Tlc: il nodo dei call center fa saltare le trattative sul rinnovo del contratto nazionale. Fumata nera anche per Almaviva

di Alessandra Talarico |

All’indomani dell’abbandono del tavolo negoziale sul rinnovo del contratto nazionale della fumata nera per la vertenza Almaviva, l’atmosfera è all’insegna del ‘tutti contro tutti’, sulle spalle dei lavoratori del call center, per lo più giovani e donne.

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Non si è trovato l’accordo sul rinnovo del contratto nazionale delle Tlc, scaduto il 31 dicembre 2011. All’indomani dell’abbandono del tavolo negoziale, l’atmosfera è all’insegna del ‘tutti contro tutti’, sulle spalle, come sempre accade, dei lavoratori del call center, per lo più giovani e donne.

Fumata nera anche per la vertenza Almaviva Contact, che riguarda 632 lavoratori del call center di Roma per i quali si prospetta la cassa integrazione straordinaria a zero ore (senza stipendio), anticamera del licenziamento.

 

Una situazione preoccupante e che rischia di provocare una nuova ‘guerra tra poveri’: lo smantellamento della sede romana di Almaviva è dovuto infatti al trasferimento delle attività in Calabria, in provincia di Cosenza, dove l’azienda potrà godere di agevolazioni fiscali previste dalla regione.

 

Solo nella capitale il gruppo Almaviva, che conta 16 mila dipendenti in Italia, occupa 4.900 persone, divise tra servizi informatici e call center. Questa attività impegna 2.600 operatori nelle tre sedi di via Lamaro, Scalo Prenestino e Casal Boccone.

L’azienda – che ieri si è detta disposta a trattare per la cassa integrazione a rotazione e l’introduzione di parametri di qualità con la possibilità di distribuire le 4 ore di lavoro dalle 7 alle 24 – ha fatto sapere che il sito romano perde 4,5 milioni di euro l’anno e che “considerati lo scenario macroeconomico attuale e l’andamento del mercato di riferimento, continuare a sostenere un’unità produttiva che genera un risultato economico e flussi di cassa gravemente negativi equivarrebbe a mettere a rischio la tenuta complessiva delle attività svolte in Italia”.

 

Riguardo invece il mancato rinnovo del contratto nazionale delle tlc, si registra la posizione diametralmente opposta di Assotelecomunicazioni-Asstel  e dei sindacati.

Secondo l’associazione, “Il rinnovo del contratto ha trovato il vero ostacolo nelle richieste dei sindacati sul tema delle clausole sociali, nonostante la responsabile disponibilità di Asstel a intraprendere un percorso innovativo e progressivo per la gestione delle potenziali criticità occupazionali del settore e in particolare dei call center”.

 

Per le segreterie nazionali Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, invece, l’atteggiamento di Asstel è “grave ed irresponsabile” e denota “una scarsa volontà di contribuire a risolvere i problemi del Paese”, mentre è anacronistico il volere appellarsi “alla libertà di impresa e di mercato per nascondere processi di appalto tesi a ridurre diritti e salario dei lavoratori”.

 

Le tre sigle sindacali hanno pertanto confermato lo sciopero generale del settore per il prossimo 19 ottobre con una manifestazione nazionale che si terrà a Roma.

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