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Microsoft: analisti positivi sui risultati nonostante prima trimestrale in perdita

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Nonostante la prima perdita trimestrale della sua storia, a 492 milioni di dollari (6 centesimi per azione), i risultati di Microsoft hanno battuto le attese degli analisti, dando alla società di Redmond un po’ di respiro in vista di un anno di cambiamenti molto impegnativi.

La perdita è imputabile alla svalutazione di 6,2 miliardi di dollari dei propri assets in bilancio riferiti principalmente proprio all’acquisizione di aQuantive e al differimento di ricavi per 540 milioni di dollari per gli aggiornamenti del sistema operativo Windows.

 

Ma anche considerando le svalutazioni, Microsoft ha comunque registrato una crescita del 4% dei ricavi a 18,06 miliardi di dollari e mantiene una solida base finanziaria per affrontare le sfide future.

 

Escludendo gli oneri, la società avrebbe registrato un guadagno di 73 centesimi per azione (+6%), con entrate complessive per 18,6 miliardi dollari (+7) e un utile di 6,93 miliardi di dollari (+12%).

Gli analisti attendevano un utile per azione di 62 centesimi e un fatturato di 18,13 miliardi.

 

“Abbiamo registrato un fatturato trimestrale e annuale da record e fatturato e ci stiamo avvicinando velocemente alla stagione di lancio più emozionante della nostra storia”, ha dichiarato il Ceo Steve Ballmer.

“Nel corso del prossimo anno rilasceremo la prossima versione di Windows, Office, Windows Server, Windows Phone e molti altri prodotti e servizi che porteranno avanti il nostro business e forniranno un’opportunità senza precedenti per clienti e partner”, ha aggiunto.

 

Per l’anno fiscale 2012, il fatturato, l’utile operativo e l’utile per azione si sono attestati rispettivamente a 73,72 miliardi, 21,76 miliardi e 2 dollari per azione. Escludendo gli oneri, i ricavi, l’utile operativo e l’utile per azione sarebbero stati di 74,26 miliardi, 28,50 miliardi e 2,78 dollari per azione, in un aumento del 6%, 5% e il 5%, rispettivamente.

 

Nello specifico, la divisione Server & Tools ha registrato ricavi in crescita del 13% rispetto al trimestre precedente e del 12% su base annua grazie al buon andamento delle vendite SQL Server e System Center.

I ricavi della divisione Business sono cresciuti del 7% a 6,2 miliardi, trainati dalle vendite di Office 2010, presente in oltre 1 miliardo di Pc in tutti il mondo.

 

Rallenta invece la divisione Windows & Windows Live che segna un -13% sul trimestre precedente e -3% su base annua nonostante il buon andamento di Windows 7, adottato da oltre la metà delle aziende in tutto il mondo. La prossima versione del sistema operativo sarà lanciato il 26 ottobre.

 

I ricavi della divisione Online Services sono cresciuti dell’8% sul trimestre e del 10% su base annua, mentre quelli della divisione Entertainment and Devices sul trimestre sono cresciuti del 20% a 1,7 miliardi di dollari.  La console Xbox è rimasta in cima alle classifiche di vendita negli Usa per il 18esimo mese consecutivo.

 

Tra le sfide che la società dovrà affrontare nei prossimi mesi, il declino delle vendite di Pc che potrebbe avere ripercussioni sul successo di Windows 8.

La società sembra tuttavia preparata: il responsabile finanziario, Peter Klein ha sottolineato che “le attuali dinamiche del mercato Pc proseguiranno anche nel prossimo trimestre” e quindi le vendite di Windows rallenteranno, ma come sempre avviene prima del lancio di una nuova versione, per poi riprendere nei trimestri successivi, superando le vendite di Pc.

 

Anche gli analisti sono concordi nel ritenere che nonostante la prima perdita dal 1986, il futuro di Microsoft è solido, grazie a una roadmap di prodotti – Windows 8, Office 2013, Bing with social e il tablet Surface – che secondo Colin Gillis di BCG Partners “è la più entusiasmante dell’intera industria” e consentirà alla società di competere ad armi pari con i concorrenti dopo molto tempo.

 

L’entusiasmo è condiviso anche in Borsa, dove negli scambi after-hours l’azione ha guadagnato il 2,5% dopo una chiusura a 30,67 dollari sul Nasdaq. La società non riusciva a superare la soglia dei 30 dollari dallo scoppio della bolla internet, nel 2000.

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