Infrastrutture tlc, gli investimenti privati non bastano. Neelie Kroes: ‘I Governi sostengano il piano Connecting Europe Facility’

di Alessandra Talarico |

La banda larga ha bisogno di sostegno pubblico - ha detto la Kroes - Se non si investe, milioni di persone che vivono in zone scarsamente popolate si troveranno sul lato sbagliato del digital divide.

Europa


Neelie Kroes

Le infrastrutture – energia, trasporti, banda larga – sono un elemento centrale per la competitività europea e il cuore del piano europeo Connecting Europe Facility che prevede finanziamenti per 50  miliardi di euro a supporto degli investimenti in questi settori.

Obiettivo del piano, proposto dalla Commissione europea per il periodo 2014-2020, è quello di assicurare il buon funzionamento del mercato unico e accelerare la crescita sostenibile, l’occupazione e la competitività dell’Europa.

 

Si tratta di un progetto ambizioso che sta però incontrando non pochi ostacoli sul suo cammino (Leggi articolo Key4biz) e che ieri se è stato al centro di una conferenza di alto livello a Bruxelles in cui imprenditori e politici hanno ribadito il loro sostegno al piano. Anche il Commissario per l’Agenda digitale, Neelie Kroes, dal palco del summit ETNO-FT aveva sottolineato che “bisogna persuadere, e urgentemente, gli eurodeputati e i governi nazionali dell’importanza di questi investimenti”.

 

“Gli investimenti privati non possono fare tutto e la banda larga ha bisogno di sostegno pubblico – ha detto ancora la Kroes – Senza investimenti, noi condanniamo il nostro popolo a connessioni lente e guasti frequenti. Se non si investe, milioni di persone che vivono in zone scarsamente popolate si troveranno sul lato sbagliato del digital divide”.

 

Il meccanismo di finanziamento del piano prevede sovvenzioni sotto forma di prestiti obbligazionari e, secondo la Ue, potrà attrarre altri finanziamenti privati e pubblici, dando credibilità ai progetti infrastrutturali e riducendone i profili di rischio.

“Troppo spesso, cittadini e aziende sono bloccati da reti infrastrutturali incomplete, inefficienti o semplicemente inesistenti”, ha osservato il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, secondo cui il piano, dalle caratteristiche decisamente “innovative”, fornisce “una soluzione europea a un problema europeo”.

“Sono sicuro – ha concluso – che questo messaggio sarà ascoltato anche nelle capitali degli Stati membri”.

 

Alla luce della crisi in corso, con le banche non troppo propense a elargire prestiti, la Commissione ritiene che molti urgenti investimenti in infrastrutture chiave nei settori dei trasporti, dell’energia e della banda larga potrebbero non essere fatti se trattati solo a livello nazionale. Grazie agli strumenti innovativi previsti dal piano Ue – project bond, orientamenti a lungo termine e pianificazione della sicurezza – si potrà ottenere invece un effetto ‘moltiplicatore’ degli investimenti privati: basandosi su stime relativamente prudenti, la Commissione ritiene che ad esempio che i 9,2 miliardi previsti per stimolare gli investimenti nella banda larga promuoveranno investimenti tra 50 e 100 miliardi di euro, una parte sostanziale dei 270 miliardi previsti per portare la fibra ottica in tutta Europa.

 

La gran parte dei partecipanti alla conferenza – ha fatto sapere la Commissione in una nota – si è detta d’accordo sul fatto che il piano Connecting Europe Facility “è una concreta espressione di un nuovo modo di pensare e di un modello di partenariato di cui potranno beneficiare cittadini e aziende di tutti gli Stati membri”.

 

Dalla Conferenza è emerso infine l’auspicio che il forte sostegno espresso dai rappresentanti dei settori coinvolti possa “influenzare positivamente il corso dei negoziati in vista del Consiglio europeo straordinario previsto per il 22-23 novembre e dedicato al quadro finanziario pluriennale”.

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