Italia
Non si ferma la campagna Donne e Media il cui dossier è arrivato anche sul tavolo del nuovo presidente Anna Maria Tarantola e del Dg Luigi Gubitosi. Ma finora, come ha ribadito la promotrice dell’Appello Gabriella Cims, che oggi tornerà a parlare della questione a RaiNews24, non hanno prodotto alcun risultato concreto al settimo piano di Viale Mazzini, come s’è notato dall’intatta programmazione di Miss Italia sui canali della Tv pubblica, ma anche dall’inalterata programmazione serale di alcuni canali.
Per questa ragione, ieri, così come lo scorso 8 agosto, la Cims ha inviato una lettera alla Tarantola e a Gubitosi, per conoscenza anche al Ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, e del Lavoro, Elsa Fornero, per indicare l’urgenza di alcune tematiche essenziali, oltre che per chiedere un incontro con una rappresentanza per discutere il da farsi.
La Tarantola s’è dimostrata molto sensibile alle problematiche riguardanti l’immagine della donna in Tv, come anche più in generale su tutti i media, sottopostole dalla Cims, ma poi? Ad oggi, ancora nulla, sebbene negli incontri avuti dal neopresidente coi direttori di rete e delle testate, la questione sia emersa in modo evidente, e sebbene la lettera del Contratto di servizio Rai-Stato in scadenza a fine 2012, dovrebbe garantire (articolo 2) una programmazione “rispettosa della figura femminile e della dignità umana, culturale e professionale della donna”.
Secondo indiscrezioni, il nuovo presidente Rai si sarebbe anche confrontata sul alcuni programmi del mattino, dove si dedica troppo spazio ai ‘ritocchi estetici’ e, quindi, solo all’aspetto esteriore delle donne. Stesse valutazioni anche per alcuni contenitori serali dove la donna viene ‘esibita’ secondo stereotipi ‘riduttivi’ e ‘strumentali’, come intende invece evitare il codice etico.
Tanto più che proprio ieri la Tarantola, intervenendo alla ‘Lezione Giorgio Ambrosoli’, ha colto l’occasione per sottolineare l’importanza dei media e del servizio pubblico nel creare consapevolezza e diffondere comportamenti etici, anche attraverso le fiction mandate in onda sulla Tv pubblica.
L’Appello Donne e Media ha raccolto una straripante partecipazione, ultima in ordine di tempo quella del presidente dello IAB (Interactive Advertising Bureau) Simona Zanette.
Più in dettaglio, a partire dal novembre 2009, l’Appello Donne e Media ha avanzato un piano di riforme per migliorare la rappresentazione delle donne nelle tv e negli altri mezzi di comunicazione.
L’iniziativa ha raccolto il sostegno di migliaia di persone, di un’ampia rappresentanza parlamentare, della pubblica amministrazione, dell’imprenditoria, dell’economia e della finanza, dell’università, della ricerca scientifica, della magistratura, dell’avvocatura, delle associazioni e dei movimenti impegnati nell’affermazione dei diritti delle donne.
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ne ha sostenuto pubblicamente gli obiettivi. In Parlamento, le forze politiche si sono impegnate sugli obiettivi indicati dall’Appello e sulla necessità di un cambiamento concreto delle regole e dei contenuti con cui i mezzi di comunicazione rappresentano abitualmente le donne.
I soggetti che sostengono l’iniziativa chiedono ai vertici Rai di valutare le loro proposte, quali contributo per la realizzazione degli impegni che l’azienda ha voluto assumere, sottoscrivendo il contratto di servizio, e con ciò dando un segnale di grande apertura culturale:
* Inserire nella programmazione su tutte le reti nuove trasmissioni e, in quelle già in palinsesto, promuovere uguale rappresentanza di genere nelle scelte delle presenze e pari opportunità di accesso delle donne negli spazi informativi o di intrattenimento, secondo un’ottica non stereotipata ma rappresentativa della pluralità dell’universo femminile; A tal proposito chiediamo di riconsiderare la serie di puntate sul “talento delle Donne” annunciate il 7 marzo scorso nella sala degli Arazzi di Viale Mazzini, alla presenza del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali;
* A valutare l’opportunità di dedicare un’apposita “struttura”, dotata delle competenze necessarie, fucina per la realizzazione di prodotti di informazione e di intrattenimento all’uopo dedicate; non un gineceo ma un’agorà, in cui il “sommerso femminile” possa essere rappresentato nella sua complessità e nella sua interezza, nel confronto reale e non stereotipato con l’altro sesso;
* Prevedere un percorso per la valorizzazione delle professionalità femminili ai vertici della governance dell’azienda ed una paritaria rappresentanza in sede di consiglio di amministrazione.
Per maggiori approfondimenti:
Articoli pubblicati da Key4biz sull’Appello Donne e Media
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