Italia
L’Agcom ha adottato oggi un provvedimento di proroga dell’attuale Piano di numerazione automatica dei canali (LCN – Logical Channel Number), a seguito delle sentenze del Consiglio di Stato depositate lo scorso 31 agosto.
Il nuovo Piano, in considerazione della complessità degli adempimenti, come spiega in una nota l’Autorità presieduta da Angelo Marcello Cardani, sarà emanato entro 180 giorni a decorrere dall’avvio della consultazione pubblica tra i soggetti interessati.
La consultazione pubblica, che sarà avviata entro i primi di ottobre e avrà la durata di almeno di 30 giorni, sarà affiancata da una nuova indagine conoscitiva sulle abitudini e le propensioni degli utenti, come richiesto dal Consiglio di Stato nelle citate sentenze.
La proroga, come indicato dallo stesso Consiglio di Stato che ha confermato le sentenze del TAR Lazio, è volta ad evitare un vuoto regolamentare che potrebbe generare confusione tra gli utenti nell’utilizzo dei numeri del telecomando.
Per Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum “l’ordinamento deve tener conto delle abitudini e preferenze televisive degli utenti e l’assegnazione dei numeri non può basarsi sulle graduatorie dei Corecom per l’assegnazione dei contributi o altri sistemi astratti”.
“Solo il confronto tra parti sociali – ha aggunto Giordano – può far risparmiare tempo e denaro. Non è ammissibile che il sistema escluda dal confronto le Associazioni dei consumatori, visto che sono poi gli utenti a subirne tutte le conseguenze“.
Marco Rossignoli (Aeranti-Corallo) e Maurizio Giunco (Associazione tv locali Frt): ritengono che “L’aspetto più importante che emerge dall’esame delle quattro sentenze del Consiglio di Stato in tema di LCN è la sconfitta della posizione di coloro che chiedevano di sopprimere le dieci numerazioni destinate alle tv locali tra le prime venti del sistema”.
“Se fosse stata accolta tale richiesta – hanno sottolineato Giunco e Rossignoli – sarebbe stato messo in discussione il posizionamento della prima numerazione di tutte le tv locali, con evidente penalizzazione dell’intero comparto. In base alle sentenze potrebbero essere invece addirittura ipotizzati posizionamenti migliorativi per le tv locali.
“Desta preoccupazione – hanno indicato Giunco e Rossignoli – la conferma dell’annullamento dei criteri basati sulle graduatorie Corecom, ai fini dell’attribuzione delle numerazioni ad ogni singola tv locale”.
“La misurazione dell’ascolto – hanno proseguito Rossignoli e Giunco – realizzato sul territorio appare Infatti piuttosto difficoltosa”.
In particolare appare molto complessa la misurazione degli ascolti che sussistevano nel contesto analogico a distanza anche (per alcune regioni) di anni dallo switch-off.
Dovrebbero, inoltre, essere definite la metodologia tecnica dell’indagine, i relativi tempi, gli istituti di rilevazione, le modalità di finanziamento della ricerca.
Per quanto riguarda la prossima asta delle frequenze televisive per il digitale terrestre (un bene stimato da Mediobanca in 1-1,2 miliardi di euro, ndr), per la quale si attende il disciplinare di gara che dovrà essere emanato dall’Agcom, oggi è stato avviato un primo confronto sull’attività degli uffici in merito alla definizione delle procedure. Serve altro tempo per prendere le giuste decisioni per una materia complessa.
A fine agosto è, infatti, stato deciso di far slittare a fine ottobre o inizio novembre l’asta, in modo da dare più tempo all’Autorità, insediatasi lo scorso luglio (Leggi Articolo Key4biz).
Gli uffici del Ministero dello Sviluppo economico, cui spetta di bandire la gara, sarebbero già in contatto con quelli dell’Agcom, ed è stato sollecitato l’invio del regolamento di gara che, non appena pronto e con l’OK della Ue, arriverà al dicastero di Via Veneto che “avvierà subito la procedura”.
Sulla gara per le frequenze pesa anche il ricorso di Mediaset al Tar Lazio con cui ha impugnato il decreto di cancellazione del beauty contest (Leggi Articolo Key4biz).
L’incognita principale è legata a questo punto proprio al ricorso Mediaset. Ma non solo. Ci sono anche i tempi stretti. E l’incognita degli altri partecipanti alla gara. La Rai è in attesa, mentre Sky sembra intenzionata a tornare in corsa (Leggi Articolo Key4biz). Più difficile che le compagnie telefoniche entrino in lizza.