Italia
Partono da oggi, 18 settembre, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del bando, i 15 giorni previsti per la nomina del direttore generale dell’Agenzia per l’Italia digitale, come anticipato ieri da Key4biz (Leggi Articolo) e come poi confermato dalla pubblicazione dell’avviso pubblico sui siti istituzionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del MiSE e del MIUR, che in calce porta un timbro con la data dell’11 settembre, messa in obliquo e con una barra a penna sopra (cosa che desta qualche sospetto).
“Il nome verrà scelto tra persone di particolare e comprovata qualificazione professionale in materia di innovazione tecnologica e in possesso di una documentata esperienza di elevato livello nella gestione di processi di innovazione, tanto nel settore pubblico quanto nel settore privato, al fine del più efficace raggiungimento degli obiettivi dell’Agenzia”.
Ad essere necessaria, inoltre, anche ‘un’elevata competenza nella gestione delle risorse umane’.
Nella nota ufficiale si legge che l’avviso è finalizzato, ferma restando la discrezionalità dell’Amministrazione nella scelta del candidato più idoneo allo svolgimento dell’incarico, a garantire la piena applicazione del principio di trasparenza e, in conformità all’art. 97 Cost., ad assicurare l’elevata e qualificata professionalità del soggetto cui verrà conferito l’incarico, individuato nell’ambito della più ampia rosa di candidature.
Dunque si cerca una persona che abbia esperienza in innovazione, che possa provenire anche dal settore privato, ma che abbia anche competenza nella gestione delle risorse umane. Quest’ultima precisazione, “la competenza nella gestione delle risorse umane”, non era mai emersa prima.
Coloro che intendono candidarsi ai fini dell’attribuzione dell’incarico sono tenuti ad inviare al seguente indirizzo di posta elettronica certificata: agenziaitaliadigitale@pec.governo.it
Ma c’è un pesante ‘ma’ che pende sulle modalità di questa nomina e sta tra le righe dell’avviso, là dove si attesta che il nome verrà scelto ‘…tra persone di comprovata qualificazione professionale’…, ‘…ferma restando la discrezionalità dell’Amministrazione nella scelta del candidato più idoneo allo svolgimento dell’incarico…’.
In altre parole, l’ultima parola spetterà sempre e solo all’amministrazione.
Dopo aver fatto passare ben 75 giorni senza muovere un dito, adesso il governo dà 15 giorni di tempo per presentare le candidature, ma non si precisa alcunché riguardo a quanto durerà l’incarico o al compenso che spetterà al futuro direttore dell’Agenzia.
L’avviso si limita semplicemente a stabilire che “al direttore sarà corrisposto il trattamento economico spettante ai direttori delle agenzie fiscali”.
Ragionevolmente quale manager o dirigente sarebbe pronto a lasciare il proprio posto di lavoro per ricoprire un incarico del quale non si sa quanto durerà e quanto guadagnerà?
Qualcuno ha ipotizzato che sarà un incarico a tempo. Una manovra per scoraggiare qualche candidato ‘importante’ e lasciare la via libera a una scelta ad personam?
La cosa riveste ancora più importanza alla luce delle ribadite competenze che vengono affidate all’Agenzia. Intanto la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda digitale italiana,
in coerenza con gli indirizzi elaborati dalla Cabina di regia, nel quadro delle indicazioni dell’Agenda digitale europea.
Ma anche la diffusione dell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, allo scopo di favorire l’innovazione e la crescita economica, anche mediante l’accelerazione della diffusione delle reti NGN; l’elaborazione di indirizzi, regole tecniche e linee guida in materia di omogeneità dei linguaggi, delle procedure e degli standard, anche di tipo aperto, per la piena interoperabilità e cooperazione applicativa tra i sistemi informatici della pubblica amministrazione e tra questi e i sistemi dell’Unione europea.
E poi ancora, l’assicurazione dell’uniformità tecnica dei sistemi informativi pubblici destinati ad erogare servizi ai cittadini e alle imprese, garantendo livelli omogenei di qualità e fruibilità sul territorio nazionale, nonché della piena integrazione a livello europeo; il supporto e la diffusione delle iniziative in materia di digitalizzazione dei flussi documentali delle amministrazioni, accelerando i processi di informatizzazione dei documenti amministrativi e promuovendo la rimozione degli ostacoli tecnici che si frappongono alla realizzazione dell’amministrazione digitale e alla piena ed effettiva attuazione del diritto all’uso delle tecnologie di cui all’art. 3 del Codice dell’amministrazione digitale.
E, inoltre, la vigilanza sulla qualità dei servizi e sulla razionalizzazione della spesa in materia informatica, in collaborazione con CONSIP, anche mediante la collaborazione inter-istituzionale nella fase progettuale e di gestione delle procedure di acquisizione dei beni e servizi, al fine di realizzare l’accelerazione dei processi di informatizzazione e risparmi di spesa; la promozione e diffusione delle iniziative di alfabetizzazione informatica rivolte ai cittadini, nonché di formazione e addestramento professionale destinate ai pubblici dipendenti, anche mediante intese con la Scuola superiore della PA e il Formez, e il ricorso a tecnologie didattiche innovative.
Infine il monitoraggio dell’attuazione dei piani ICT delle pubbliche amministrazioni, sotto il profilo dell’efficacia ed economicità, proponendo agli organi di governo degli enti e, ove necessario, al Presidente del Consiglio dei Ministri i conseguenti interventi correttivi.
Insomma, le competenze sono ampie ed essenziali per un Paese che sta puntando tutto sull’Agenda digitale per rilanciare l’economia. Qualche chiarimento in più sarebbe stato opportuno, non tanto per sgombrare il campo dalle polemiche sui dissidi interni tra Passera e Profumo sul nome da fare, ma quanto per l’importanza del ruolo che il direttore dell’Agenzia avrà per il futuro del Paese. Le candidature saranno tantissime, decine e decine, e c’è già chi parla di impugnazione del bando. E come per tutte le cose ‘italiche’, la poca chiarezza non aiuta di certo.
Confindustria digitale, intanto, chiede “un’approvazione rapida del decreto Digitalia, altrimenti si mette a rischio l’Agenda digitale”.
In una nota, Confindustria fa spere che “L’Agenda Digitale è una delle leve più efficaci per la crescita, per aumentare la produttività del nostro sistema economico (…) Le norme sono complesse e l’iter attuativo occuperà un arco temporale di diversi mesi. Un ulteriore ritardo può vanificare il lavoro fatto fino ad oggi. E’, infatti, evidente che, se il varo del decreto e la nomina dei vertici dell’Agenzia per l’Italia Digitale dovessero ancora tardare, ci sarebbe il rischio concreto di arrivare alla fine della legislatura senza aver rispettato l’impegno assunto, anche nei confronti dell’Europa, di dotare il nostro Paese di un’Agenda Digitale”.