Italia
Si è svolta oggi a Roma, presso la Sala conferenze del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’opening session dell’International Telecommunications Network Strategy and Planning Symposium – Networks 2012, appuntamento di grande rilievo internazionale dedicato allo sviluppo globale delle telecomunicazioni e dei sistemi ICT. Dopo Varsavia nel 2010, quest’anno è toccato alla Capitale d’Italia accogliere stakeholders di riferimento nell’ambito delle telecomunicazioni mondiali, rappresentanti del mondo accademico e universitario, gli Over the Top (OTT), le grandi aziende manifatturiere del settore, gli operatori telefonici tradizionali, gli users dei servizi ICT e i rappresentanti istituzionali italiani, europei e mondiali.
L’evento, partito oggi e che si svolgerà fino al 18 ottobre prossimo, è stato organizzato da AICT – Associazione per la Tecnologia dell’Informazione e delle Comunicazioni, in collaborazione con la Fondazione Ugo Bordoni e la sezione italiana di IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers), con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico, della Provincia di Roma e di Roma Capitale, del Consiglio Nazionale delle Ricerche, della FITCE e del Progetto Trend.
Obiettivo dei promotori è stimolare un confronto approfondito ed il più possibile articolato su una serie di argomenti particolarmente caldi, tra cui la diffusione di network avanzati e di soluzioni ICT, la crescita della digital society e un’exit strategy tecnologica per lasciarsi alle spalle la crisi economica e finanziaria. Il momento è chiaramente critico per i mercati di tutto il mondo, ma in particolar modo per quelli occidentali, e una riflessione sul come investire nuove risorse finanziarie è più che ovvia. Le reti di nuova generazione hanno bisogno d’ingenti investimenti per raggiungere una diffusione capillare e omogenea sul territorio, ma sono ancora molte le incognite ed i dubbi che impensieriscono gli operatori finanziari, i quali non vedono ancora un vantaggio economico nell’investire in tali tecnologie.
Quando si parla di Next Generation Networks, o NGN, ci si riferisce ad un ecosistema tecnologico molto ampio e con caratteristiche diverse a seconda degli standard e degli usi che se ne fanno. Networks 2012 offre la possibilità agli esperti del settore e a chiunque sia interessato di comunicazione elettronica di conoscere nel dettaglio i possibili trend di sviluppo di nuove reti e servizi, in Europa ed in Italia. All’opening session di stamattina si è fatto cenno ad alcuni argomenti che nei prossimi giorni troveranno modo di essere approfonditi, tra cui quality of service (QoS), sicurezza ed interoperabilità, end-to-end network performance, network management-and service control, reliability, riduzione dei consumi energetici, gestione delle frequenze televisive e della rete mobile e molto altro.
Altro che trova nelle smart city e nelle NGN ulteriori applicazioni e sviluppi di mercato, come ha sottolineato Alessandro Luciano, presidente Fondazione Ugo Bordoni, che ha salutato la sala nel welcome address alla presenza di Francesco Matera, general chair della manifestazione, Giorgio Tosi, responsabile Laboratorio NGN Iscom, e Maurizio Mayer, presidente AICT. Come ha spiegato Matera: “Obiettivo della conferenza è contribuire in maniera significativa allo sviluppo di temi centrali alla Digital Agenda europea, in particolare sulle tecnologie più innovative, i video service globali, la convergenza tra reti via cavo, wireless e servizi di nuova generazione, le politiche di sviluppo delle NGN. Una quattro giorni aperta ai ricercatori, gli scienziati e a tutti coloro che negli anni si sono appassionati al progresso tecnologico e culturale. Infrastruttura di rete, Internet IIP Initiative, cloud, M2M, mobile networks, traffico di rete e NGN sono alcuni degli argomenti su cui i partecipanti concentreranno i loro interventi, in special modo su banda larga, tv digitale, multimedia service, networking monitoring & control“.
“Un evento che arriva al momento opportuno – ha aggiunto Mayer – poiché il focus è proprio nel rapporto tra economia e Telecomunicazioni“; “abbiamo l’occasione – ha precisato il presidente AICT – di riflettere sul ruolo delle Tlc nella ripresa e sull’impatto di tale mercato sull’economia in generale, proprio quando la crisi si mostra più pesante sul lato consumi e di conseguenza della domanda“.
Un simposio di carattere internazionale e quindi ancora più rilevante in termini di voci e di punti di vsta, ampliando prospettive e panorama: “Tre quarti dei partecipanti arriva dall’Europa – ha sottolineato Mayer – il resto da tutto il mondo. Forte è inoltre la presenza dei colleghi polacchi, testimoniata dalla partecipazione all’opening sessione dell’ambasciatore della Polonia in Italia“.
Per la prima volta nella storia di Networks, un Paese si trova ad ospitare in due occasioni il simposio internazionale e così, dopo Sorrento nel 1998, quest’anno è toccato a Roma. Città che non ha eguali al mondo per il patrimonio artistico, architettonico e culturale, ma che deve crescere da un punto di vista dell’innovazione tecnologica, dei servizi e delle reti di ultima generazione.
“A Roma vivono 2,8 mln di cittadini a cui si aggiungono 10 mln di turisti l’anno e centinaia di migliaia di studenti universitari” ha spiegato Emilio Frezza, Direttore del Dipartimento Risorse tecnologiche e Tlc del Comune di Roma, un territorio ampio connotato “da 230 mila imprese, 19 municipi e 25 mila dipendenti pubblici“. Una delle pubbliche amministrazioni più grandi d’Italia che, visti i numeri, “necessita di datacenter di grandi dimensioni per la gestione di un traffico dati in forte crescita, come dimostrano le 40 milioni di visite al sito del Comune” . Ovviamente, quando si parla di tecnologia digitale e dell’informazione, non si può fare a meno di elencare gli obiettivi che una grande città come Roma si deve dare: “Migliorare la qualità dei servizi ai cittadini e alle imprese, efficienza amministrativa, implementazione sistemi avanzati d’informazione e comunicazione per aumentare trasparenza e potenziale dei sistemi ICT, digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, introduzione di piattaforme unified communication su cui abilitare 16 mila linee VoIP, 2000 smartphones e sistemi di comunicazione visiva“. A tal proposito, ha ricordato Frezza, è stato lanciato due settimane fa il nuovo portale OPEN DATA Roma Capitale: “per facilitare, anche tramite applicazioni da scaricare sul personal device del cittadino e del professionista, come smartphone e tablet, la nascita di un ambiente innovativo in cui promuovere scuola digitale, nuovi servizi ICT in dotazione alle forze dell’ordine e alle unità di soccorso, la sperimentazione avviata della rete in fibra in diverse scuole romane e mettendo a disposizione dei cittadini 100 Mbps (1Gbps per utenze business). Ad esse si aggiungeranno in un secondo momento nuove antenne pubbliche Wi-Fi e LTE“.
“Il futuro della Capitale d’Italia deve essere tecnologico e innovativo“, ha aggiunto invece Giampaolo Manzella, direttore dipartimento Innovazione e imprese della Provincia di Roma. “Per tornare a crescere si deve investire nelle nuove tecnologie della comunicazione e dell’informazione e serve il concorso di tutti gli attori, dalla Pubblica Amministrazione ai privati“. Grazie alla Provincia di Roma, ha dichiarato Manzella, tutti i Comuni del territorio hanno un’area Wi-Fi pubblica a disposizione dei cittadini, oggi ampliata ulteriormente con il progetto del Wi-Fi federato a cui hanno aderito altre province d’Italia.
È chiaro che per continuare a contare sui mercati e ad avere un peso politico nell’Europa che cambia e nelle vicende internazionali, anche l’Italia deve dare il via all’innovazione tecnologica delle sue reti. “I grandi network globali delle comunicazioni elettroniche hanno assunto un rilievo quasi religioso nella vita di ciascuno di noi“, ha detto Wojciech Ponikiewski , Ambasciatore della Polonia, “Ci lamentiamo che siamo troppo immersi in ambienti tecnologici, ma senza tali strumenti non sappiamo più vivere“. Forse è vero, ma il mercato dei servizi e delle infrastrutture di telecomunicazione continua a rappresentare una risorsa fondamentale per la crescita economica e culturale dell’Unione.
E proprio su questo tema è proseguita la Tavola Rotonda “Trends and investments in networks to accelerate economic growth“, moderata da Mario Frullone, direttore della ricerca FUB, che ha posto l’accento su quelli che sono gli argomenti su cui anche nei prossimi giorni i partecipanti a Networks 2012 avranno modo di confrontarsi: NGN come fattore di crescita economica, nuovi servizi di comunicazione, confronto tra operatori di rete e OTT, governance delle reti, aumento degli investimenti in infrastrutture, diffusione di una cultura digitale a tutti gli strati della popolazione, alimentare la domanda di servizi, riduzione del consumo energetico e dell’impatto ambientale delle tecnologie ICT.
“Uno dei problemi più critici nel settore delle Tlc è proprio la gestione degli investimenti sulle reti – ha specificato Frullone, – gli operatori tradizionali sono concentrati sulle proprie infrastrutture, mentre nuovi servizi e contenuti viaggiano in volumi crescenti sulle reti europee. C’è da pianificare un’accurata distribuzione delle risorse tra vecchi e nuovi attori ICT“. D’altronde, ha evidenziato Alberto Lotti, Direttore Tecnologie di Alcatel-Lucent Italia, il problema delle risorse da investire è al momento quello più importante su cui trovare un accordo tra le parti, “c’è bisogno subito di reti a banda larga in grado di supportare il grande traffico dati che giorno dopo giorno cresce sempre di più“.
La gran parte dei cittadini europei è favorevole all’utilizzo della banda larga e ne chiede l’implementazione. Circa il 70% degli utenti di rete nei mercati emergenti è mobile, mentre alla fine del 2012 saranno venduti 100 milioni di tablet. “Tutti i contenuti e le applicazioni del futuro saranno gestite via cloud per migliorare la qualità dei servizi, la velocità di accesso e di consumo di servizi e contenuti, soprattutto in streaming. Due sono le aree su cui si concentra la nostra attenzione: contenuti e servizi, ovvero giochi, video e comunicazione sociale“. “ll futuro delle comunicazioni necessita di un mix tecnologico efficiente, su cui è possibile focalizzare gli investimenti, ma c’è bisogno di ridurre i costi delle infrastrutture“, ha detto Oscar Gonzalez-Soto, consulente spagnolo dell’ITU, che ha poi indicato nella riduzione dei tempi che intercorrono tra investimenti e ricavi la vera chiave di svolta di questa congiuntura negativa.
Al momento sono le piattaforme di cloud computing ad assicurare importanti riduzioni di costi e di consumo energetico, con rapido rientro degli investimenti. La sfida è nell’elevare il livello di sicurezza dei dati e delle reti, nell’adeguare la capacità di banda alla domanda, nel potenziare le infrastrutture che collegano i datacenter e che sostengono il flusso di dati giornaliero. Certo è che “più cresce il supporto dell’ICT alla crescita economica mondiale e più energia si consuma, maggiori saranno le emissioni di CO2“, ha fatto notare Richard Harris della Massey University della Nuova Zelanda. Secondo Gartner, l’ICT concorre oggi per il 2% all’inquinamento del pianeta. “Le smart grid possono assicurare un buon risparmio energetico e certamente si deve cercare il mix tecnologico ottimale, ma solo se rapportato al contesto di ogni singolo Paese, ai suoi modelli di consumo, alla densità di popolazione e al tipo di territorio“.
È chiaro che il mondo in cui viviamo si è fatto interconnesso e interdipendente come mai prima d’ora, e le comunicazioni elettroniche hanno svolto un ruolo preponderante nella globalizzazione in atto. Un ecosistema della comunicazione elettronica che ormai c’è e va supportato, ha dichiarato a conclusione della tavola rotonda Andrea Penza, vicepresidente di AICT e Former President di FITCE Europa, adeguando le infrastrutture di rete alle nuove esigenze dei cittadini utenti e consumatori “ma sempre a seconda delle caratteristiche geografiche e dei mercati, dosando il giusto mix tecnologico tramite cui ottenere riduzione dei costi, ritorno degli investimenti in tempi ragionevoli, minor impatto ambientale e maggiore qualità del servizio“.
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