Italia
Forse, forse, qualcosa si muove. Secondo le informazioni in possesso di Key4biz, domani dovrebbe essere pubblicato il bando per la scelta del direttore generale dell’Agenzia per l’Italia digitale. A fine mese scadono infatti i termini stabiliti dall’emendamento approvato dalle Commissioni VI (Finanze) e X (Attività produttive) della Camera dei deputati con il quale si è fatta slittare da 30 a 60 giorni la nomina del direttore generale, che doveva essere fatta entro venerdì 27 luglio.
A quanto apprende Key4biz, pare che alla base della scelta di procedere con un concorso per questa controversa, quanto essenziale, nomina, ci sia stato il mancato accordo tra i Ministri Corrado Passera e Francesco Profumo sulla persona al quale affidare la responsabilità di un ente, che avrà fondamentali funzioni per la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda digitale. Ma anche il caos scatenato dai media sui problemi giudiziari che riguarderebbero uno dei nomi in lizza, una persona proveniente dalle aziende.
Bisogna anche considerare che il decreto Digitalia, che dovrebbe essere approvato entro fine mese, assegnerebbe esplicitamente all’Agenzia Digitale, attività che si sommano e si integrano con quelle previste dalla legge 83/2012 che l’ha istituita.
Tra le competenze più importanti, da quanto emerge dalla bozza in circolazione, il sostegno alla ricerca e all’innovazione e le smart communities.
Si prevede che la partecipazione al concorso sarà massiccia. Già si parla di decine e decine di domande che verranno presentate da chi è in possesso, o almeno crede di esserlo, dei requisiti previsti dalla Legge.
Ma quali sono questi requisiti? Si spera che il bando in questo senso possa offrire ulteriori chiarimenti, perché per quello che dice la Legge Sviluppo è poco, parlando solo di “particolare e comprovata qualificazione professionale in materia di innovazione tecnologica e possesso di una documentata esperienza di elevato livello nella gestione di processi di innovazione” (art. 21 della Legge Sviluppo).
Qualcuno assicura che sarà chiaro il riferimento al possesso di un’esperienza non solo amministrativa, ma anche di mercato. Questo escluderebbe dal bando tanti dirigenti della pubblica amministrazione.
In ogni caso, ben poco, per chi dovrà andare a svolgere un delicato ruolo e farà da tramite con la Commissione Ue, per gli impegni fissati nella Digital Agenda europea.
Si allungano ulteriormente i tempi. Quanto ci vorrà prima che vengano presentate le domande, vengano selezionate e si possa insediare il nuovo direttore generale?
E poi da chi sarà composta la commissione aggiudicatrice?
Come sempre, resta un gran mistero tutto ciò che gravita attorno all’Agenzia e a una poltrona che ‘scotta’.
Senza poi tralasciare che da mesi tutti gli enti che per legge sono confluiti nell’Agenzia – DigitPa, Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione, Dipartimento per la digitalizzazione della PA della Presidenza del Consiglio, che vengono soppressi o riorganizzati – al momento hanno sospeso i loro lavori e tanti progetti, in attesa che il nuovo direttore decida sul da farsi.
Facile prevedere che ci saranno altrettante centinaia di ricorsi da parte degli interni degli ex uffici confluiti nell’Agenzia, che avendo i requisiti per partecipare, sicuramente non accetteranno facilmente di farsi soffiare il posto.