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Suicidi a France Telecom: l’ex ad Didier Lombard indagato per ‘molestie morali’

Francia


L’ex numero uno di France Telecom, Didier Lombard, è sotto inchiesta formale relativamente all’ondata di suicidi tra i dipendenti del gruppo tra il 2008 e il 2009.

Lombard – presidente e Ceo dal 2005 – lasciò l’azienda nel 2010 proprio in seguito alle critiche sulla sua gestione di questa crisi. E’ accusato di ‘molestie morali’ ed è stato rilasciato sotto sorveglianza giudiziaria dietro pagamento di una cauzione di 100 mila euro, dopo essere stato ascoltato per 4 ore dagli inquirenti. Pascal Gand, il magistrato che indaga sui casi di suicidio, ha sentito anche l’ex capo delle risorse umane, Olivier Barberot e l’ex numero due della compagnia, Louis-Pierre Wenes.

L’ex presidente era finito nell’occhio del ciclone per la sua scarsa empatia verso la crisi sociale che ha scosso l’azienda e che ha portato al suicidio di 58 dipendenti in tre anni, in seguito all’avvio di un piano di ristrutturazione che ha lasciato a casa circa 22 mila persone e costretto molti dipendenti, spesso prossimi alla pensione, a subire trasferimenti coatti o situazioni di lavoro degradanti. Ad aggravare la posizione di Lombard, che aveva definito ‘una moda’ quella dei suicidi, attirando le feroci critiche dei sindacati e le ire dei familiari dei dipendenti che si erano tolti la vita, anche un video in cui l’ex dirigente era stato immortalato a parlare con tono sprezzante ai lavoratori per avvisarli della criticità della situazione.

Il piano di mobilità coatta è stato infine sospeso, ma l’immagine dell’azienda ne è uscita distrutta e Lombard, che fino alla fine ha goduto dell’appoggio del governo, il 1° marzo 2010 ha infine dovuto cedere le proprie mansioni a Stephane Richard.

 

Ieri, in un’intervista al quotidiano Le Monde, Lombard ha difeso il piano di ristrutturazione, ammettendo che “può aver sconvolto i dipendenti” ma negando che possa avere un legame coi sucidi.

 

Eppure, la procura di Parigi ha deciso di aprire un’inchiesta e lo stesso amministratore delegato della società, Stephane Richard, a luglio del 2010, ha riconosciuto il suicidio di un dipendente – un funzionario di 51 anni che si è tolto la vita a Marsiglia, lasciando una lettera in cui attribuiva la causa del suo gesto a contrasti in azienda – come un incidente sul lavoro.

 

A marzo del 2010, un tribunale di Besancon aveva aperto un dossier per ‘omicidio colposo’ nel confronti di France Telecom e di responsabile del gruppo per la regione Bourgogne Franche-Comte, in relazione alla morte di un dipendente che si è tolto la vita nell’estate del 2009, dopo essere stato sottoposto a uno dei tanti trasferimenti forzati nell’ambito del piano di mobilità dei dirigenti, senza l’adeguata formazione e con in più l’onere di dover raggiungere obiettivi molto gravosi.

Secondo un report dell’Ispettorato del lavoro, quella morte non era da considerarsi un suicidio ma un “omicidio colposo per negligenza”: la società è stata quindi riconosciuta penalmente responsabile della violazione dell’articolo 121-3 del codice penale per “…aver deliberatamente messo in pericolo la vita altrui”.

L’inchiesta dell’Ispettorato ha chiarito senza ombra di dubbio che “…la direzione era a conoscenza dell’esistenza di un grave rischio legato alla salute mentale dei dipendenti”, dal momento che sia i medici del lavoro che la società Technologia – incaricata da France Telecom di stilare un rapporto sul livello di stress dei lavoratori – avevano evocato i rischi psicosociali della situazione creatasi in seno al gruppo.

 

Didier Lombard, in particolare, era stato accusato da molti dipendenti di aver tenuto una atteggiamento sprezzante nei confronti del loro disagio. Accuse confermate anche da un video nel quale il manager spiega ai dipendenti – in particolare a quelli delle divisioni periferiche – che “è finita l’epoca della pesca delle cozze”, e che “chi pensa di poter riposarsi sugli allori, e starsene tranquillo, si sbaglia”.

 

Se riconosciuto colpevole, Lombard rischia fino a un anno di prigione e una multa di 15 mila euro.

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