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Otto soluzioni per crescere nel mondo digitale. Sono quelle presentate al vicepresidente della Commissione Ue e responsabile per la Digital Agenda Neelie Kroes, in occasione del Media Futures Forum tenutosi ieri a Bruxelles.
1. Trasformare l’Europa in un mercato unico digitale entro il 2015;
2. Promuovere nuovi business model;
3. Supportare i creatori e la creazione di contenuti;
4. Sostenere finanziariamente l’audiovisivo;
5. Assicurare uguali condizioni per tutti;
6. Evitare nuove barriere all’entrata;
7. Aumentare l’accesso e l’uso di contenuti e servizi legali in ogni Paese Ue e su ogni dispositivo dei cittadini Ue;
8. Sviluppare rapidamente le infrastrutture del futuro.
Sono questi suggerimenti che gli operatori hanno messo nero su bianco e consegnato nelle mani del Commissario Ue.
La Ue, ha detto la Kroes, possiede media e industrie creative meravigliose, tant’è che tra i primi dieci editori a livello mondiale per fatturato, sette sono europei.
Dal cinema agli show televisivi, passando per le agenzie di stampa e la musica, oggi l’Europa è driver nel mondo in molti di questi settori.
Ma il futuro, ha sottolineato il Commissario Ue, è digitale: la gente cerca sempre più su internet i contenuti e il settore deve raccogliere questa sfida per restare in gioco.
La domanda che si pone la Kroes è: gli operatori accoglieranno il cambiamento o aspetteranno immobili che questo passi?
La Kroes s’è però detta fiduciosa che ci saranno player pronti a raccogliere la sfida, consapevoli che per restare competitivi bisogna investire nel digitale.
Da qui l’esigenza di creare, lo scorso dicembre, questo Media Futures Forum, chiamato a raccogliere spunti, idee, ad analizzare le tendenze.
Un progetto, ha commentato la Kroes, che mette insieme un gruppo variegato di persone con esperienze diverse, dai mezzi di comunicazione tradizionali ai social media, ai produttori di dispositivi. Tutti insieme per fornire soluzioni per una “Fast-forward Europa“.
Nonostante le differenti posizioni, tutti concordano nel ritenere che l’approccio attuale non funziona, che bisogna agire diversamente, sollecitare il cambiamento dell’industria ma anche dei decisori politici. “Elementi essenziali per la crescita, la creazione di posti di lavoro, e il pluralismo dei media“, ha ribadito la Kroes.
Il Commissario Ue ha detto che il Report merita un’attenta lettura, perché tratta temi essenziali, dalla ultrabroadband ai pagamenti online, per assicurare l’accesso ovunque nella Ue.
“Uno dei settori dove abbiamo cominciato ad avviare questi cambiamenti è quello dell’eBook”, ha informato la Kroes.
Proprio ieri, infatti, alla Tavola Rotonda organizzata a Bruxelles su iniziativa del Commissario Ue e promossa dalla Federazione degli Editori Europei (Fep) e dei Librai Europei (Ebf), s’è discusso del futuro dei libri digitali.
Un evento che ha coinvolto i più importanti operatori europei del mondo del libro per discutere delle politiche europee relative ai libri digitali (Leggi Articolo Key4biz).
Al centro del confronto, quindi, l’Iva sugli ebook, il diritto d’autore, l’interoperabilità e l’accessibilità ai libri digitali, senza barriere tra uno Stato e l’altro, tra una piattaforma e l’altra e tra un device e l’altro. Necessario, inoltre, evitare monopoli o posizioni dominanti soprattutto nella distribuzione digitale. Focus anche sulla pirateria e i danni prodotti al mercato dei libri digitali.
Si fa strada, anche a livello comunitario, l’esigenza di applicare al più presto un regime fiscale neutrale per gli eBook, tale però da non danneggiare le vendite di libri cartacei.
Spesso, ha detto la Kroes, i libri di carta beneficiano di un’aliquota IVA ridotta, ma questo non vale per gli eBook.
Ma perché – s’è chiesta – dovrebbe esserci una discriminazione fiscale nei confronti di una versione digitale che riproduce lo stesso contenuto?
Per il Commissario Ue è, quindi, necessario porre fine a queste discriminazioni e rendere gli eBook disponibili in Europa anywhere, anytime e any device.
Dalla sua, la Kroes, s’è impegnata a sostenere nel miglior modo possibile gli operatori e a eliminare gli ostacoli alla crescita, in modo che l’industria possa realmente cominciare a pensare in modo ‘europeo’, e realizzare economie di scala per il successo mondiale.
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