Italia
Qualcosa è cambiato da due giorni a questa parte. La dimensione del nostro tempo è ormai quella di Felix Baumgartner, un uomo di 43 anni che si tuffa nel vuoto da 39 km di altezza e dopo 8 minuti arriva sulla terra.
Viviamo in un’era dove la velocità, in questo caso con rigore e senza superficialità, è l’essenza di ogni cosa.
Se si vuole essere competitivi, efficienti, concreti occorre innanzitutto fare le cose. Farle bene. Farle velocemente.
E’ quello che ci aspettiamo dal governo tecnico, che abbiamo spesso visto anche come un vendicatore del nostro risentimento verso una classe dirigente e politica spesso priva quantomeno della visione storica della Prima Repubblica e non all’altezza delle caratteristiche del nostro tempo, come le ultime vicende regionali hanno definitivamente registrato.
Per noi tutti, che crediamo nella digital economy, nella strategicità dei suoi capisaldi per rilanciare l’economia, per sostenere le produzioni dell’eccellenza italiana (ormai sempre più assottigliata) e per sostenere i talenti, l’azione del governo ci pare come l’unica ancora di salvezza per raddrizzare la barra e rimetterci in linea con l’Europa.
Agenda Digitale, Agenzia Digitale e infine la scelta del Direttore della stessa Agenzia, sono i tre snodi su cui rischiamo di fare avvitare il nostro futuro. E dobbiamo avere bene in mente che essere rimandati in questa materia potrebbe anche non consentire una chance di riparazione a settembre.
Con il nuovo governo, dopo anni di rinvii, si è finalmente parlato di Agenda digitale agli inizi dell’anno in corso e questo ha rilanciato le speranze di noi tutti.
Poi il primo passo incerto con una cabina di regia comprendente 5 ministri…un modo per raccogliere le competenze o per distribuire le responsabilità, senza riporle nelle mani di alcuno?
Quanto è successo nei mesi successivi sembra protendere per la seconda soluzione.
In occasione della partecipazione della Commissaria Neelie Kroes in Italia alla manifestazione di Confindustria dello scorso aprile, il governo assicurò che avrebbe approvato il DL entro giugno.
Ipotesi poco plausibile già allora, quantomeno dal punto di vista formale.
In 60 giorni per la conversione sarebbero caduti per il 50% nel periodo di sosta estiva delle Camere. Meglio evitare.
Passati tre mesi siamo arrivati finalmente al 4 ottobre, giorno di approvazione del decreto Crescita 2.0.
Nel frattempo, l’avvio di processi ancora in corso per la costituzione dell’Agenzia digitale e la nomina del suo Direttore.
Ora siamo in attesa della firma del Presidente della Repubblica per l’avvio dei 60 giorni di passaggio alle Camere.
E saremo arrivati a dicembre, immediatamente a ridosso di Natale.
Di Agenda Digitale si discuterà nelle prossime settimane, ma per fare occorrerà pertanto aspettare il 2013, che partirà a sua volta con lunghi mesi di campagna elettorale.
Insomma, tutto rischia di bloccarsi e per riprendere ogni discorso occorrerà darsi appuntamento a urne aperte.
Ci auguriamo che ciò non accada.
Ci aspettiamo da questo governo un sussulto di coraggio e che lanci il Paese verso il futuro.
Se così non fosse, potremo considerarci pienamente responsabili del nostro destino, senza alcuna scusante.
Speriamo che ciò non accada.
In alternativa….Felix portaci con te.