Key4biz

Agenda Digitale: nuova e ultima bozza del Decreto Digitalia, mentre possibile slittamento del CDM

Italia


Mentre in rete continuano a circolare bozze sul Decreto Digitalia (oggi l’ultima), che fissa gli impegni del governo italiano per la realizzazione degli obiettivi stabiliti nell’Agenda digitale europea, tanto da spingere l’ANCI a chiedere ai Ministri un urgente incontro, si fa sempre più strada la voce che probabilmente il tanto atteso CDM di venerdì probabilmente non prenderà decisioni definitive.

Resta, poi, ancora da capire che ruolo abbia avuto nell’elaborazione di questa bozza la Cabina di regia, appositamente istituita per contribuire ai lavori per la realizzazione dell’Agenda digitale (Leggi Articolo Key4biz).

Gli interessi sono tanti, troppi. Le parti coinvolte, tra imprese e operatori, non riescono a trovare un accordo su una materia ampia e altrettanto urgente per il rilancio dell’economia italiana e, intanto, Neelie Kroes a più riprese ribadisce che la Ue perde colpi rispetto agli Stati Uniti nella digital economy.

E’ vero anche che il Commissario Ue, nella riunione con Confindustria Digitale (Leggi Articolo Key4biz) ha plaudito agli impegni del Ministro Corrado Passera, ma bisogna anche metterle in pratica queste misure.

 

Dall’ultima bozza che circola, non sembra che ci siano tutte queste grandi e attese innovazioni. Si fissano alcuni passaggi essenziali, dall’open data al documento digitale unificato, passando per smart city e start-up, ma resta l’ombra sui mezzi pratici e concreti per realizzarli (I lettori possono farsene direttamente un’idea leggendola, clicca qui).

 

Per il completamento del Piano Nazionale Banda Larga, per esempio, per l’anno 2013 sono stanziati solo 150 milioni di euro. Dall’articolo 28 sarebbe, quindi, stato eliminato il comma 3 che avrebbe facilitato la creazione di hotspot Wi-Fi, chiedendo solo un’autocertificazione.

La realizzazione delle infrastrutture rappresenta il grosso pacchetto di investimenti che dovranno essere disposti nei prossimi anni. Per colmare il digital divide sono però necessari banda larga e banda ultralarga.

 

La nascente Agenzia per l’Italia Digitale dovrebbe giocare un ruolo fondamentale, ma il tutto appare poco chiaro, così come evidenziano anche gli attriti degli ultimi giorni sul mancato accordo per la direzione di un organismo che dovrebbe appunto avere un ruolo chiave per la realizzazione della Agenda digitale e alla quale vengono attribuite tutte le funzioni svolte finora da diversi enti – DigitPa, Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione, Dipartimento per la digitalizzazione della PA della Presidenza del Consiglio, che vengono soppressi o riorganizzati –   in materia di innovazione tecnologica.

 

La nuova Agenzia avrà il compito di coordinare le politiche e le strategie di diffusione delle nuove tecnologie, assicurando la piena interoperabilità  dei sistemi informatici della Pubblica Amministrazione, secondo i parametri comunitari.

Altro compito fondamentale sarà procedere alla razionalizzazione della spesa pubblica informatica, coordinando la gestione dei dati dell’Amministrazione statale, regionale e locale.

Ma non solo, l’Agenzia avrà anche un ruolo centrale nei rapporti con la Commissione Ue, che da tempo chiede di avere un interlocutore privilegiato con cui confrontarsi sui temi che riguardano l’Agenda digitale.

 

Bene, come mai la gestione di questo dossier, che pareva spettasse al premier Mario Monti, di concerto con il Ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca Francesco Profumo e il Ministro per la PA Filippo Patroni Griffi, sembra sia diventata esclusiva materia del MiSE?

Pare, infatti, che sul nome della persona che andrà a ricoprire la direzione dell’Agenzia ci siano diversità di vedute Passera e Profumo.

In lizza già diversi nomi, anche dirigenti dei ministeri, ma secondo le indiscrezioni più accreditate la linea sarebbe quella di favorire una persona proveniente dal mondo delle aziende e si parla già di qualcuno con una certa insistenza (Leggi Articolo Key4biz).

Intanto oggi al ministero del Lavoro, il governo illustrerà alle parti sociali, in occasione del previsto tavolo per il Sud ‘Impresa e lavoro’ con Confindustria, Cgil-Cisl- Uil, le principali proposte per il rilancio tecnologico del Mezzogiorno.

 

Il Corriere della Sera riporta che si tratta di 532 milioni destinati al potenziamento dei distretti ad alta tecnologia, di 368 milioni per lo sviluppo di cluster tecnologici, 110 milioni per l’imprenditoria giovanile, altri 1,3 miliardi per rafforzare il fondo di garanzia previsto dal Salva Italia, incentivi da 5 mila euro per ogni apprendista assunto. E poi forti agevolazioni fiscali (si parla del de minimis previsto dalla Commissione europea fino a un massimo di 200 mila euro di fatturato per micro-piccole aziende) e altri 160 milioni di euro di credito d’imposta per lavoratori svantaggiati, 770 milioni per i contratti di sviluppo.

 

L’obiettivo di base del confronto, viste le scarse risorse fresche disponibili, è quello di individuare gli strumenti operativi in grado di sbloccare velocemente i fondi europei che altrimenti si rischia di perdere.

 

Ultima bozza Decreto Digitalia

Exit mobile version