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Le sovvenzioni sull’acquisto degli smartphone sono una spina nel fianco per gli operatori europei perchè portano a una riduzione dei margini e aumentano la volatilità dei ricavi. Lo dice Fitch Ratings, secondo cui anche se molti operatori sono tentati di porre fine a questo business model – che ha consentito a tantissimi consumatori di acquistare lo smartphone a un prezzo fortemente scontato, in cambio della sottoscrizione di un abbonamento della durata di uno o due anni – la feroce competizione in alcuni mercati impedisce azioni unilaterali.
I contributi all’acquisto degli smartphone servono principalmente a mantenere legati i clienti per un lungo periodo e ad aumentare la penetrazione di questi device, con la prospettiva di una crescita dei ricavi del traffico dati.
Tuttavia, notano gli analisti, una penetrazione superiore al 50% si registra solo sui mercati nordici, dove gli operatori hanno deciso di ‘tagliare’ le sovvenzioni sulle ultime tecnologie.
Su questi mercati è anche evidente una forte concentrazione: in Norvegia e Svezia, ad esempio, il mercato mobile è dominato, rispettivamente da Telenor e TeliaSonera: entrambe hanno rinunciato alle sovvenzioni preferendo puntare sulla qualità della rete, tra le migliori e più avanzate tecnologicamente d’Europa.
Lo scorso anno, rivela Reuters, le compagnie telefoniche europee hanno raddoppiato la spesa per i dispositivi a 13 miliardi di euro, il che vuol dire che la spesa per sovvenzionare l’acquisto degli smartphone è stata addirittura superiore a quella affrontata per l’aggiornamento delle reti. A livello globale, secondo i dati di Bernstein Research, la spesa per i sussidi all’acquisto è crescita del 40% dal 2009 al 2011, per raggiungere 48,5 miliardi di dollari (Leggi articolo Key4biz).
Nei mercati europei più competitivi e frammentati come la Francia, la Germania e il Regno Unito, i margini degli operatori sono diminuiti del 30%. In Italia, dove gli operatori si stanno limitando per lo più a offrire sconti su alcuni modelli, o anche in Russia, dove non esistono sovvenzioni all’acquisto, “i margini si attestano intorno al 40%”, dice Fitch.
Trascurando i fattori macroeconomici, la Francia è il paese con le peggiori prospettive a breve termine: gli operatori hanno sempre offerto alte sovvenzioni, ma solo un terzo della popolazione ha acquistato uno smartphone e il recente ingresso di Free, il quarto operatore mobile sul mercato, ha fatto crollare le tariffe del 20%.
Ci vorrebbe, insomma, un vasto consolidamento per non intaccare i profili di credito degli operatori, ma in molti mercati europei questo processo è rallentato dalle autorità antitrust, che temono il riformarsi di vecchi monopoli.
“Anche nei Paesi in cui le sovvenzioni hanno contribuito all’aumento dei tassi di penetrazione, non c’è garanzia che questo porti a un aumento dei profitti”, spiegano gli analisti di Fitch.
“Le alte tariffe necessarie per mantenere le sovvenzioni potrebbero infatti provocare un ulteriore crollo dell’uso dei servizi mobili, spingendo i clienti a utilizzare i servizi VoIP come Skype per eludere il caro-prezzi, come sta già avvenendo in Spagna o nei Paesi Bassi, dove circa il 40% della popolazione possiede uno smartphone” ma l’uso dei servizi mobili è diminuito per via della crisi.