Italia
Si è svolta oggi a Roma la prima edizione di TechCrunch Italy, il primo evento tutto italiano organizzato dalla celebre rivista tecnologica americana assieme a Populis, con il supporto di Vodafone (platinum sponsor), Microsoft BizSpark, la Provincia di Roma, l’Ambasciata degli Stati Uniti e altri partner. Una grande occasione per far incontrare aziende e startup, giovani imprenditori ed investitori, istituzioni e ricerca. A calcare subito il palco del Globe Theatre di Villa Borghese è stato Marco Montemagno, in veste di padrone di casa, in compagnia di Mike Butcher e Luca Ascani. Tra i primi a dare il benvenuto al pubblico, che assiepava il teatro fin dal primo mattino, sono arrivati il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, e in rappresentanza del Comune di Roma, l’assessore con delega alla promozione della città e allo sport, Rossella Sensi.
Passera, in un ottimo inglese (raro tra i politici italiani), non perde tempo a sottolineare l’importanza di un mercato interno più dinamico ed incentrato anche sulle nuove imprese e l’innovazione tecnologica. Un panorama diverso, da dove partire e promuovere la creazione di una Silicon Valley locale, in cui sia possibile “creare uno scambio virtuoso di idee, talento e capitali” conferendo un’identità forte e riconosciuta a livello internazionale all’imprenditoria digitale italiana. “Il decreto sviluppo dovrebbe approdare nelle prossime ore al Consiglio dei Ministri per essere esaminato“, ha annunciato il ministro. Un provvedimento molto atteso e finalizzato a mettere in atto tutte le misure possibile per arrivare alla maggiore diffusione della banda larga, per incentivare le startup che faticosamente, nonostante tutto, ancora nascono in Italia, per trovare risorse da investire in infrastrutture. Non da meno (anche per l’inglese) è stato l’intervento di Zingaretti, che ha annunciato, per il prossimo 12 ottobre, la presentazione di ‘Open Roma‘ alla Camera di Commercio. La piattaforma, ideata con Vodafone Italia, è la prima mappa georeferenziata di Roma e provincia, a cui l’ente ha aggiunto il lancio del nuovo portale web con tutti i dati della Pubblica Amministrazione, divisi in categorie e per canali di consultazione, tra cui tablet e smartphone.
Una nuova immagine delle istituzioni, aperte al cambiamento, pronte ad ascoltare imprenditori, giovani e meno giovani startupper, sensibili alle problematiche del mondo del lavoro e dell’economia. Investire in tecnologia consente di superare i nostri limiti storici e culturali, come Paese, per stimolare una sana e duratura crescita economica e reali opportunità di sviluppo. Un compito che non spetta solo alle Istituzioni e alla Pubblica Amministrazione, perché ad ispirare il cambiamento (slogan della manifestazione) devono essere anche i cittadini, nel doppio ruolo di utenti e consumatori.
“L’Italia necessita di un cambiamento energico e solo l’innovazione tecnologica può dare il via a tale processo“, ha dichiarato con aria bonaria Alec Ross, Senior Advisor for Innovation di Hillary Clinton, Segretario di Stato americano. La tecnologia, con i suoi prodotti e servizi, è in grado di stimolare cambiamenti radicali, “ispiring changing“, e profondi nelle economie occidentali e quindi anche in Italia. Come sistema Paese e a livello individuale, infatti, abbiamo un compito importante: cambiare modo di pensare e di guardare al futuro. “Per uscire dal ‘crepuscolo grigio’ in cui ci stiamo lasciando andare c’è da lavorare su più livelli: culturale, economico, istituzionale e sociale“, ha spiegato Ross che l’Italia la conosce bene.
Location anomala il Globe Theatre, ma proprio per questo più stimolante e ricca di spunti utili ad un confronto più aperto tra moderatori, panelists e pubblico. Un ambiente estremamente giovane e carico di energia, dove l’ottimismo è frutto della semplice coscienza delle proprie capacità e competenze. È difficile, in Italia, respirare un’aria così elettrica e positiva, quando si parla di economia e di investimenti. Siamo troppo abituati al “già sentito e già detto” e quindi alla disillusione. TechCrunch Italy ha avuto il merito di far passare un po’ di luce nel grigiore di cui ha parlato Ross e di aver portato una ventata di aria fresca. Sono stati tanti i giovani italiani e non, con il loro carico di storie e di esperienze, che hanno raccontato percorsi, successi e fallimenti (che all’estero ha un’accezione positiva, perché significa credere i un’idea, propria o altrui). Una platea assolutamente aperta, orizzontale e democratica. Tutti hanno avuto modo di presentare la propria iniziativa, di ascoltare e di partecipare al grande circo di TechCrunch Italy, forse una celebrazione troppo ‘americana’ per i nostri gusti, ma di grande efficacia comunicativa, a cui non ha mancato di dare il proprio contributo anche il pubblico che sedeva nel bellissimo teatro.
I numeri d’altronde hanno confortato tale impressione: oltre 1000 partecipanti registrati, 47 start-up italiane selezionate da Mind The Bridge, tra i progetti più interessanti del momento, 100 developers dalla community di HackItaly per una maratona hacker di oltre 12 ore e 53 speaker d’eccezione, per una giornata di incontri e dibattiti con i massimi esperti mondiali di web, tecnologia e innovazione. La selezione effettuata da Mind The Bridge ha individuato le 47 start-up più interessanti, tra cui: AdEspresso, Applix Group, appsBuilder, Atooma, BeMyEye, ChatMe, Chupamobile Ltd., Cloudweavers Ldt, CoContest, Cortilia cryptodrone, Dropis Inc, Fhoster, Fubles, HyperTV, In3D Gallery, Korallya, Mangatar, Metwit, MiSiedo, MoneyFarm, NextStyler, openPICUS, Paperlit, Pick1, Qurami, RisparmioSuper, Rysto, Save The Mom, Selfloops, SPINTA, Sporthis, Stamplay, Stereomood, Style4Real, Styloola, Tanaza S.r.l., Turise.Me, Ultimoprezzo.com, Uribu, Urlist, VideOMG, Vivocha, YooDeal, Youppit, Zero12.
Una grande occasione per vedere da vicino i giovani startupper italiani, di conoscere i progetti a cui hanno lavorato e di valutarne la validità. Si tratta di un mercato di servizi e prodotti ‘beta’ che va dalle più varie applicazioni cloud ai legal service, dall’ebusiness alla social economy, dai servizi digitali all’ampio contesto delle community online, dall’intrattenimento all’eCommerce, fino alla ricerca del ristorante che più ci piace. Un palco per l’innovazione e per fare community, con la partecipazione attiva del pubblico che dai loggioni ha salutato, votato e seguito con attenzione le diverse presentazioni. Non capita spesso di percepire tra i panelists ed il pubblico stesso la presenza di persone invitate per “merito” e non per “posizione acquisita”.
Si parla in inglese, di tecnologia e di come fare business. C’è poco spazio per i politici, i programmi di Governo e i rappresentati istituzionali, meno che mai per il ‘politichese’ . A parlare e catturare l’attenzione sono gli imprenditori e gli startupper, le loro storie, quanto fino ad oggi hanno fatto e hanno intenzione di fare.
Le parole d’ordine sono state: trasparenza, fiuto per la novità, collaborazione, problem solving. I giovani soprattutto, con tutto il loro entusiasmo, devono avere la capacità di guardare oltre la propria città e Paese, aprendosi al mondo e alle grandi opportunità che vi sono insite. Soprattutto bisogna pensare globale, cambiare prospettive di mercato e di strategia.
Ciò non significa che l’Italia non garantisca la possibilità di crescere e di affermarsi, al contrario, come hanno spiegato Vincenzo Scarlato e Fay Arjomandi, Head of Innovation di Vodafone Italia e Responsabile Vodafone Xone Silicon Valley : “E’ qui che Vodafone ha voluto portare l’esperienza di Xone“. Il primo paese in cui esportare “l’acceleratore di start-up” è stato il nostro, proprio per le opportunità di crescita che ci sono per le aziende più innovative, per il grande patrimonio culturale, artistico e di idee. “Sono le idee a cambiare il mercato e le buone idee fanno in modo che venture capitalists e startup si trovino subito“, ha sottolineato Scarlato. Vodafone Xone faviorisce tale processo, mettendo risorse, professionalità e tecnologia. Il suo arrivo in Italia è parte di un ampio programma internazionale, partito in California nel 2011, teso a supportare ed integrare il programma di ricerca e sviluppo del Gruppo Vodafone. Dopo un solo anno di attività, Vodafone xone conta decine di partnership e iniziative già avviate in Silicon Valley, con i primi lanci commerciali previsti per il prossimo autunno (leggi articolo di Key4biz).
L’obiettivo, hanno spiegato da Vodafone Italia, è quello di creare valore attraverso l’incontro tra due mondi con differenti punti di forza: la creatività e la carica innovativa da un lato, le risorse economiche e la sicurezza di asset consolidati dall’altro. Avvalendosi di partner, venture capitalist e incubatori con una specifica esperienza sul mercato italiano, l’incubatore sarà in grado di intercettare le start-up dalle maggiori potenzialità che aspirano a entrare nel mercato di internet e delle tlc e accompagnarle nella loro crescita fino alla commercializzazione di nuovi prodotti e servizi. Le start-up selezionate verranno affiancate da un team interno a Vodafone Italia e avranno l’opportunità di crescere avvalendosi delle competenze tecniche, delle risorse tecnologiche e dei canali distributivi dell’azienda. Anche i clienti dell’azienda verranno coinvolti attivamente e loro feedback rappresenteranno una risorsa determinante. Esempi di altri acceleratori tecnologici presenti a TechCrunch Italy sono stati H Farm, Microsoft BizSpark, Enlabs e Digital Magics.
Altro panel molto interessante è stato quello dedicato a “Next Media Moves for Publishers, Producers & Advertisers“, con il duetto tra Andrea Pezzi, fondatore di OVO, e Gianluca Visalli, Head of Multimedia, di La7. Quattordici anni fa Google faceva il suo ingresso in rete e questa ricorrenza ha dato spunto agli speaker per affrontare il tema spinoso dei contenuti video e della pubblicità. Un argomento difficile, perché il grande motore di ricerca offre materiale per intrattenimento spesso sfruttando il lavoro dei broadcaster e alimentando all’infinito il consumo di video su YouTube. D’altronde la televisione tradizionale sta perdendo terreno, sia per il numero di spettatori, sia nel mercato advertising.
“Guardare il mondo attraverso la tv è un vecchio modo di vedere le cose“, ha ben detto Pezzi. Con la televisione il mondo diventa vecchio se confrontato con la velocità e la profondità dei nuovi mezzi di comunicazione, “si rischia di non comprendere appieno ciò che ci accade attorno, il modo in cui il mondo dialoga“. Un dato confermato anche da Visalli: “La7 ha visto aumentare del 25% le visite sulla propria pagina YouTube e arrivano tutte da fuori i confini nazionali“. Quindi all’aumentare delle connessioni di rete aumenta la grandezza del mondo conosciuto (non in senso geografico ovviamente), fatto di esperienze, storie, suggerimenti, emozioni, idee innovative e molto altro ancora abbia a che fare con la sfera dell’individuo e del sociale. Con la rivoluzione comunicativa innescata dalle nuove piattaforme elettroniche anche la pubblicità sta cambiando pelle, spiegano i due professionisti del settore multimedia: “Un’altra cosa che Google ha capito, è che non ci sono spazi da vendere agli inserzionisti sul web, ma solo connessioni da offrire“, ha evidenziato infine Pezzi.
L’evento, che è stato trasmesso in live streaming su TechCrunch.com e su La7.it, seguito già a metà giornata da oltre 5000 utenti, è stato supportato da media partner d’eccezione, tra cui La7 (Telecom Italia Media), RDS, Nòva 24 – Il Sole 24 Ore, Blogo, Blogosfere e, naturalmente, TechCrunch. Una manifestazione realizzata anche grazie al coinvolgimento delle principali aziende leader negli ambienti dell’innovazione: lo sponsor Platinum dell’evento Vodafone Italia e lo sponsor Gold Microsoft BizSpark – assieme agli sponsor Silver Dnsee, Nanabianca, H-Farm, Boox, 360Capital e Banzai – che con la loro presenza hanno inteso ribadire la propria leadership tecnologica e il proprio sostegno allo sviluppo dell’economia digitale del Paese.