Cartello eBook: tre editori pagheranno 69 mln di dollari per risarcire i consumatori danneggiati

di Raffaella Natale |

Hachette, HarperCollins e Simon & Schuster pagheranno questa somma per evitare il processo che coinvolge anche Penguin Group, Macmillan e Apple.

Stati Uniti


eBook

I tre editori, che lo scorso aprile hanno raggiunto un accordo stragiudiziale con il Dipartimento di Giustizia USA per il presunto cartello sul mercato dell’eBook, dovranno pagare 69 milioni di dollari per i danni cagionati ai consumatori.

Secondo quanto si legge in una nota ufficiale, diramata dai procuratori degli Stati del Connecticut e del Maryland, l’editore francese Hachette e gli americani HarperCollins (News Corporation) e Simon & Schuster (CBS) hanno accettato di pagare questa somma ‘per compensare i consumatori’ che hanno acquistato libri digitali tra il 1° aprile 2010 e il 21 maggio 2012. Inizialmente s’era parlato di 51 milioni di dollari solo per due di questi editori, Hachette e Harper Collins.

 

Nell’ambito dell’accordo stragiudiziale i tre editori, che hanno deciso di trattare per evitare il processo, hanno anche accettato di modificare le loro pratiche per consentire ai distributori di eBook, come Amazon o Barnes & Noble, di ridurre eventualmente anche i prezzi dei loro titoli.

 

Il caso coinvolge anche altri due editori, che però hanno rifiutato l’accordo, Penguin Group (Pearson) e Macmillan (Bertelsmann), oltre che Apple.

Nell’ambito di questa vicenda, lo scorso maggio il giudice della Corte federale di New York, Denise Cote, ha anche accolto la class action presentata da un gruppo di consumatori contro Apple e i cinque editori (Leggi Articolo Key4biz). Per il giudice, infatti, “Esistono fondate ragioni per ritenere che Apple sia parte integrante di questo complotto, nato per eliminare la concorrenza nella vendita al dettaglio”.

 

Nell’ambito del processo,s’è anche deciso di mettere agli atti le interviste rilasciate da Steve Jobs per l’autobiografia scritta da Walter Isaacson (Leggi Articolo Key4biz).

Steve Brerman, uno dei legali coinvolti nella causa contro Apple e le altre società, ha dichiarato: “Isaacson ha effettuato numerose interviste a Jobs mentre il numero uno di Apple era coinvolto nell’entrata di Apple sul mercato degli eBook. Jobs ha discusso la strategia eBook di Apple e le trattative con Isaacson”.

 

Su questo presumibile cartello stanno indagando anche le Autorità Antitrust degli Stati Uniti e della Ue (Leggi Articolo Key4biz).

 

Fino al 2010, anno in cui Apple ha lanciato l’iPad, il mercato americano delle edizioni digitali era largamente dominato da Amazon, che aveva praticato una politica molto aggressiva di tagli sui prezzi per incentivare le vendite del proprio eReader Kindle.

Il sito di eCommerce comprava, infatti, i titoli dagli editori e fissava poi il prezzo a cui vendere al dettaglio, solitamente 9,99 dollari per eBook. In alcuni casi accadeva anche che vendesse in perdita. 

Poi Apple, hanno spiegato le autorità americane, “ha compreso d’avere un interresse in comune con gli editori”.

“Insieme, Apple e gli editori, hanno raggiunto un accordo che ha consentito di annullare la concorrenza (quello che volevano tutti), alzare nettamente i prezzi dei libri digitali (quello che volevano gli editori), e fissare un 30% fisso per Apple su ogni eBook venduto (quello che voleva Apple)”.

 

A seguito di questo nuovo modello di distribuzione, Amazon era stata costretta ad allinearsi alle condizioni offerte da Apple agli editori.

 

L’Antitrust statunitense, così come quello europeo, sostengono che la strategia messa in piedi da Apple, che permetteva agli editori di stabilire i loro prezzi, richiedendo però che essi non vendessero i loro eBook a prezzi inferiori altrove, abbia costretto i consumatori a pagare cifre molto più alte di quelle che in realtà avrebbero dovuto corrisponde (Leggi Articolo Key4biz).

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