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News: ecco come è cambiato il modo di leggere. Gli italiani? Le preferiscono gratuite

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Quanto sono cambiate le abitudini di consultazione delle news in Europa e in America? La risposta arriva dai risultati del sondaggio, pubblicato oggi, di Mobiles Republic, società leader nella pubblicazione di app per dispositivi connessi, realizzato presso i propri lettori.

I risultati sono stati tanto interessanti da motivare la loro raccolta in un’infografia che mette in evidenza i principali trend e Ie maggiori differenze.

 

Il punto chiave, emerso tramite il sondaggio, è che le notizie devono essere accurate (80%), fresche (59%) e gratuite (58%).  I Paesi maggiormente interessanti alle news free sono Italia (68%) e Francia (65%).

Questo assunto, spiega la società, va al di là del dettaglio, indicando quali siano i requisiti base per un “consumo dell’informazione” di successo nel mondo.

 

Anche le modalità di consumo stanno cambiando. I mezzi di comunicazione più tradizionali stanno lasciando posto ai dispositivi web-based personalizzabili e facilmente trasportabili. Questa accessibilità istantanea sta determinando l’aumento del tempo dedicato alla lettura delle notizie e in particolare della domanda di notizie locali, nazionali ed internazionali.

Più la notizia diventa disponibile e accessibile in modo gratuito, più aumenta la domanda di informazioni da parte dei lettori che mirano oggi a portare la comprensione e la conoscenza di un determinato tema ad un livello più alto.

 

Gli usi e i consumi variano in modo diverso nei diversi Paesi coinvolti, ma nel complesso l’immagine è chiara: il mondo sta diventando un luogo più piccolo e le applicazioni mobili dedicate all’informazione stanno aiutando gli utenti ad acquisire una conoscenza istantanea, desiderata e richiesta per poter comprendere velocemente cosa accada intorno a loro coinvolgendo talvolta la loro vita. 

 

I sei Paesi coinvolti nel survey sono Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti.

L’80,30% del campione è composto da uomini e il 19,70% da donne, in fasce così suddivise: under 18 (4%), 18-29 anni (20%), 30-45 anni (45%) e sopra i 50 anni (31%).

Il 66% degli intervistati possiede un telefonino con sistema operativo Android, il 24% l’iPhone, il 7% l’iPad, 7% altri tablet, sempre il 7% altri modelli di smartphone e l’11% almeno due dispositivi connessi.

 

In una scala di punteggi da 0 a 10, che misura i tipi di notizie che si trovano più interessanti, gli intervistati hanno messo al primo posto quelle a carattere nazionale (8,4 punti), seguono quelle internazionali (7,5), locali (6,7), hi-tech (6,4), business (5,8), sport (4,5) e sociali (4).

Gli uomini preferiscono più delle donne la lettura di notizie tech (7,4 vs 5,4), local (7,1 vs 2,8), sport (5,3 vs 3,6). Per l’informazione a carattere sociale le cose si invertono, le donne le apprezzano (5,3) più degli uomini (3,0).

 

Il sondaggio mette in luce un particolare interessante: il 65% dei francesi dà priorità alle news internazionali e il 55% a quelle tecnologiche.

Negli USA, invece, l’80% mette al primo posto quelle a carattere nazionale e il 70% quelle locali.

 

Dove si leggono le notizie solitamente?

 

La maggior parte degli intervistati (57%) lo fa sempre da casa, durante gli spostamenti o dal lavoro. Il 37% lo fa qualche volta e l’1% non lo fa mai.

 

 

Per leggere le ultime notizie, la grossa parte degli intervistati usa le mobile app (74% negli USA e 64% in Italia) e una fetta più piccola la televisione (31% negli USA e 42% in Italia).

 

Per quanto riguarda i siti o le app che vengono usati per accedere alle notizie, l’89% lo fa da branded news app, il 69% da aggregatori di informazioni il 30% da Facebook e il 23% da Twitter.

Al giorno, in media, chi trascorre dai 5 ai 30 minuti sulle ultime notizie lo fa il 34% sui quotidiani, il 31% sui dispositivi mobili, il 30% sulla Tv, il 27% sulla radio, il 25% sul pc, il 22% sui magazine, e il 9% sui tablet.

Per quanto riguarda, la lettura da device mobili da 5 a 30 minuti, lo fa il 33% dei Paesi Ue contro il 18% degli USA.

I risultati si ribaltano per quanto riguarda la fascia che va dai 30 ai 60 miunuti, qui gli USA (43%) precedono i Paesi Ue (37%).

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