Stati Uniti
La Giustizia americana ha convalidato l’accordo stragiudiziale siglato da Hachette, HarperCollins e Simon & Schuster, nell’ambito del caso che riguarda il presunto cartello sul mercato eBook (Leggi Articolo Key4biz).
Una decisione, questa, che dovrebbe cambiare repentinamente e profondamente gli scenari dell’industria dei libri digitali.
Il giudice della Corte federale di New York, Denise Cote, ha dato parere favorevole agli impegni dei tre editori di pagare 69 milioni di dollari per risarcire i consumatori, che hanno acquistato libri digitali tra il 1° aprile 2010 e il 21 maggio 2012.
Nell’ambito dell’accordo stragiudiziale i tre editori, che hanno deciso di trattare per evitare il processo, hanno anche accettato di modificare le loro pratiche per consentire ai distributori di eBook, come Amazon o Barnes & Noble, di ridurre eventualmente anche i prezzi dei loro titoli.
“Si spera che questa decisione venga immediatamente attuata, nell’interesse della giustizia e delle aziende coinvolte“, ha scritto la Cote nel proprio parere.
Una cattiva notizia per Apple, anch’essa accusata di aver partecipato al cartello e che dovrà comparire in tribunale il prossimo giugno, come anche gli altri due editori coinvolti che non hanno accettato di firmare l’accordo stragiudiziale, Penguin Group (Pearson) e Macmillan (Bertelsmann).
Il giudice ha, invece, respinto la richiesta di Apple che l’accordo entrasse in vigore dopo il proprio processo.
“I consumatori di eBook – si legge nel dispositivo de Tribunale – non possono essere forzati ad aspettare la fine del processo per avvantaggiarsi degli importanti benefici di questo accordo”.
Il giudice ha anche detto di voler evitare che gli editori che hanno siglato l’accordo possano trovarsi in una situazione di ‘vuoto giuridico’ fino al processo, visto che devono partecipare alle indagini, e sentirsi obbligati ‘a difendersi per le loro azioni per paura che l’accordo venga annullato’.
Nell’ambito di questa vicenda, lo scorso maggio il giudice Denise Cote ha anche accolto la class action presentata da un gruppo di consumatori contro Apple e i cinque editori (Leggi Articolo Key4biz). Per il giudice, infatti, “Esistono fondate ragioni per ritenere che Apple sia parte integrante di questo complotto, nato per eliminare la concorrenza nella vendita al dettaglio”.
Nell’ambito del processo, s’è anche deciso di mettere agli atti le interviste rilasciate da Steve Jobs per l’autobiografia scritta da Walter Isaacson (Leggi Articolo Key4biz).
Fino al 2010, anno in cui Apple ha lanciato l’iPad, il mercato americano delle edizioni digitali era largamente dominato da Amazon, che aveva praticato una politica molto aggressiva di tagli sui prezzi per incentivare le vendite del proprio eReader Kindle.
Il sito di eCommerce comprava, infatti, i titoli dagli editori e fissava poi il prezzo a cui vendere al dettaglio, solitamente 9,99 dollari per eBook. In alcuni casi accadeva anche che vendesse in perdita.
Poi Apple, hanno spiegato le autorità americane, “ha compreso d’avere un interresse in comune con gli editori”.
“Insieme, Apple e gli editori, hanno raggiunto un accordo che ha consentito di annullare la concorrenza (quello che volevano tutti), alzare nettamente i prezzi dei libri digitali (quello che volevano gli editori), e fissare un 30% fisso per Apple su ogni eBook venduto (quello che voleva Apple)”.
A seguito di questo nuovo modello di distribuzione, Amazon era stata costretta ad allinearsi alle condizioni offerte da Apple agli editori.
L’Antitrust statunitense, così come quello europeo, sostengono che la strategia messa in piedi da Apple, che permetteva agli editori di stabilire i loro prezzi, richiedendo però che essi non vendessero i loro eBook a prezzi inferiori altrove, abbia costretto i consumatori a pagare cifre molto più alte di quelle che in realtà avrebbero dovuto corrispondere.
La decisione del Dipartimento di Giustizia USA potrebbe far da scuola anche in Europa (Leggi Articolo Key4biz).
Da diversi mesi, Bruxelles ha avviato le negoziazioni che dovrebbero consentire agli editori di sottrarsi dal pagamento di pesanti ammende.
Alla base dell’accordo, l’impegno degli editori a consentire ai distributori di vendere libri a basso prezzo per un periodo di tempo limitato (al momento 2 anni).
Questi sconti non dovranno, però, superare la commissione ricevuta dal distributore nell’ambito del contratto di agenzia con l’editore stesso. Le conclusioni della negoziazione sono attese per la fine dell’anno.