Mondo
Internet non solo sta resistendo alla crisi economica in corso, ma sta anche diventando un’infrastruttura economica fondamentale in grado di rivoluzionare il mondo degli affari e fungere da piattaforma per l’innovazione.
Le aziende attive nel settore continuano a guidare la crescita e la creazione di occupazione, grazie soprattutto alla crescente domanda di servizi mobili che traina i ricavi e gli investimenti nella Ricerca e Sviluppo. Lo rivela un nuovo rapporto OCSE, secondo cui le 250 principali aziende ICT – classificate in base ai ricavi – hanno incrementato l’occupazione del 4% nel 2010 e del 6% nel 2011.
Nel complesso, le spese nel settore ICT cresceranno nel 2012 a 4.406 miliardi di dollari, di cui il 58% sarà destinato ai servizi e agli strumenti di comunicazione.
A trainare la crescita di internet, sottolinea il rapporto, i collegamenti wireless, che nel 2009 hanno superato gli abbonamenti alla banda larga fissa e nel dicembre 2011 hanno toccato nella zona OCSE quota 670 milioni, contro i 315 milioni di abbonamenti alla banda larga fissa.
“L’espansione della connettività Internet mobile ha contribuito a sostenere il settore ICT durante la crisi, con un tasso annuo di crescita dei ricavi del 6% tra il 2000 e il 2011 per le aziende al top della classifica”, si legge nel rapporto, che sottolinea altresì come a beneficiare di tale crescita sia stata l’occupazione nel settore, con le aziende in cima alla classifica che nel 2011 impiegano più di 14 milioni di dipendenti nel mondo, un aumento del 6% rispetto al 2010.
Riguardo l’adozione nelle famiglie, il rapporto stima che circa il 70% di quelle nella zona OCSE (il 51,7% in Italia) accede a Internet tramite la banda larga, a velocità sempre più alte e a costi sempre più bassi.
Tra il 2008 e il 2011, le velocità del DSL e della banda larga via fibra ottica hanno registrato rispettivamente un incremento annuo del 32% e del 31% mentre i prezzi sono diminuiti rispettivamente del 3% e 4%.
Il tasso di adozione è cresciuto anche nelle imprese: nel 2003, meno di quattro società su dieci avevano accesso alla banda larga nella Ue15; tale proporzione è aumentata fino a nove imprese su dieci nel 2009 e alla fine del 2011, quasi tutte le imprese erano collegate a Internet.
Nei due terzi dei Paesi OCSE, una percentuale superiore al 95% delle imprese utilizza Internet.
Internet è anche diventato uno strumento vitale per contribuire a far coincidere la domanda della manodopera disponibile con l’offerta di posti di lavoro: nel 2010, una media del 17% di utenti Internet ha dichiarato di aver usato Internet per la ricerca di un posto di lavoro.
Sulla base di precedenti ricerche OCSE, questo nuovo rapporto sulle Prospettive dell’Economia di Internet utilizza dati sugli Stati Uniti sufficientemente dettagliati per stimare che nel 2010 circa il 13% del valore aggiunto delle imprese statunitensi potrebbe essere attribuito ad attività connesse con Internet. Il settore ha inoltre assorbito il 50% di tutte le operazioni di venture capital nel 2011.
Il commercio elettronico, ad esempio, “rappresenta una quota crescente del fatturato totale delle imprese. Se è vero che tale quota è ancora piccola in molti Paesi, sta crescendo in via generale, come cresce la quota delle imprese che vendono e comprano su Internet”.
Gli investimenti in capitale di rischio nel settore ICT si attestano al più alto livello mai raggiunto finora, a eccezione del picco anomalo del 2000 durante la bolla informatica. L’attività di R&S delle aziende del settore continua ugualmente, con la Corea e la Finlandia che investono una quota pari all’1,5% del PIL nel suddetto settore.
Il passaggio alla connettività mobile e la crescita significativa dei dispositivi capaci di accedere a contenuti digitali online sta altresì modificando i modi in cui le persone interagiscono e consumano contenuti.
La rapida adozione dei media sociali è un esempio che illustra questo cambiamento, avvenuto non solo tra gli utenti ma anche a livello di industria, con la creazione di nuovi modelli imprenditoriali: “il passaggio alle tecnologie digitali ha costretto le imprese di settori sempre più numerosi a riesaminare i propri modelli imprenditoriali e ad adattarsi per sopravvivere”, si legge nel rapporto, secondo cui i contenuti digitali “sono senza dubbio il fattore più importante che contribuisce a spingere i consumatori ad adottare Internet” oltre che alla crescita dei ricavi in tutti i settori.
Nonostante, quindi, diversi governi finanzino sempre più spesso lo sviluppo delle reti a banda larga o con investimenti pubblici diretti o mediante l’adeguamento dei programmi di servizio universale, il documento conclude sottolineando come sia ancora difficile misurare l’insieme dell’economia di Internet, per una serie di fattori tra i quali il mancato raggiungimento di un ampio consenso sulla metodologia da adottare.
“L’impatto di Internet sulle nostre economie rimane perciò ancora difficile da valutare in modo esauriente, anche se i mezzi disponibili per comunicare e collegarsi ai flussi d’informazione continuano a crescere rapidamente. All’opposto, è chiaro che Internet sta diventando un’infrastruttura economica fondamentale che rivoluziona il mondo degli affari e che funge da piattaforma per l’innovazione”, conclude il rapporto