Mondo
E’ stato argomento centrale di discussione di tutta il fine settimana, e continuerà ancora per molto, la decisione del magnate Rupert Murdoch di lasciare i board dei quotidiani britannici e di diverse controllate della News Corp negli USA, in Australia e India.
La notizia è stata data sabato da un portavoce della holding dei media, che in Italia possiede la Tv satellitare Sky.
Stando alle dichiarazioni del portavoce, le dimissioni sarebbero legate a un’operazione interna al gruppo, “prima della scissione”, annunciata il mese scorso (Leggi Articolo Key4biz).
La decisione sarebbe, quindi, in linea con il previsto spin-off delle attività Editoriali da quelle di Entertainment.
Murdoch si sarebbe dimesso da News Corp Investments, News International Group Limited e dalla Times Newspaper Holdings. Anche se le Autorità americane competenti non hanno ancora dato alcuna comunicazione ufficiale.
Secondo alcuni media britannici, i dipendenti di Sun, Times e Sunday Times hanno ricevuto sabato una nota interna con la quale si comunicavano le dimissioni di Murdoch. Ma per il Telegraph le dimissioni risalgono alla settimana precedente.
Nella nota, stando al Guardian, si sottolinea altresì che Murdoch resta ‘pienamente impegnato’ con la presidenza di News International.
Lo spin-off testimonia l’incapacità degli asset editoriali di tenere il passo con la crescita delle attività di audiovisivo ed entertainment.
Il tycoon ha, infatti, già indicato che intende dividere le attività in due società distinte e quotate separatamente: Tv e cinema che generano quasi 23 miliardi di entrate ed Editoria che pesa solo 8,8 miliardi di dollari.
L’asset dell’Editoria vanta alcuni tra i nomi più prestigiosi del mondo (Wall Street Journal, Times of London, Dow Jones, etc.), ma questo settore soffre da diversi anni della disaffezione verso la carta stampata. A questo bisogna poi aggiungere lo scoppio del caso delle intercettazioni telefoniche, che ha portato un anno fa alla chiusura del tabloid britannico News of the World.
Più precisamente, s’è deciso di dividere le attività di Cinema e Tv – che comprende i canali Fox, gli studios 20th Century Fox e le due pay-Tv Sky Italia e BSkyB – da quelle riguardanti l’Editoria, in particolare l’agenzia di notizie finanziarie Dow Jones, i giornali tra cui il Wall Street Journal e il londinese Times, e la casa editrice Harper Collins (Leggi Articolo Key4biz).
Dopo aver ereditato dal padre un giornale a soli 23 anni, Rupert Murdoch ha creato un impero, la News Corporation, che nel 2011 ha fatturato 33 miliardi di dollari.
Nella nuova struttura societaria, il magnate manterrà la presidenza di ambedue le società e sarà amministratore delegato di quella più grande, l’intrattenimento.
Se l’attività editoriale non rappresenta che un quarto delle entrate del gruppo, gli analisti non gli attribuiscono che il 7% del totale del suo valore, a causa della debole crescita e dell’andamento negativo per il settore.
“La soluzione per l’editoria è solo una, il digitale“, ha detto Murdoch agli analisti in occasione dell’annuncio dello spin-off.
“La gente è disposta a pagare per l’informazione e oggi è la materia che ha più valore. Il mondo è sempre più complesso – ha detto il magnate – e la gente ha bisogno di sapere cosa succede”.
Alcuni analisti hanno interpretato la decisione di Murdoch come un segno di resa. Ma altri ne hanno evidenziato il carattere chiaramente strategico. L’esperto di media Steve Hewlett, ritiene che “Le dimissioni non sono sorprendenti considerato l’andamento del mercato”. L’operazione, secondo Hewlett, sarebbe quindi legata non alla parabola finale di Murdoch, ma a quella della carta stampata.
Il piano di scorporo è stato giudicato favorevolmente dal mercato (Leggi Articolo Key4biz). Secondo gli analisti, infatti, la società Entertainment, una volta tagliati i ponti con quella dei quotidiani al centro dello scandalo intercettazioni, potrà riprovare ad acquistare la quota di BSkyB non ancora in possesso di News Corp.
Si apprende intanto che News Corp lancerà in partnership con AT&T un business sull’istruzione chiamato Amplify, che svilupperà materiali, strumenti e sistemi di apprendimento digitale per ragazzi dalla scuola materna fino a quella superiore. E’ da tempo che News Corp ha in mente di investire nel settore dell’istruzione e lo scorso anno ha assunto Joel Klein, ex rettore delle scuole di New York City, a capo dell’iniziativa.