Stati Uniti
L’Hi-Tech occupa uno spazio di primo piano nel Programma del Partito democratico USA, presentato la scorsa settimana per il Congresso nazionale di Charlotte (North Carolina).
Dal copyright alla banda larga, la tecnologia ha un ruolo preminente anche negli impegni dei Repubblicani.
‘Internet freedom‘ è argomento condiviso da entrambi che, però, lanciano anche degli avvertimenti.
La scorsa settimana, i Repubblicani hanno sottolineato la necessità di ‘una rigorosa applicazione delle attuali leggi su tutte le forme di pornografia e contenuti osceni’, così come il mantenimento del divieto del gioco d’azzardo online.
I Democratici non hanno apertamente parlato di pornografia e online gambling, ma puntano molto sulla tutela del diritto d’autore.
Nel Programma si legge che il governo è fortemente impegnato nella protezione della proprietà intellettuale USA attraverso una migliore applicazione delle norme e un approccio innovativo con il coinvolgimento di tutte le parti nell’azione di contrasto alla pirateria, sostenendo, però, al contempo anche il bisogno di garantire la libera circolazione delle informazioni.
La preferenza va a sistemi come quello della ‘risposta graduale‘, con il quale gli Isp intervengono sui loro utenti accusati almeno sei volte d’aver violato i diritti d’autore. In questo senso, la Casa Bianca ha sostenuto l’accordo tra i maggiori Isp e gli studios di Hollywood.
Tra le priorità dei programmi di entrambi i partiti, troviamo anche l’Operation In Our Sites, con il quale il governo federale ha effettuato il sequestro preventivo di centinaia di nomi di dominio sospettati d’aver violato il copyright, ancor prima che i proprietari degli stessi siti fossero sentiti.
Il presidente Barack Obama ha anche il sostegno del suo partito nell’uso di negoziazioni commerciali per spingere altri Paesi ad adottare ‘lo stile americano’ per le leggi sul copyright e i brevetti.
Anche se i Democratici nel loro Programma non citano direttamente il controverso ACTA, respinto definitivamente lo scorso luglio dal Parlamento europeo (Leggi Articolo Key4biz), promuovono una ‘Trans-Pacific Partnership‘ e plaudono agli accordi di libero scambio con Panama e la Colombia per “proteggere i diritti del lavoro, l’ambiente e la proprietà intellettuale’.
I Democratici si prendono anche il merito di aver riformato il sistema dei brevetti, per accorciare i tempi di assegnazione e dirimere le controversie in questa materia.
Ovviamente il riferimento è all’America Invents Act dello scorso anno, che non ha però attenuato i contenziosi (vedi la guerra tra Apple e Samsung). Il Programma non menziona, infatti, i grossi problemi in ambito brevetti o il bisogno di una riforma sostanziale.
Anche il Programma dei Repubblicani non affronta direttamente la questione, se non nella parte in cui accusa i Paesi stranieri, specie la Cina, di non fare abbastanza per proteggere il copyright e i brevetti americani.
Ad alcuni sostenitori della riforma sul diritto d’autore e sui brevetti la posizione dei Democratici appare troppo blanda e modesto sembra l’impatto avuto in passato sugli interventi del governo Obama. Alcuni arrivano addirittura a sostenere che i Democratici abbiano assunto una posizione Hollywood-friendly anche più dei Repubblicani.
Certi gruppi di interesse pubblico hanno provato a far passare i due Programmi come una vittoria per la libertà di internet.
David Segal di Demand Progress, un gruppo che ha giocato un ruolo chiave nel bloccare l’approvazione del SOPA (Stop Online Piracy Act) all’inizio di quest’anno, ha definito una ‘grande vittoria di internet’, il fatto che i due Partiti abbiano parlato nei loro Programmi di ‘internet freedom’.
Ma non basta sostenere genericamente la libertà di internet, bisogna poi vedere in concreto quali sono i programmi politici previsti per metterla in pratica.
Indicativi sono anche gli impegni a favore della net neutrality, dove una parte chiede al governo di usare il proprio potere per garantire internet libero agli utenti, mentre gli oppositori vogliono un internet libero proprio dall’applicazione di tale potere. Entrambe le parti usano le stesse parole, non parlano delle stesse cose.