Russia
E’ entrata oggi in vigore la controversa legge russa che istituisce le black-list dei siti internet, con l’obiettivo di tutelare i minori da ‘informazioni pericolose’ ma che, secondo molti osservatori, è solo un escamotage per censurare la rete.
La legge, firmata sabato dal presidente russo Vladimir Poutine, e pubblicata oggi sulla Gazzetta Ufficiale Rossiyskaya Gazeta, prevede la creazione di un registro federale che regolamenta l’attività dei siti web che contengono informazioni vietate dalla legge, obbligando i proprietari o gli internet service provider a bloccarli.
“L’istituzione, la formazione e la gestione di questo registro sono affidate a un organo ad hoc creato dal governo russo”, si legge in un documento che non fornisce altre precisazioni.
Approvata a metà luglio dai due rami del Parlamento russo, questa legge mira a contrastare la pedofilia online, a bloccare i siti che promuovono il consumo di droga o quelli che offrono consigli su come suicidarsi.
Nonostante questo, sono i molti a ritenere che in realtà le nuove norme celino il reale obiettivo del governo russo, che sarebbe quello di realizzare una vera e propria opera di censura di internet.
Wikipedia ha dimostrato tutta la sua disapprovazione, oscurando le sue pagine in russo, listate a lutto. “Immaginatevi un mondo senza conoscenza libera, aperta a tutta l’umanità”, ha scritto l’enciclopedia virtuale usata in gran parte del mondo, a parte casi come la Cina, dove la censura è particolarmente severa con la rete. E secondo Wikipedia il Parlamento russo punta proprio – con la norma – a creare una sorta di firewall, come già fatto da Pechino, che controlli e blocchi tutti i siti sospettabili di tramare contro la sicurezza dello Stato.
In meno di tre mesi, Vladimir Putin, che è tornato al Cremlino lo scorso 7 maggio, ha rafforzato i controlli sulla società russa dopo una mobilitazione di contestazione senza precedenti, con l’adozione di una serie di leggi definite repressive dall’opposizione.
Al primo posto tra i nuovi provvedimenti figura quello che prevede una stretta sorveglianza delle ONG che ricevono finanziamenti dall’estero e svolgono attività politica.
Introdotte inoltre pesanti sanzioni per gli organizzatori di manifestazioni non autorizzate.
Il premier Dmitri Medvedev, commentando quella che era ancora solo la proposta di legge, aveva dichiarato: “Devono essere rispettati i diritti e le libertà fondamentali delle persone, incluso il diritto di informazione, da un lato, e dall’altro, il diritto alla protezione da contenuti dannosi“. Aggiungendo, “La rete deve essere libera“.
Ma molte web company russe e straniere, tra cui Wikipedia, Yandex, VKontakte, LiveJournal, e il blogger di opposizione Aleksey Navalny, sono convinti che si tratti di censura.
Per spiegare la situazione, Navalny nel suo LiveJournal ha fatto un esempio un po’ al limite: “Nei commenti a qualsiasi sito web / blog / forum lasciano un link a ‘come cucinare LSD con grano saraceno e vernice verde’: il sito entrerà subito nella black-list dei siti proibiti, e il suo host inizierà a correre per tribunali per mesi, cercando di dimostrare di non essere un cammello”. “Allo stesso tempo, chi vuole davvero una ricetta per suicidarsi, trova ancora tutto il necessario entro tre secondi.