Agenda digitale: l’Italia riuscirà a recuperare il ritardo? Intervista a Giancarlo Capitani (Netconsulting)

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A cura di Alessandra Talarico

Italia


Giancarlo Capitani

Il ritardo che l’Italia sta accumulando nell’attuazione dell’Agenda digitale desta molta preoccupazione, soprattutto in un momento in cui l’ICT potrebbe fare da traino alla ripresa economica e alla modernizzazione del paese. Preoccupazione ribadita anche oggi dalle aziende italiane dell’Information Technology riunite in Assinform che stanno subendo – come diversi altri settori dell’economia – le ripercussioni della crisi economica e guardano con apprensione ai continui rinvii dell’approvazione del Decreto Digitalia. I dati dell’ultimo Rapporto Assinform parlano chiaro: il settore italiano dell’ICT ha chiuso il 2011 con un -3,1% anche se non tutto il comparto viaggia in negativo (la domanda collegata ai servizi e ai prodotti mobili e alle reti di nuova generazione e cresciuta del 20%).

Ne abbiamo discusso con Giancarlo Capitani, Amministratore Delegato Netconsulting.

 

 

K4B: Come sarà il 2012 per il settore ICT italiano?

 

Capitani: La spesa per consumi e investimenti in ICT continua a calare a causa delle difficoltà che sia le famiglie che le imprese stanno attraversando, con il risultato  facilmente prevedibile che il consuntivo per l’anno in corso sarà simile o peggiore rispetto al – 3.1%  del 2011.

 

 

K4B: Quali sono le conseguenze di questa situazione sulle aziende e, di riflesso, sulla competitività del sistema-Paese?

 

Capitani: In questo modo non solo il nostro Paese non riesce a recuperare il grave ritardo di diffusione ed utilizzo dell’ICT che ha accumulato nel corso degli ultimi anni nei confronti dell’Europa ma, circostanza ancor più grave, le imprese, soprattutto le medie e le piccole, avendo a disposizione budget sempre più ridotti, non riescono a introdurre le innovazioni necessarie per migliorare efficienza interna e competitività, obiettivi non più raggiungibili attraverso  soltanto una riduzione dei costi. Lo stesso dibattito in corso in questi giorni tra le parti sociali non menziona e non considera mai l’introduzione di innovazioni di prodotto, di processo e organizzative come lo strumento principe per migliorare in misura consistente e strutturale la produttività dei fattori.

 

 

K4B: Quali sono, a suo giudizio, le azioni urgenti che questo Governo dovrebbe intraprendere per uscir fuori da questo circolo vizioso?

 

Capitani: In questo quadro risulta più che mai urgente che il Governo approvi in brevissimo tempo la tanto attesa e promessa Agenda per l’Italia Digitale recuperando un ritardo ormai senza giustificazioni, considerando quanto sia considerata strategica l’ICT da parte dei Governi di tutti i maggiori Paesi e dalla stessa Unione Europea.

 

 

K4B: Sulla base delle anticipazioni emerse in questi giorni, ritiene valida l’azione di stimolo che il Governo cerca di imprimere alla digitalizzazione del Paese?

 

Capitani: Le bozze dell’Agenda che circolano in questi giorni contengono obiettivi molto ambiziosi che, se applicati farebbero davvero determinare un salto di qualità e di quantità nel percorso di digitalizzazione del Paese.

 

 

K4B: Nessun ‘appunto’ all’azione del Governo, dunque?

 

Capitani: A parte il ritardo nell’approvazione, preoccupano alcune assenze gravi nell’Agenda che, se non verranno colmate, rischiano di rendere scarsamente attuabile il provvedimento. In primo luogo non si fa cenno alla razionalizzazione e alle innovazioni da apportare all’infrastruttura  ICT della PA Centrale e alla sua armonizzazione con quelle delle PA Locali, condizione necessaria per reggere l’impatto e la gestione dei progetti previsti nell’Agenda stessa. L’altra carenza grave riguarda la definizione dei compiti dell’Agenzia per l’Italia Digitale, che non e’ stata elaborata in coerenza con gli obiettivi dell’Agenda, ma come sommatoria dei compiti che in precedenza erano in capo agli Enti che confluiranno nell’Agenda.

 

 

K4B: Si discute molto in questi giorni dei contrasti sorti in seno all’esecutivo proprio sulla nomina del Direttore dell’Agenzia per l’Italia Digitale. Che idea si è fatta?

 

Capitani: La nomina del Responsabile dell’Agenzia, figura che risulta cruciale per l’attuazione dell’Agenda, è resa difficoltosa da un incerto balletto più ispirato a giochi di potere che da criteri di selezione basati sul valore che certo il bando emanato in questi giorni non riuscirà a risolvere, vista l’esperienza negativa della scelta dei membri dell’Agcom. Ci si augura che il Governo sia consapevole di tutti questi pericoli e dell’urgenza che incombe. La riduzione dello spread digitale è oggi la vera battaglia da vincere per dare un futuro al nostro Paese.

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