Europa
È stata confermata dalla Corte di Giustizia Ue la penalità di mora imposta a Microsoft per non aver permesso ai suoi concorrenti di avere accesso, a condizioni ragionevoli, alle informazioni relative all’interoperabilità.
Il Tribunale ha tuttavia ridotto l’ammontare della penalità di mora da 899 a 860 milioni di euro per tener conto del fatto che la Commissione aveva consentito alla società di applicare, fino al 17 settembre 2007, dei limiti riguardo alla distribuzione dei prodotti ‘open source’.
La vicenda risale al marzo del 2004, quando la Commissione inflisse alla società di Redmond una multa di oltre 497 milioni di euro per abuso di posizione dominante.
Due, nello specifico, i comportamenti sanzionati: il primo consisteva nel rifiuto di divulgare ai propri concorrenti, tra l’ottobre 1998 e il 24 marzo 2004, talune “informazioni relative all’interoperabilità” e di autorizzarne l’uso per lo sviluppo e la distribuzione di prodotti concorrenti sul mercato dei sistemi operativi per server per gruppi di lavoro.
A titolo di misura correttiva la Commissione aveva imposto a Microsoft di rendere accessibili tali informazioni e di autorizzarne l’uso a condizioni ragionevoli e non discriminatorie.
Dopo l’adozione della decisione del 2004, la Commissione e Microsoft hanno avviato un dialogo volto ad instaurare un meccanismo di divulgazione delle informazioni relative all’interoperabilità. Ritenendo che la società non avesse fornito una versione precisa e completa delle informazioni relative all’interoperabilità nel termine fissato dalla decisione del 2004 e che i tassi di remunerazione pretesi dalla Microsoft per fornire l’accesso a tali informazioni non fossero ragionevoli, la Commissione ha quindi adottato varie decisioni che imponevano la penalità di mora.
Considerando che Microsoft non si fosse conformata alla decisione del 2004, con una decisione del luglio 2006, la Commissione ha imposto una penalità di mora per un importo di 280,5 milioni di euro, confermata da una sentenza del 17 settembre 2007 del Tribunale, uno dei tre organi giurisdizionali dell’autorità giudiziaria dell’Unione europea.
Dal momento, quindi, che i tassi di remunerazione proposti da Microsoft per permettere l’accesso alle informazioni relative all’interoperabilità non erano ragionevoli, nel febbraio 2008 è stata comminata una nuova penalità di mora, per l’importo di 899 milioni di euro, per il periodo 21 giugno 2006-21 ottobre 2007.
Microsoft aveva chiesto al Tribunale di annullare tale decisione o, in subordine, di annullare o ridurre l’importo della penalità di mora.
Nella sua sentenza odierna, il Tribunale ha confermato sostanzialmente la decisione della Commissione e respinto tutti gli argomenti avanzati da Microsoft per ottenerne l’annullamento.
Il Tribunale ha tuttavia considerato necessario rivedere l’importo della penalità di mora per tener conto di una lettera della Commissione datata 1° giugno 2005. In tale lettera la Commissione accettava che Microsoft potesse limitare la distribuzione dei prodotti sviluppati dai suoi concorrenti ‘open source’ in base alle informazioni relative all’interoperabilità non coperte da brevetto e non innovative, sino alla data della pronuncia della sentenza del Tribunale, ossia sino al 17 settembre 2007 (a.t.).