurato di essere pronto a rispettare “qualsiasi decisione del Governo” in tal senso, ponendo quindi fine ai suoi rapporti commerciali con i gruppi cinesi.
Secondo i dati forniti da Bloomberg, Huawei non è uno dei principali fornitori di Softbank: circa il 10% degli investimenti del gruppo giapponese sono andati a Huawei e ZTE.
Il Ceo di Sprint, Dan Hesse, ha ricordato invece che la sua azienda “è un fornitore del Governo Usa” e che, a parte questo, non utilizzerebbe “apparecchiature che sollevassero dubbi relativi alla sicurezza”.
La società ha già escluso Huawei dalla gara per l’aggiornamento della sua rete dopo che il segretario al commercio aveva convocato Hesse per esprimere preoccupazione riguardo il vendor.
“Sprint ha già scelto di non usare per la sua rete apparecchiature sospette e così farà sempre. Siamo molto sensibili a questo problema”, ha detto Hesse.
Dall’accordo con Softbank nascerà il terzo maggiore operatore mobile americano. Il mercato d’oltreoceano, secondo il Ceo di Sprint sarà caratterizzato da un ulteriore consolidamento, nonostante lo stop dello scorso anno alla fusione tra AT&T e T-Mobile.
In questo processo, Sprint potrebbe acquisire qualche operatore minore e – grazie all’iniezione di liquidità di Softbank – effettuare investimenti con un ritorno più lungo.