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Mediaset avvia la cessione di un pezzo di Videotime. Le sedi regionali dovrebbero confluire in una newco

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Mediaset comincia a tagliare l’organico aziendale, sebbene fino a questo momento abbia sempre smentito la possibilità di ricorrere a soluzioni drastiche, al 31 marco i dipendenti erano 6.158, 24 in meno rispetto all’anno precedente.

Martedì 10 luglio, il gruppo ha comunicato la volontà di cedere il ramo d’azienda composto dalle dieci sedi regionali di Videotime, fondata nel 1981 dal Gruppo Fininvest per l’ideazione, la progettazione e la realizzazione dei programmi televisivi di Canale 5, Italia 1 e Rete 4 e il mantenimento tecnologico degli studi.

 

Lo stato di difficoltà di Mediaset, è stato ampiamente illustrato dal presidente Fedele Confalonieri lo scorso marzo in un incontro privato col premier Mario Monti (Leggi Articolo Key4biz).

Una riunione durante la quale Confalonieri ha parlato di ‘scelte difficili’, spiegando che davanti alla mancanza di prospettive l’azienda potrebbe tagliare 1 mld di investimenti e 2 mld di costi.

Una situazione su cui pesa anche l’asta per le frequenze televisive che, annullato il sistema di assegnazione gratuito del beauty contest contro il quale l’azienda ha fatto ricorso al TAR Lazio, comporterà altri esborsi.

La crisi potrebbe portare Mediaset a licenziare: finora, nonostante la congiuntura sfavorevole “abbiamo deciso di non intaccare i nostri livelli occupazionali”, ha precisato Confalonieri, ma ora “se non si pongono le basi di una ripresa della raccolta pubblicitaria e del settore sarà inevitabile farlo”.

 

L’azienda ha chiesto “il sostegno del sistema Paese” a partire da un’azione di Governo che guardi a un “aumento della produttività del lavoro e alla creazione di condizioni ambientali favorevoli per nuove iniziative imprenditoriali che portino occupazione”.

 

Ma la congiuntura economica continua e, viste anche le stime in calo sulla raccolta pubblicitaria diffuse da Upa, non sembra che nel breve termine la situazione possa migliorare.

 

Prospettiva confermata anche dal vicepresidente Pier Silvio Berlusconi che, in occasione della presentazione dei palinsesti autunnali, ha parlato di una ‘crisi veramente dura’ (Leggi Articolo Key4biz).

Il gruppo televisivo ha avviato un piano strategico che prevede tagli – 250 milioni di euro in tre anni, spartiti tra ‘decine e decine di voci’ – ma senza rinunciare a investimenti e qualità del prodotto. Anche se per il 2012 ha messo sul tavolo 2 miliardi che verranno spesi ‘in programmi e contenuti televisivi’, di cui la stragrande maggioranza, 1,5 miliardi, in Italia.

 

Per fronteggiare le difficoltà della pay-Tv Mediaset Premium, è anche alla ricerca di un partner e diverse aziende europee, si parla di Al-Jazeera e RTL del gruppo tedesco Bertelsmann, avrebbero già manifestato interesse (Leggi Articolo Key4biz).

 

Tuttavia martedì è arrivata la decisione di cedere – ai sensi dell’Art 47 ex Legge 428/90 -alcune sedi regionali di Videotime.

Un provvedimento contro il quale hanno già preso posizione i sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil che, in una nota congiunta, hanno espresso il loro dissenso per tale iniziativa aziendale.

I sindacati hanno chiesto un incontro immediato, già previsto per la giornata del 16 luglio a Cologno Monzese: “In tale contesto verranno prese tutte le iniziative e le proposte necessarie per cambiare la decisione adottata”.

 

In particolare, secondo quanto ricostruito in ambienti sindacali, il progetto di Mediaset sarebbe quello di scorporare da Videotime le sedi di Torino, Genova, Venezia, Bologna, Firenze, Ascoli, Napoli, Bari, Cagliari e Palermo, con relativi dipendenti, per conferirle in una newco che nel frattempo sarebbe stata creata ad hoc da un ex dirigente del Biscione degli anni ’80-’90. Sul tavolo ci sono le sorti di 64 lavoratori, solo l’1% della forza lavoro complessiva di Mediaset, e poco più del 6% dell’organico di Videotime (oltre mille dipendenti, concentrati a Milano).

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