Unione Europea
L’Europa della banda larga si trova di fronte a un bivio: se si prende la strada giusta i benefici si vedranno per molti anni a venire; se si sbaglia direzione, saranno le prossime generazioni a pagare. E tutto dipenderà dalle decisioni politiche e dagli investimenti di oggi.
È quanto ha affermato il Commissario Ue per l’Agenda digitale, Neelie Kroes, intervenendo al Broadband World Forum di Amsterdam.
Negli ultimi anni, ha ricordato la Kroes, gran parte della crescita della produttività europea è stata determinata dagli investimenti in ICT che si è confermato come il più potente e produttivo degli investimenti.
Gli investimenti nella banda larga, in particolare, implicano benefici economici e sociali enormi in termini di crescita, occupazione, competitività economica.
Le innovazioni che oggi sono ormai alla portata di tutti – dai social network al video-streaming – fino a 10 anni fa erano inimmaginabili mentre oggi si danno per scontate come l’acqua che scorre dal rubinetto o l’elettricità e tutte sono abilitate da internet.
“E non siamo che all’inizio” ha detto la Kroes, sottolineando che proprio per questo c’è bisogno di attenzione politica e di investimenti: i nuovi servizi che sono ancora agli albori – dal cloud computing all’eGovernement, dalle smart city all’internet delle cose – tutti necessitano della banda larga.
Solo il Cloud, ha sottolineato, potrebbe valere 250 miliardi di euro per l’economia europea nel 2020. Ma ha bisogno della banda larga. E così l’eGovernment: solo usando gli appalti pubblici elettronici si potrebbero risparmiare 100 miliardi di euro all’anno, senza contare i vantaggi per i cittadini-utenti in termini di costi e di tempi.
Banda larga vuol dire anche reti mobili superveloci: con smartphone e tablet in costante crescita l’Europa deve garantire sufficiente spettro, trovare le frequenze, riallocarle alla banda larga mobile e metterle in uso.
“Già oggi sono troppo pochi gli europei che possono godere delle maggiori velocità offerte dal 4G. I governi devono intervenire con urgenza altrimenti a perdere saranno i cittadini e l’economia”, ha detto la Kroes, sottolineando quindi la necessità di portare i servizi pubblici in rete.
E per farlo, ancora una volta serve banda larga, per tutti.
A monte, ha affermato ancora la Kroes, “serve un framework legale per garantire gli investitori privati. Un ambiente che promuova gli investimenti di lungo periodo”.
Ma gli sforzi del settore privato non bastano: “Il business case è ancora troppo rischioso, per molti. La fiducia è ancora scarsa. Troppe aree sarebbero ancora tagliate fuori”.
È per questo che la Commissione ha proposto il piano Connecting Europe Facility: “Per stimolare gli investimenti che potrebbero connettere un’abitazione su 5 alla banda ultralarga e assicurare servizi pubblici di elevata qualità e cross border”, ha affermato la Kroes, invitando i governi ad avere il coraggio di investire, di sbloccare questo investimento, nell’interesse dei cittadini e della futura competitività dell’economia europea.
“Abbiamo bisogno di banda larga per tutti: è ora che i decisori aprano gli occhi”, ha concluso la Kroes.