Censis: è il trionfo dei palinsesti costruiti online su misura. Ma quali rischi?

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Oggi il 24,2% degli italiani collegati a Internet ha l’abitudine di seguire i programmi sui siti web delle emittenti televisive e il 42,4% li cerca su YouTube per costruirsi i propri palinsesti su misura.

Italia


Connected Tv

Presentato stamani a Roma il 10° Rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione (sostenuto da 3 Italia, Mediaset, Mondadori, Rai e Telecom Italia) da Giuseppe De Rita e Giuseppe Roma, presidente e direttore generale del Censis.

Alla discussione sui dati del Rapporto partecipano il presidente del Senato, Renato Schifani, il presidente del Garante per la Privacy, Antonello Soro, e il presidente dell’Ucsi, Andrea Melodia.

Dalle aziende, il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, l’Ad di Mondadori, Maurizio Costa, il vicedirettore generale della Rai, Antonio Marano, e l’Ad di 3 Italia, Vincenzo Novari.

 

Prosegue il monitoraggio dell’evoluzione dei consumi dei media – misurati ormai nell’arco di un decennio – e l’osservazione dei cambiamenti avvenuti nelle diete mediatiche degli italiani, tracciando così le grandi linee di trasformazione del sistema dei media. Tre approfondimenti tematici riguardano questioni di grande rilevanza e attualità. Il primo concerne gli effetti della rivoluzione digitale, con il rafforzamento della tendenza alla personalizzazione dei media: diventano centrali la trascrizione virtuale e la condivisione telematica delle biografie personali (Leggi Articolo Key4biz). Il secondo tema è la rinnovata concezione della privacy in un’epoca in cui il primato del soggetto si traduce nell’esibizione denudata del sé digitale. Il terzo argomento sono i mutamenti in corso nel settore della pubblicità e gli effetti sul pubblico.

 

Per quanto riguarda i consumi mediatici nel 2012, risulta premiata l’integrazione dei vecchi media con la rete.

La televisione ha un pubblico che coincide sostanzialmente con la totalità della popolazione: il 98,3% (+0,9% rispetto al 2011). Ma si diversificano i modi di guardare la tv. Si consolida il successo delle tv satellitari (+1,6%), della web tv (+1,2%) e della mobile tv (+1,6%).

 

Oggi un quarto degli italiani collegati a Internet (il 24,2%) ha l’abitudine di seguire i programmi sui siti web delle emittenti televisive e il 42,4% li cerca su YouTube per costruirsi i propri palinsesti su misura. E queste percentuali aumentano tra gli internauti di 14-29 anni, salendo rispettivamente al 35,3% e al 56,6%. La chiave del successo è l’integrazione dei vecchi media nell’ambiente di Internet.

 

Anche la radio resta un mezzo a larghissima diffusione di massa: l’ascolta l’83,9% della popolazione (+3,7% in un anno). Ma sono sempre più importanti le forme di radio che si determinano all’intersezione con la rete: la radio ascoltata via web tramite il pc (+2,3%) e per mezzo dei telefoni cellulari (+1,4%), che stanno soppiantando un mezzo digitale di prima generazione come il lettore portatile di file mp3 (-1,7%).

 

Non si ferma l’emorragia di lettori della carta stampata. I quotidiani registrano un calo di lettori del 2,3% (li leggeva il 67% degli italiani cinque anni fa, oggi sono diventati solo il 45,5%), anche se le testate online contano il 2,1% di contatti in più (20,3% di utenza). La free press perde l’11,8% di lettori (25,7% di utenza), -1% i settimanali (27,5% di utenza), +1% i mensili (19,4% di utenza), -6,5% l’editoria libraria. Ormai meno della metà degli italiani legge almeno un libro all’anno: il 49,7%. Anche se si segnala un +1% per gli ebook. E proprio tra i giovani la disaffezione per la carta stampata è più grave: tra il 2011 e il 2012 i lettori di quotidiani di 14-29 anni sono diminuiti dal 35% al 33,6%, quelli di libri dal 68% al 57,9%.

 

“Non è il bisogno d’informazione a essere diminuito – si legge nel Rapporto –  ma le strade percorse per acquisire le notizie sono cambiate. La tendenza a personalizzare l’accesso alle fonti e la selezione dei contenuti comporta però il rischio che si crei su ogni desktop, telefonino o tablet un giornale composto solo dalle notizie che l’utente vuole conoscere”. “E’ il rischio del ‘solipsismo di internet’ – conclude il Rapporto – la rete come strumento nel quale si cercano le conferme di opinioni, gusti, preferenze che già si possiedono; il conformismo come risultato dell’autoreferenzialità dell’accesso alle fonti d’informazione”. (r.n.)

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