Stati Uniti
Ross Levinsohn, l’attuale CEO ad interim di Yahoo!, potrebbe presto guidare la compagnia americana. Secondo l’edizione odierna del Financial Times, la decisione sarebbe ormai imminente.
Il board di Yahoo! s’è riunito ieri per scegliere il successore di Scott Thompson, dimessosi a maggio dall’incarico dopo lo scandalo scoppiato a seguito delle false informazioni sui suoi studi universitari riportate sul suo curriculum (Leggi Articolo Key4biz).
Thompson era arrivato alla guida di Yahoo! a gennaio di quest’anno, dopo diversi anni ai vertici di PayPal, per sostituire Carol Bartz, licenziata a settembre 2011 a causa di un andamento economico stagnante e per via dei cattivi rapporti con Alibaba, di cui il gruppo americano detiene il 40%.
L’ex CEO non è l’unica ‘vittima’ di questo affaire: prima di lui, anche un altro amministratore dell’azienda, Patti Hart, è stata costretta alle dimissioni, rea di aver caldeggiato l’assunzione di Thompson e di aver ‘chiuso un occhio’ sulle falsità contenute nel curriculum di Thompson.
Per il giornale britannico, che cita una fonte vicina al dossier, in lizza insieme a Levinsohn ci sarebbe anche Jason Kilar, CEO del sito di video Hulu. Questi i due nomi sui quali sta riflettendo il board, anche se pare che nel board ci sia una chiara preferenza per Levinsohn, come riporta anche il Wall Street Journal, di cui non ha mai fatto mistero neanche il nuovo presidente del consiglio d’amministrazione di Yahoo!, Fred Amoroso, in una lettera ai dipendenti.
Prima della sua nomina come CEO ad interim, Levinsohn era responsabile dell’area media del gruppo per i mercati mondiali. Il manager è arrivato a Yahoo! dopo aver presieduto la Fox Interactive Media (gruppo News Corp) per la quale ha gestito l’acquisizione di MySpace (che non depone certo a suo favore, ndr). Prima era stato dirigente di AltaVista e responsabile dei contenuti e dello sviluppo di CBS Sportsline.
In cinque anni, si sono avvicendati ben cinque CEO alla testa di Yahoo! (Terry Semel,Jerry Yang, Carol Bartz e l’ultimo Scott Thompson), segno di una strategia disordinata, ancora alla ricerca della formula vincente per tornare a crescere e ridurre lo scarto che separa il gruppo dalle altre web company, come Apple, Google, Facebook o Twitter.
