Unione Europea
“L’infrastruttura in banda larga superveloce diventerà un fattore determinante nell’assicurare la fortuna economica di città e regioni”. Questo il parere di Nadia Babaali, Communications Director di FTTH Council Europe.
La Commissione UE, per esempio, stima che ad ogni aumento del 10% della penetrazione della banda larga corrisponda una crescita economica tra l’1% e l’1,5%. Per spingere questa crescita, gli Stati Membri dell’UE sono stati incoraggiati a implementare l’Agenda Digitale Europea, un articolato progetto teso a creare un unico mercato europeo per i servizi digitali.
La Commissione UE, ricorda ancora la Babaali, stima che per rimanere competitiva con le altre aree del mondo l’Europa si dovrà dotare entro il 2020 delle reti di accesso di nuova generazione (NGA) per garantire che il 50% delle famiglie europee abbia una connessione a 100 Megabit per secondo (Mbps) e che il 100% degli abbonati riesca a scaricare alla velocità minima di 30 Mbps. Finora, 21 Stati Membri hanno definito gli obiettivi quantitativi di copertura per lo sviluppo delle reti NGA con l’obiettivo di raggiungere velocità di download da 25 Mbps a 1 Gigabit per secondo (Gbps) con copertura tra il 75% e il 100% della popolazione.
“Tuttavia – sottolinea il Communications Director di FTTH Council Europe – questi obiettivi non si stanno ancora traducendo nella costruzione estesa delle necessarie reti a banda larga superveloci e in un corrispettivo aumento dell’uso della fibra ottica. Ne consegue che l’Europa sta rallentando rispetto agli altri paesi”.
Alla fine del 2011, l’Unione Europea ha avuto 4,5 milioni di abbonati FTTH/B, secondo le stime di IDATE, rispetto ai 54,3 milioni in Asia Pacifico e 9,7 milioni in Nord America. E in Paesi come Germania, Gran Bretagna e Spagna, la penetrazione della fibra è sotto l’1% del totale delle famiglie.
Secondo la Babaali, per fare in modo che l’Agenda Digitale diventi realtà, “i Governi dovranno essere più proattivi, con interventi legislativi e incentivi adeguati a far sì che un numero sufficiente di reti NGA venga costruito entro il 2020. Il risultato sarà un mix di leggi più semplici e di infrastruttura che faciliterà i rapporti internazionali favorendo la crescita economica”.
Uno degli elementi chiave dell’Agenda Digitale è l’obiettivo di eliminare i rischi di digital divide, il desiderio di sradicare il potenziale digital divide nei Paesi in cui non vi saranno adeguati incentivi agli operatori commerciali per costruire un’infrastruttura ad alta velocità in particolari aree. Una soluzione, dice sempre la Babaali, potrebbe essere lo sviluppo di modelli di partnership pubblico-privati (PPP) a livello nazionale o locale. Questo potrebbe agevolare il finanziamento delle reti ad alta velocità e, in ultima analisi, permettere di fornire servizi che vadano a vantaggio del cittadino.
Una ricerca di OECD ha rilevato che il risparmio economico derivato dall’uso di un’infrastruttura NGA in 4 settori dell’economia – trasporti, sanità, elettricità ed istruzione – potrebbe da solo giustificare la costruzione di una rete in fibra ottica nazionale. Certamente, i Governi che agevolano la costruzione di reti FTTH saranno in grado di fornire servizi pubblici in modo più efficace: per esempio, l’offerta di servizi sanitari online darà la possibilità di fornire consulti da remoto, usando il video nelle aree rurali o ai pazienti non in grado di andare in ospedale. In aggiunta, i cittadini con l’accesso da casa a reti superveloci potranno facilmente optare per il telelavoro, con enormi vantaggi sia per le aziende sia per i lavoratori in termini di costi e flessibilità. Tutto questo apre infine nuove opportunità per rafforzare le zone rurali o economicamente depresse.
Al momento, il termine scelto dalla Commissione UE per descrivere i progressi fin qui fatti dai singoli Governi in termini di implementazione dell’Agenda Digitale è “moderati”.
“Molti fattori stanno rallentando l’azione dei governi, non ultimo il costo. Fornire una velocità di accesso di 100 Mbps al 50% delle famiglie europee costerebbe tra i 181 e i 268 miliardi di euro, secondo le stime contenute nella Broadband Communication dell’Agenda Digitale”.
I risultati preliminari di un modello di costo sviluppato da FTTH Council Europe mostrano che il costo per realizzare gli obiettivi dell’Agenda Digitale mediante la fibra dovrebbero collocarsi nella fascia bassa di questo intervallo, con un investimento complessivo stimato di 192 miliardi di euro. Inoltre, c’è potenziale per enormi risparmi, per esempio attraverso il riutilizzo o la condivisione dell’infrastruttura esistente. Coordinare tali misure di contenimento dei costi deve essere un obiettivo primario per governi e authority.
Ci sono segnali incoraggianti in termini di collaborazione tra organizzazioni private ed enti locali, il che significa che i Governi nazionali non dovranno sostenere le spese da soli. Questo porterà a un aumento nelle reti di accesso in fibra sia a livello retail sia wholesale che potranno costituire la base per i futuri servizi innovativi.
In Europa, diverse città hanno già riconosciuto l’importanza delle reti in fibra superveloci per assicurare il proprio futuro economico e hanno incoraggiato investimenti da parte di aziende private. A Monaco, per esempio, l’azienda di servizio pubblico SWM insieme all’operatore di telecomunicazioni M-net sta investendo 250 milioni di euro per la costruzione di reti in fibra ottica con l’obiettivo di collegare entro il 2013 350.000 abitazioni, la metà di tutte le case nella città. A Stoccolma, il comune ha creato un organismo, quasi totalmente finanziato da organizzazioni private, per costruire una rete FTTH wholesale da affittare a service provider privati.
In Olanda, investitori privati hanno collaborato con l’incumbent KPN per raggiungere con la fibra ottica la maggioranza della popolazione nell’arco di 5-10 anni, con il risultato di avere già raggiunto 1 milione di case, con il 40% di abbonati. Intanto in Gran Bretagna, CityFibre vuole offrire la fibra ad almeno 100 Mbps a un milione di case e 50.000 aziende nelle città più piccole.
Per realizzare infrastrutture nazionali strategiche, tuttavia, toccherà ai Governi d’Europa giocare un ruolo cruciale di coordinamento tra tutti gli stakeholder, comprese le autorità locali e regionali, gli investitori privati e le authority. Il Portogallo, per esempio, ha investito fondi ricevuti dall’European Economic Recovery Plan per implementare reti di accesso di nuova generazione in 140 comuni rurali, chiedendo ai partecipanti alla gara di connettere almeno il 50% della popolazione di una regione alla velocità di almeno 40 Mbps. Il paese ha anche aperto una linea di credito di 800 milioni di euro agli investitori in reti NGA. La Francia, nel frattempo, ha varato una legge per facilitare la cooperazione tra operatori per la posa della fibra, con l’obiettivo di offrire copertura di banda larga superveloce al 70% della popolazione entro il 2020, per raggiungere il 100% entro il 2025. Alla fine del 2011 l’authority per le telecomunicazioni francese stimava che circa la metà dei previsti 19 miliardi di euro necessari per costruire su scala nazionale reti in banda larga veloce verrà da finanziamenti pubblici.
La realtà per i governi e i loro partner è chiara. Col proliferare di servizi e dispositivi che richiedono sempre più capacità, è prioritario costruire un’infrastruttura “a prova di futuro” in grado di adattarsi facilmente alla crescita e alle modalità di utilizzo della banda larga.
“Ma molti Governi – conclude il Communications Director di FTTH Council Europe – sono ancora lontani dall’affrontare con decisione la sfida di sviluppare un’infrastruttura NGA a prova di futuro. Alcuni addirittura continuano a domandarsi se serva davvero perseguire gli obiettivi fissati dall’Agenda Digitale. Ma la storia dimostra che le trasformazioni economiche dipendono dall’infrastruttura. Se l’Europa non inizia seriamente a implementare le reti a banda larga di domani rischia di non giungere a quella crescita economica di cui necessita disperatamente“. (r.n.)
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