Francia
Google non presenterà più i media francesi nei risultati di ricerca, se il governo varerà il progetto di legge, che impone ai motori di ricerca di pagare per i contenuti provenienti dalle testate. E’ quanto si apprende da una lettera inviata dalla web company a diversi uffici del governo transalpino e ottenuta dall’agenzia AFP.
A settembre, gli editori della stampa hanno chiesto un provvedimento urgente perché venga garantita la giusta retribuzione per i lori contenuti ripresi dai portali internet di informazione, come appunto Google News (Leggi Articolo Key4biz).
In Germania, il governo tedesco ha già adottato una controversa legge volta a proteggere i diritti d’autore degli editori di giornali online, obbligando i motori di ricerca a versare un compenso (Leggi Articolo Key4biz).
Questo progetto di legge viene chiamato ‘Lex Google‘ dai suoi detrattori, visto che colpisce in maniera diretta il servizio News di Big G, ma ha trovato ampio sostegno presso i grandi editori tedeschi come Axel Springer e Bertelsmann, e adesso anche quelli francesi.
Nella lettera inviata oggi, Google afferma di “non poter accettare” una simile misura e che, qualora venga approvata, “di conseguenza non appariranno più riferimenti a siti francesi“. La compagnia californiana ha affermato che una simile normativa “metterebbe a repentaglio la stessa esistenza di Google“, il quale “ridirige quattro miliardi di click sulle pagine internet dei media francesi“.
La vicenda è solo un capitolo della lunga disputa legale tra gli editori online e il motore di ricerca, che trae ingenti introiti pubblicitari dalla ricerca di notizie su internet.
Il CEO di Echos, Francis Morel, ha ammesso che si tratta soprattutto di intervenire su Google, che oggi “ha quasi il monopolio della ricerca online, con il 93,5% del mercato francese. E usa questo monopolio per attirare la pubblicità attraverso i link sponsorizzati“.
“Bisogna sapere – ha aggiunto Morel – che Google è una delle più grosse società di raccolta pubblicitaria in Francia, ma non dichiara che 41 milioni di euro di fatturato in questo Paese”, avendo sede in Irlanda.
“E’ inaccettabile – ha detto ancora il CEO di Echos – che Google usi i nostri articoli gratuitamente per penetrare il mercato francese della pubblicità senza prevedere alcun compenso per i creatori di contenuti”.
Le mosse della società di Mountain View non sono di certo passate inosservate in Italia dove il presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella, nella relazione annuale dello scorso giugno aveva già lanciato l’allarme: “I motori di ricerca come Google e i cosiddetti social network ormai costituiscono un passaggio obbligato per la distribuzione dei contenuti web e Google, nel giro di pochi anni, potrebbe diventare monopolista di questo mercato” (Leggi Articolo Key4biz).
Tornando alla Francia, accanto agli editori s’è da subito schierato il Ministro della Cultura, Aurélie Filippetti, che ieri, nel corso di un’audizione davanti alla Commissione Affari culturali dell’Assemblea nazionale, s’è detta favorevole a un provvedimento che “sarebbe importante portare avanti“.
Per la Filippetti, “alcuni grossi attori del web usano la materia prima fornita da altri, senza fare alcun investimento, indispensabile invece per il mantenimento del giornalismo e della libertà di stampa“. Il Ministro ha, quindi, confermato che si sta lavorando a una proposta di legge in questa direzione.
La divisione francese di Google ha replicato che una simile legge “danneggerebbe internet, i navigatori e i siti di notizie che beneficiano di un traffico sostanzioso” proprio grazie al suo motore di ricerca.