Italia
Stare attaccati al cellulare, chiacchierare in chat o collegarsi a un social network migliora la qualità della comunicazione? La risposta, per gli italiani è: sì.
E’ quanto emerge dallo studio Eures “Comunicazione digitale – i nuovi stili della comunicazione”, secondo cui ogni giorno gli italiani passano in media due ore al telefonino, in chat o sui social network e la maggior parte (58,3%) considera queste attività utili per esprimersi meglio, grazie alla possibilità di avere riscontri immediati (83,7%) e per la maggiore continuità delle comunicazioni (36%).
Il saldo, tuttavia, non è per tutti positivo: c’è anche chi ritiene che la miriade di nuovi strumenti digitali diminuisca la qualità della comunicazione perchè limita la partecipazione emotiva (54,3%), la possibilità di interagire (37,2%) e la spontaneità (22,5%) ed aumenta il rischio di malintesi.
Tra gli elementi negativi, il 19,4% degli intervistati cita anche i rischi per la privacy.
E’ innegabile, tuttavia, la passione degli italiani per le comunicazioni digitali: sempre secondo lo studio Eures – basato lo studio sulle risposte di 618 adulti – ciascun intervistato sta al telefono circa un’ora al giorno (le donne si confermano più loquaci, con 67 minuti contro i 61 degli uomini); più o meno mezz’ora la si trascorre collegati al proprio profilo su un social network (anche qui le donne battono gli uomini 42 minuti contro 31) e circa 25 minuti a chiacchierare in chat.
I social network, in particolare, sono considerati utili per coltivare le amicizie e confrontarsi su questioni di attualità, politica e cultura.
Nonostante tutto questo proliferare di nuovi strumenti, resistono ancora gli sms – gli intervistati affermano di inviarne in media 16 al giorno – e le email (20 al giorno). Queste ultime si confermano lo strumento privilegiato in ambito lavorativo per gestire il curriculum vitae (86,4%), i preventivi (78,2%), le attività promozionali (72,8%) e l’organizzazione interna (73,8%).
Tra gli aspetti della vita quotidiana in cui invece (per fortuna) la comunicazione faccia a faccia, resistono i rapporti di coppia – anche se per il 35% degli intervistati vengono gestiti anche attraverso il telefono, gli sms (16,2%) e le e-mail (7,6%) e quelli familiari, dove i nuovi strumenti non attecchiscono facilmente. (a.t.)