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Dallo scoppio della crisi finanziaria, le società di venture capital hanno concentrato i loro capitali nelle start-up attive in ambito mobile, nei social network e negli OTT, mostrando uno scarso interesse nelle telecom e le loro infrastrutture. L’apporto di capitali di rischio nelle infrastrutture tlc è passato da 796 milioni di dollari nel 2009 ad appena 270 milioni nel periodo compreso tra il terzo trimestre 2011 e il secondo trimestre di quest’anno.
C’è però spazio per un’inversione di tendenza: secondo gli analisti di Ovum le recenti IPO e le operazioni di fusione e acquisizione nel settore fanno ben sperare in una ripresa di interesse nelle infrastrutture di rete.
Complessivamente, nonostante il declino del supporto alle infrastrutture di rete, gli investimenti venture capital sono aumentati dai 20,1 miliardi del 2009 a 27,8 miliardi del secondo trimestre 2012. Tra i beneficiari della ripresa, web company quali Facebook, Groupon, Twitter, LivingSocial, Square, Lashou, Kabam, WhatsApp e Spotify.
La tendenza, negli ultimi anni, è stata caratterizzata da una ‘disconnessione’ tra i costruttori delle reti e gli utenti delle reti: la gran parte dell’innovazione – e quindi dei capitali di rischio – si è concentrata in favore di questi ultimi e si è concretizzata con finanziamenti alle applicazioni mobili e alle piattaforme OTT.
Veramente esiguo – ha sottolineato l’analista Matt Walker – è stato invece l’aiuto nei confronti dei costruttori delle reti, che questi servizi li supportano.
Questo perchè l’industria si aspetta che siano gli incumbent a generare nuove idee e prodotti, disponendo di budget R&S 90 volte superiori al capitale di rischio investito nel settore, mentre i venture capitalist finanziano idee innovative ignorate dai vendor tradizionali.
In risposta a questo trend, non potendo contare neanche sul contributo dei vendor in fatto di innovazione, molti fornitori di servizi tlc stanno cercando di colmare i gap dei loro portfoli attraverso partnership e acquisizioni nel mondo delle start-up.
“Gli operatori hanno veramente bisogno dell’aiuto dei vendor, ma si trovano davanti a un mercato in piena confusione, i cui maggiori rappresentanti, anche cinesi, si stanno ridimensionando e riorganizzando. Diversi fornitori stanno modificando i loro piani di business e vendendo asset per sopravvivere. Non sorprende, dunque, che i più importanti operatori telefonici si stiano impegnando direttamente nel finanziamento delle start-up”, ha spiegato Walker.
E così, sempre più telco – Telefonica, Vodafone, Verizon, AT&T, KDDI, China Mobile – finanziano direttamente le start-up o collaborano con loro nello sviluppo dei prodotti.
Telefonica ha annunciato un investimento da 68 milioni di euro in una rete di fondi di venture capital battezzata Amerigo e che sarà lanciata inizialmente in Spagna, Cile, Brasile, Colombia. Il network gestirà progetti per circa 1 miliardo di euro grazie ai quali la società spagnola – che già supporta le start-up attraverso una rete internazionale composta da 12 hub – conta di generare un aumento dei profitti della divisione britannica Telefonica Digital del 20% a 5 miliardi di euro entro il 2015.
Deutsche Telekom, nelle scorse settimane, ha annunciato il rafforzamento della divisione T-Venture per favorire l’acquisto di quote di maggioranza in società innovative ed accelerare l’erogazione di fondi.
La buona notizia è che la recente ondata di fusioni e acquisizioni – come ad esempio l’acquisizione di Nicira Networks da parte di VMware per 1,26 miliardi di dollari – fa ben sperare in una ripresa degli investimenti di rischio nel settore delle infrastrutture tlc.
In particolare, l’interesse degli investitori si concentrerà nelle aree come le small cell, la virtualizzazione e l’ottimizzazione della rete.