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Mediaset arriva a perdere oltre il 10% in Borsa sulla scia dei conti in rosso. A rischio il dividendo

Italia


Come avevano anticipato gli analisti, Mediaset ha presentato una semestrale con utili in calo del 73% circa a 43 milioni di euro.

Stamani all’apertura dei mercati, il titolo era stato sospeso per eccesso di ribasso (minimo a quota 1,288 euro, non lontano dal minimo storico toccato il 25 luglio a 1,17 euro), per poi crollare anche oltre  il 10,2% a 1,277 euro, sulla scia dei conti presentati ieri dopo la chiusura della Borsa

 

“A parte le efficienze sui costi, risultate superiori alle attese – commenta un trader – dalla conference call di ieri con la comunità finanziaria non é arrivato alcun segnale in controtendenza. Anzi, la pubblicità di luglio e agosto ha accusato un -20% e l’azienda non ha confermato i rumors sul piano di risparmi allargato a 400 milioni”.

“Da questa mattina, sono molti gli investitori anglosassoni che hanno assunto posizioni short su Mediaset – segnala un altro operatore – Difficile che prima della prossima trimestrale arrivino indicazioni positive: su pay-tv, web advertising e piano costi il management ha respinto ogni ipotesi che potesse fornire un segnale positivo”.

 

A pesare sull’andamento a Piazza Affari anche il commento degli analisti di Mediobanca che hanno parlato di “Una fredda, fredda estate” per il Biscione.

 

Ieri il Cfo Marco Giordani ha ribadito il piano di 250 milioni di risparmi nel triennio, rimandando a novembre per un eventuale aggiornamento.

Il gruppo del Biscione non ha, infatti, fatto cenno all’ulteriore taglio di circa 150 milioni, costi che sarebbero stati anticipati a un tavolo sindacale in aggiunta ai 250 milioni già annunciati per il triennio.

Sul tema Giordani si è limitato a spiegare che “quella di 400 milioni di tagli complessivi non è un’indicazione della società alla comunità finanziaria: quella per noi rimane di 250 milioni, mentre la cifra di 400 milioni dipende anche dalla base che si considera per i calcoli”.

 

Giordani ha aumentato la guidance del tax rate 2012 al 60% e ha escluso operazioni straordinarie come una partnership nella pay-Tv  o la riduzione della quota in Ei Towers (Leggi Articolo Key4biz).

Nei giorni scorsi si era, infatti, parlato del possibile interessamento per Mediaset Premium della Tv del Qatar Al-Jazeera e della tedesca RTL del gruppo Bertelsmann (Leggi Articolo Key4biz).

Ha sorpreso, invece, in positivo nella riduzione dei costi con effetti positivi sulla marginalità operativa. E’ stato questo l’unico fattore in controtendenza rispetto a dati e prospettive negative.

Sul fronte pubblicitario le indicazioni peggiori: dopo il -10,2% del primo trimestre e il -13,4% del secondo trimestre, la raccolta di luglio e agosto è andata anche peggio (intorno al -20%) e non c’è visibilità su settembre. Su queste basi, Mediobanca ha dimezzato le stime di utile annuo a 27 milioni e prevede che quest’anno non ci sarà distribuzione di dividendi.

 

Banca Akros sottolinea l’utile operativo migliore delle attese, aggiungendo, però, che questo elemento è “appena sufficiente a compensare le prospettive più deboli del previsto sul resto dell’anno”: per questo motivo l’istituto conserva la previsione di 6 centesimi per azione come cedola sul 2012.

 

L’indebitamento è invece sceso sotto la soglia di 1,7 miliardi a 1,696 miliardi, in linea con le stime degli analisti. La priorità del gruppo è il deleverage, poi i dividendi, come ha infatti precisato Giordani.

 

L’anno scorso Mediaset ha ridotto la cedola da 0,35 a 0,10 euro e, in presenza di un ulteriore calo degli utili, non è da escludere che per il 2012 il dividendo salti del tutto. Così questa mattina numerosi broker hanno tagliato le stime e i target price sul titolo. Intermonte ha confermato la raccomandazione underperform e il prezzo obiettivo è stato rivisto da 1,05 a 1 euro, Equita ha abbassato il target price da 1,35 a 1,23 euro, confermando reduce.

 

Mediobanca, che prima era più ottimista, ha portato la raccomandazione da neutral a underperform con un target price che scende da 1,58 a 1,29 euro. Deutsche Bank valuta ora Mediaset a 1 euro (target precedente a 1,30 euro) e ha ribadito hold come Societe Generale che prima aveva un target a 1,1 euro (sell confermato).

Barclays, invece, nel ribadire equal weight, ha portato il prezzo obiettivo da 1,45 a 1,30 euro, Natixis da 1,4 a 1,3 euro (reduce) e Nomura da 1,35 a 1,30 euro (reduce). L’unico broker che al momento ha ancora fiducia in Mediaset è JP Morgan che ha mantenuto il rating positivo overweight, pur tagliando il prezzo obiettivo da 3,90 a 2,50 euro.

 

Anche JP Morgan ha comunque tagliato in modo consistente le stime (Eps 2012-2013 -89% a 0,02 euro e -72,4% a 0,08 euro per azione) per riflettere il deterioramento del contesto macro e della raccolta pubblicitaria in Italia e in Spagna (ora stima per la raccolta pubblicitaria  in Italia un calo del -14,2% e del -2% contro la previsione precedente di un -6,5%/+2,8%), oltre che il più alto tax rate, visto nei prossimi due anni salire da 45%/42% a 60%/55% rispettivamente.

 

JP Morgan, come Mediobanca, Barclays e Deutsche Bank, non si aspettano più la distribuzione di un dividendo per quest’anno a fronte di un utile netto visto a fine esercizio rispettivamente a 21 milioni di euro, a 27 milioni, a 53 milioni nel caso di Barclays e Deutsche Bank, quindi in netto calo rispetto ai 225 milioni del 2011.

 

I numeri di Mediaset, sostanzialmente in linea con le previsioni degli analisti, sono indicativi del momento di difficoltà dell’azienda di proprietà della Fininvest della famiglia Berlusconi.

In contrazione anche i ricavi: 1,999 miliardi contro i 2,253 miliardi del primo semestre dell’anno scorso. L’Ebit è diminuito a 146,4 milioni (-57%).

I ricavi di Mediaset Premium hanno tenuto a 260,1 milioni (263,9 un anno fa). In miglioramento il free cash flow a 303,1 milioni, in crescita sui 249,3 milioni del 30 giugno 2011.

 

Le previsioni per i prossimi mesi non sono rosee. La società di Cologno Monzese ha, infatti, ribadito la previsione di un utile netto consolidato 2012 “inferiore a quello registrato nel 2011″.

Sul fronte dei ricavi, viene ritenuto “poco probabile ipotizzare una crescita” rispetto all’esercizio passato. Infine, il mercato pubblicitario difficilmente potrà vedere nel secondo semestre una radicale inversione di tendenza, sia in Italia sia in Spagna (dove Mediaset è presente con Telecinco e Cuatro), rispetto a quella registrata nel primo semestre.

 

Anno molto difficile il 2012 per Mediaset che ha dovuto fare i conti con il calo della raccolta pubblicitaria e il passaggio al digitale terrestre con l’annullamento del beauty contest per l’assegnazione delle frequenze. Gli obiettivi sono ora due: da una parte ridurre l’indebitamento e, dall’altra, avviare con decisione il piano di riduzione dei costi.

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