Scorporo rete: Telecom Italia avvia il processo selezione dell’advisor. La valutazione dell’asset resta il nodo cruciale

di Alessandra Talarico |

Secondo Il Messaggero, le più ‘quotate’ per guidare l’operazione sono le due istituzioni italiane, Mediobanca e Intesa Sanpaolo, ciascuna delle quali possiede una quota dell’11,49% di Telco, la holding che controlla il 22,4% della società.

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Telecom Italia accelera sullo scorporo della rete. Secondo quanto riferito dal quotidiano Il Messaggero, la società ha avviato il processo di selezione dell’advisor che assisterà il gruppo nelle trattative col Fondo Strategico Italiano, diretta emanazione della Cassa Depositi e Prestiti.

Una decina i soggetti che avrebbero ricevuto la lettera di invito – tra cui Mediobanca, Intesa Sanpaolo, Jp Morgan, Credit Suisse, Morgan Stanley e Citi – e che dovranno rispondere entro lunedì 15 ottobre con una serie di indicazioni relative alla struttura dell’operazione, alla valutazione dell’asset, alla governance e alle implicazioni dell’operazione sul rating del gruppo.

 

Secondo il quotidiano, le più ‘quotate’ per guidare l’operazione sono le due istituzioni italiane, Mediobanca e Intesa Sanpaolo, ciascuna delle quali possiede una quota dell’11,49% di Telco, la holding che controlla il 22,4% della società.

L’obiettivo è di giungere a una delibera entro la fine dell’anno. Tra le ipotesi più accreditate, la creazione di una newco di cui Telecom manterrebbe il controllo al 51% e il resto sarebbe detenuto da FSI che potrebbe coinvolgere Metroweb.

 

Nei giorni scorsi, anche l’Ad Marco Patuano aveva ‘aperto’ allo scorporo, definendola un’operazione ‘adulta’ che potrà però avvenire solo con regole certe, ossia con disposizioni – che l’Agcom deve ancora scrivere – che garantiscano il ritorno degli investimenti.

 

Il Ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, dal canto suo, ha auspicato la necessità di arrivare a uno ‘sforzo congiunto’ per realizzare la rete di nuova generazione, sottolineando che in ogni caso “l’ammodernamento della rete avverrà comunque”.

 

Resta ora da superare lo scoglio della valutazione dell’asset, che Telecom Italia stima in 15 miliardi di euro e la CDP in 9 miliardi.

Visto che già in passato su questo punto sono naufragate le trattative con la CDP, per evitare una nuova empasse il commissario Agcom Maurizio Dècina ha suggerito di considerare, nell’individuazione dell’enterprise value della newco, non solo il numero di doppini in rame da conferire, ma anche i ricavi ipotizzabili per la nuova società, l’ampiezza dell’organico, quanto debito collocarvi.

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