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Manca ormai pochissimo al lancio ufficiale dell’iPhone 5: alle 17:00 (le 10:00 a San Francisco), Tim Cook salirà sul palco a svelare la nuova versione dello smartphone che ha trasformato il panorama mondiale delle comunicazioni mobili.
Sarà davvero una rivoluzione? Quanti ne saranno venduti nel primo weekend? Riuscirà davvero a far salire il PIL americano di mezzo punto, come ha anticipato JP Morgan? (Leggi articolo Key4biz)
Le indiscrezioni sulle caratteristiche del dispositivo si sono susseguite incessanti negli ultimi mesi: si è parlato di uno schermo più grande, di compatibilità con LTE (nel qual caso Samsung sarebbe già pronta a fare causa per violazione di brevetto) e di riconoscimento delle impronte digitali, opzione che aprirebbe la strada anche alla tecnologia NFC per i pagamenti mobili.
Grazie a un post sul blog di Vodafone, immediatamente oscurato, si apprende inoltre che il nuovo iPhone potrebbe montare le nuove nano-Sim, ossia le schede di dimensioni ultraridotte che ‘per maneggiarle ci vuole la pinzetta’ (Leggi articolo Keybiz).
Si tratta, però, solo di supposizioni.
Quel che è certo, è che Tim Cook dovrà davvero tirare fuori un dispositivo eccezionale per mantenere il vantaggio di Apple nel sempre più affollato mercato smartphone mondiale, con Google che incalza e i nuovi device Windows 8 alle porte.
Certo, nessuno dei competitor riesce a catalizzare l’attenzione mediatica come il gruppo della mela, ma la concorrenza c’è e si fa sentire: Google oggi fa sapere che sono attivi nel mondo 500 milioni di smartphone Android, pari a 1,3 milioni di dispositivi attivati ogni giorno.
Android, grazie al sostegno di diversi produttori, è il sistema operativo più diffuso al mondo e Samsung – che è il principale supporter dell’Os di Google – è in cima alle classifiche di vendita.
Proprio in nome di questa aspra concorrenza, YouTube non sarà più ‘precaricato’ sugli iPhone e gli iPod Touch: scaduta la licenza che legava le due società, Apple ha deciso di non rinnovarla. Arriverà invece nell’App store una nuova applicazione ad hoc.
L’iPhone genera la metà del fatturato Apple e la parte più sostanziosa degli utili: dal suo successo pare dipenda anche una crescita dello 0,5% del PIL Usa.
Secondo alcune stime, nel mese di settembre saranno venduti tra 10 e 12 milioni di iPhone 5. Gli analisti di Topeka – basandosi sulle vendite dei precedenti modelli – ritengono che nel primo weekend di vendita potrebbero esserne venduti più di 5 milioni.
“L’iPhone 5 potrebbe raccogliere fino a 1,5 milioni di prenotazioni nel primo giorno e vendere fino a 5,5 milioni di pezzi entro il primo weekend di commercializzazione”, ha affermato l’analista Mark White a AllThingsD.
Stime, forse, azzardate, ma visti i precedenti, tutto è possibile: nei primi tre giorni dal lancio, l’iPhone 3GS ha venduto più di 1 milione di unità. l’iPhone 4 ne ha vendute 1,7 milioni e il 4S più del doppio.
Gene Munster di Piper Jeffrey la spara ancora più grossa: secondo lui potrebbero essere venduti tra 6 e 10 milioni di iPhone 5 nel primo weekend.
“Non c’è dubbio – dice – che l’iPhone 5 sarà il maggior lancio di sempre nella storia dell’elettronica di consumo”.
Gli operatori, nel frattempo, attendono impazienti questo nuovo smartphone: in poco più di 5 anni l’iPhone è diventato tra i principali driver dei profitti e la sua influenza sulle abitudini del pubblico ha spinto alla rivisitazione di modelli di business che sembravano inoppugnabili. In Italia, ad esempio, il successo di iPhone e simili ha fatto decollare gli abbonamenti ai servizi mobili e diminuire l’uso delle schede ricaricabili. L’introduzione di nuovi modelli tariffari per l’uso di internet mobile, quindi, ha portato all’incremento dei ricavi legati ai dati.
Secondo Ubs, negli Usa questa voce del bilancio è passata da 5,2 miliardi di 5 anni fa a 17,1 miliardi, anche se le analisi si sono spesso soffermate sui costi aggiuntivi per gli operatori legati alle sovvenzioni all’acquisto degli smartphone.
Ma anche questo modello di business sta cambiando: per evitare di andare a perderci, gli operatori d’oltreoceano Verizon e AT&T impongono una penale ai clienti che cambiano telefonino (approfittando di nuove sovvenzioni) prima dello scadere del contratto, mentre Verizon ha fatto sapere che chi sceglierà un piano tariffario con internet illimitato dovrà acquistare lo smartphone a prezzo pieno.
Allo stesso modo, AT&T ha reso noto che chi vorrà usare FaceTime (l’applicazione Apple che permette di videochiamare gratuitamente) dovrà passare a un nuovo piano tariffario.
iPhone, insomma, croce e delizia degli operatori, che comunque sperano nel nuovo dispositivo anche per il decollo delle reti LTE, per le quali hanno speso miliardi di dollari ma che risultano ancora poco utilizzate.
Sul lancio dell’iPhone 5 e sull’immagine di Apple arriva comunque una nuova inchiesta sulle condizioni e i ritmi di lavoro allucinanti della Foxconn, l’azienda cinese che produce i dispositivi Apple: un giornalista dello Shanghai Evening Post ha lavorato da ‘infiltrato’ nello stabilimento di Tai Yuan, che produce 57 milioni di iPhone l’anno. Quanto al ritmo di produzione, il giornalista spiega di aver dovuto lavorare 5 frontalini al minuto per 10 ore, ovvero 3 mila in tutto.
Dal momento che le isole di produzione sono 4 con ognuna 12 lavoratori, ciò vuol dire che in mezza giornata vengono lavorati 36 mila pezzi.
Dall’indagine, quindi, trapelano cose già più volte denunciate, dalle pessime condizioni igieniche dei dormitori ai pochissimi diritti dei lavoratori che devono fare ‘solo ciò che gli viene detto’ e devono ‘essere orgogliosi di poter produrre’ l’iPhone.