Europa
Le reti a banda larga di nuova generazione sono una precondizione essenziale per rafforzare l’Europa sul versante dell’economia digitale – un settore vitale, la cui crescita dipende anche dalla forza delle società telefoniche, sulle cui infrastrutture poggeranno servizi chiave quali il cloud computing, la sanità elettronica, i contenuti e i servizi on-demand, la Connected Tv .
Circa un decennio fa, ha affermato il Commissario Ue per l’Agenda digitale, Neelie Kroes, “abbiamo introdotto con successo la concorrenza nel settore delle reti di telecomunicazioni. I risultati fino a oggi sono stati positivi per i consumatori e le imprese ma la transizione tecnologica in corso verso queste nuove, costose reti – che dovranno coesistere per un certo periodo con le attuali infrastrutture in rame – pone però una serie di sfide non tanto per il settore pubblico, che certo può essere d’aiuto, quanto per il settore privato, su cui grava la parte più importante degli investimenti necessari”.
Per affrontare queste sfide servono regole certe, coerenti e trasparenti e la Commissione europea ha presentato oggi le linee generali di un pacchetto che fornirà proprio quello di cui il settore ha bisogno: orientamenti normativi duraturi, che resistano almeno fino al 2020.
Il pacchetto, presentato a Bruxelles da Neelie Kroes e che dovrebbe essere approvato formalmente entro la fine del 2012, consta di tre elementi essenziali, messi a punto, si potrebbe dire, ‘per non scontentare nessuno’:
1) Regole più rigide sulla non discriminazione, volte ad assicurare che gli incumbent non godano di un vantaggio sleale nei confronti dei concorrenti. Questo implica l’introduzione di meccanismi che consentano agli operatori alternativi di avere gli stessi input dell’operatore dominante, evitando una contrazione artificiale dei margini e facendo in modo che gli OLO possano competere anche sulla qualità e sul servizio oltre che sul prezzo.
“Assicurare agli operatori alternativi un accesso veramente ‘alla pari’ alle reti già presenti sul mercato è probabilmente la più importante garanzia di una concorrenza sostenibile, sulle reti esistenti e nuove”, ha affermato Kroes.
2) Prezzi del rame stabili: La Commissione non interverrà per abbassare forzatamente il prezzo che gli operatori proprietari dell’infrastruttura praticano ai concorrenti per accedere alla rete. Diversi studi hanno provato che abbassare il prezzo di accesso alla rete in rame (dagli attuali 9 euro in media) non necessariamente porterebbe a maggiori investimenti nella fibra ottica. “Abbiamo bisogno di mirare a una maggiore coerenza nell’approccio alla regolamentazione dei prezzi negli Stati membri. Ci sono differenze giustificabili dovute alle condizioni locali, ma gli esiti attuali variano troppo”.
Stabilire se un aumento o una diminuzione dei prezzi del rame darebbe impulso agli investimenti nella fibra ottica “è una questione complessa: Diversi fattori spingono in direzioni diverse a seconda del contesto e del loro effetto sugli operatori alternativi e sugli incumbent. Ma la cosa più importante è che dopo aver esaminato tutte le prove e data la significativa relazione concorrenziale tra rame e reti NGA, non siamo convinti che una diminuzione graduale del prezzo del rame darebbe impulso agli investimenti NGA. In effetti, ora notiamo che gli investimenti nella fibra procedendo relativamente bene in alcuni Stati membri in cui i prezzi del rame sono in linea o al di sopra della media Ue”. In un contesto “fortemente polarizzato”, come ha ammesso la stessa Kroes, nelle scorse settimane, uno studio di Charles Rivers Associates è intervenuto per sottolineare come l’abbassamento dei prezzi di accesso al rame potrebbe addirittura scoraggiare gli investimenti nelle reti in fibra ottica.
3) Più flessibilità per i prodotti ‘next generation’ all’ingrosso: le autorità di regolamentazione nazionali non saranno più tenute ad applicare regolamentazioni dei prezzi orientate ai costi in quasi tutte le circostanze. Ci sarà, quindi maggiore flessibilità dei prezzi ma dipenderà dall’applicazione delle regole di non discriminazione e da un contrappeso concorrenziale dai servizi basati sulla rete in rame o altre infrastrutture, come il cavo e le tecnologie mobili di quarta generazione.
“Dobbiamo essere consapevoli degli effetti diretti e indiretti della regolamentazione. Ad esempio, la regolamentazione dei prezzi di accesso al rame può influire sulla determinazione dei prezzi e sul ritorno delle altre infrastrutture: le reti in fibra, gli upgrades basati sulla fibra, il cavo, forse anche il wireless. Nelle circostanze giuste, possiamo approfittare di questo puntando sulla regolamentazione del mercato all’ingrosso dei prezzi di altri prodotti essenziali”, ha spiegato la Kroes.
Quale sia la rete e chiunque sia l’operatore, secondo la Kroes, bisogna garantire un adeguato ritorno sugli investimenti e prima che questi vengano intrapresi: “bisogna tener conto dei rischi”, ha affermato, presentando il nuovo pacchetto di misure normativo.
“Questo pacchetto – ha affermato la Kroes – riequilibrerà la regolamentazione per concentrarsi meglio sulla parità di condizioni”.
Le nuove misure, ha aggiunto, “limiteranno l’intervento regolamentare ai casi strettamente necessari e terranno conto della graduale e difficile transizione dal rame alla fibra”.
Lo scorso ottobre, la Commissione ha lanciato due consultazioni pubbliche relative all’accesso regolamentato all’ingrosso alle reti di telecomunicazioni, alla metodologia di costo e alla non discriminazione, per garantire coerenza normativa in tutta Europa, sviluppare il mercato unico delle comunicazioni e contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Digital Agenda.
Le consultazioni hanno dato vita a un ampio dibattito sul ruolo della regolamentazione nella promozione della concorrenza e degli investimenti in un periodo di transizione tecnologica.
Diversi i contributi e le perizie dettagliate arrivati all’indirizzo della Commissione da diversi fronti: dal BEREC (Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche) alle autorità nazionali di regolamentazione (ANR), dalle associazioni, le aziende gli investitori.
Una volta esaminati accuratamente tali contributi, la Ue ha quindi annunciato questo nuovo pacchetto, tramite il quale garantire competitività al Continente in particolare mediante gli investimento nelle reti a banda larga ad alta velocità.
“L’intervento normativo dovrebbe chiaramente essere un enabler non un ostacolo. Una regolamentazione stabile nel tempo e coerente in tutta l’Europa può garantire una concorrenza sostenibile e investimenti efficienti”, ha affermato Kroes, sottolineando che un livello di intervento eccessivo “vincola la flessibilità e riduce la gamma e la qualità dei servizi che possono essere offerti ai consumatori”.
In particolare in un momento di transizione tecnologica, ha spiegato, sia gli incumbent che gli operatori alternativi devono essere in grado di esplorare nuove possibilità: per questo, per quanto possibile, “ci concentreremo sulle questioni vitali per una sana concorrenza, il che ci permetterà forse di alleggerire gli interventi altrove”.
Quel che è certo, ha detto ancora Kroes, è che la stabilità delle norme e la loro coerenza nel tempo “è un valore in sé, ed è vitale per costruire la fiducia da parte degli investitori e degli operatori”.
Ma c’è bisogno anche di flessibilità per potersi adattare a un contesto in continuo e veloce mutamento.
Gli operatori storici europei, riuniti in ETNO hanno sottolineato come la strategia presentata dalla Ue sia “positiva” sia per il settore delle telecomunicazioni che per il lancio di nuovi investimenti.
Secondo il presidente del board ETNO, Luigi Gambardella, le nuove misure contribuiranno a “porre fine a un lungo periodo di incertezza nel settore, rafforzando la fiducia degli investitori, fornendo una guida preziosa nell’ottica della strategia europea di crescita per il 2020”.
ETNO condivide, in particolare, l’analisi della Commissione secondo cui l’abbassamento dei prezzi all’ingrosso del rame condurrebbe a minori investimenti nelle reti ultra broadband e la scelta di un approccio non orientato al costo per determinare il prezzo delle reti in fibra ottica.
In questo modo, verrà “facilitata la pianificazione degli investimenti nelle reti di nuova generazione”.
Secondo gli analisti di Bernstein Research, l’annuncio della Commissione è “estremamente positivo per il settore” perchè riduce il rischio di una regolazione ‘punitiva’ per la rete fissa.
Diversi, secondo gli analisti, gli aspetti chiave dell’annuncio di oggi: innanzitutto, l’attuale regime rimarrà stabile fino al 2020, fornendo così un ambiente più solido per gli investimenti; in secondo luogo, ci sarà un robusto regime non discriminatorio in materia di accesso all’ingrosso alla banda larga; terzo, qualora vi sia sufficiente concorrenza tra reti (compresi cavo e LTE), la tariffazione NGA non sarà soggetta a regolamentazione.
Anche secondo Morgan Stanley, “le proposte dovrebbero contribuire a costruire fiducia sul lungo periodo”.
Diverse potrebbero essere le reazioni: “Gli incumbent potrebbero accelerare gli annunci di investimenti in VDSL e fibra, visto che potranno convertire in denaro la volontà di alcuni consumatori e aziende di pagare di più per avere velocità maggiori. Questo non succederebbe in un ambiente pienamente regolamentato”.
“A nostro avviso – hanno aggiunto gli analisti di Morgan Stanley – il pezzo finale del puzzle sarà l’introduzione di maggiore chiarezza sul tasso di rendimento adeguato ammissibile per i progetti in fibra quando diventerà dominante tra 5-10 anni. Al momento in cui le reti in rame saranno finalmente spente o diventeranno una minoranza delle connessioni internet non c’è ancora chiarezza sulla regolamentazione dei prezzi che ne deriverà”.
Gli operatori alternativi, rappresentati dall’associazione ECTA hanno accolto con favore le misure annunciate dalla Commissione, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti relativi alla non discriminazione. Riserve sono state invece espresse riguardo alle linee guida sul prezzo di accesso alle reti in rame, che potrebbero “danneggiare le condizioni concorrenziali sui mercati della banda larga e portare l’Europa nelle condizioni che precedevano la liberalizzazione del mercato”.
Le misure annunciate oggi, ha comunque chiarito Neelie Kroes, saranno accompagnate da altri interventi quali l’introduzione di nuovi strumenti finanziari nell’ambito dell’iniziativa Connecting Europe Facility (CEF) che potrebbero ‘tirare’ nel mercato anche investitori provenienti da altri settori.
Altre misure riguarderanno la riduzione dei costi di roll-out delle NGA: entro la fine dell’anno, la Kroes presenterà una proposta per replicare a livello europeo le migliori pratiche introdotte in alcune regioni nell’ambito, ad esempio, della condivisione e del riutilizzo dei cavidotti.
Per accelerare la diffusione delle reti mobili 4G, la Kroes sottolinea l’importanza dell’implementazione del Radio Spectrum Policy Programme.