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Inchiesta criticità delle reti: calamità naturali ed eventi imprevedibili. Il contributo di Federico Descalzo (Italtel)

Italia


Continua l’inchiesta di Key4biz sulle criticità delle reti di telecomunicazione di fronte a ‘eventi imprevedibili’ quali terremoti o altre calamità naturali. Situazioni di emergenza per le popolazioni colpite, che proprio in questi momenti avrebbero invece maggiore bisogno di poter comunicare, per rassicurare i loro cari e, soprattutto, per poter avvisare i servizi di soccorso.

 

 

Come affrontare queste fragilità, cosa possono fare le aziende e le amministrazioni?

 

 

Proponiamo oggi il contributo di Federico Descalzo, responsabile Smart Networks & Products di Italtel.

 

 

“Mi è capitato di vivere una situazione di emergenza, in occasione degli attentati del 7 luglio 2005 a Londra. In tale circostanza, che ha comportato l’evacuazione di molte aree della città, per diverse ore le reti telefoniche fisse e mobili risultavano inservibili per le chiamate voce, mentre gli SMS hanno avuto solo alcuni periodi di disservizio e la connessione a internet fissa e mobile è rimasta sempre disponibile.

Sono riuscito ad effettuare una videocomunicazione con casa, quando ancora andavano solo gli SMS e le telefonate da rete fissa venivano abbattute alla prima cifra… Questa esperienza mi ha fatto molto riflettere sul ruolo delle reti pubbliche in una situazione di emergenza.

 

Il tema della preparazione rispetto ai fenomeni naturali è ben più ampio della mera adeguatezza del sistema di telecomunicazioni, in quanto è la società tutta che deve essere pronta a confrontarsi con eventi e situazioni straordinarie, caratterizzate da un forte impatto psicologico, emotivo e comportamentale. Si tratta di sviluppare e diffondere una maggiore consapevolezza, a tutti i livelli, che faccia ripensare il fenomeno naturale “eccezionale” come ad una circostanza che si potrebbe verosimilmente verificare e rispetto alla quale tutti hanno il dovere e la convenienza di farsi trovare pronti. Il comportamento della società giapponese, in occasione dei recenti eventi catastrofici, è esemplare da questo punto di vista. Questo significa investimenti in infrastrutture ma anche una formazione dei cittadini rispetto ai comportamenti da adottare in caso di calamità naturale o emergenza in genere.

 

Un valido supporto ci viene oggi offerto dai social network, che si sono spesso rivelati il mezzo più efficace e rapido per una diffusione virale delle informazioni quando per fatti eccezionali le infrastrutture di comunicazione fissa o mobile erano temporaneamente non utilizzabili, come nel caso degli avvenimenti politici che hanno coinvolto lo scorso anno alcuni paesi del Nord Africa. Questi possono essere sfruttati come risorsa aggiuntiva di comunicazione da parte di qualsiasi soggetto pubblico chiamato a gestire un’emergenza, nonché quale mezzo efficace per la comunicazione tra le persone, evitando di sovraccaricare la rete voce.

 

La sicurezza, l’affidabilità e la disponibilità delle reti dipendono in gran parte dalle caratteristiche intrinseche delle tecnologie che le abilitano, dalla specifica ingegnerizzazione delle reti stesse, nonché dal grado di investimento. Quest’ultimo determina il livello di ridondanza delle risorse critiche e di garanzia sul mantenimento dell’operatività, in caso di interruzioni dell’erogazione di energia elettrica o di perdita di visibilità degli altri nodi della rete.

 

Come noto, qualsiasi rete di telecomunicazioni concepita per l’esercizio commerciale viene dimensionata in maniera tale da garantire il traffico di picco, calcolato normalmente in relazione ai valori registrati nelle ore di punta della giornata, e mantenendo un certo margine di sicurezza. Oltre questi valori di traffico, i nodi della rete si proteggono dal sovraccarico e scartano le richieste di servizio, sia mediante meccanismi automatici, sia con applicazione di controlli manuali o automatici, impostati dall’operatore.

 

In una situazione di calamità naturale possiamo identificare due fondamentali tipologie di comunicazione esplicitamente collegate all’emergenza: da un lato, quelle originate da qualsiasi soggetto che si trovi in difficoltà e destinate ad un centro di gestione dell’emergenza;  dall’altro, le comunicazioni tra questo stesso centro di emergenza e la popolazione o altri centri di coordinamento locale delle operazioni (118, VV.FF., ecc.). Queste sono le uniche tipologie di comunicazione che devono essere preservate e garantite. Diverso è il caso delle comunicazioni  tra generici utenti della rete per ricevere o fornire rassicurazioni e conforto che, per quanto detto prima in relazione al dimensionamento delle reti commerciali, saranno sempre servite in modalità “best effort”.

Indubbiamente sarebbe opportuno avere un coordinamento sul tema della gestione delle emergenze non solo a livello nazionale bensì a livello europeo. In tal modo, si conseguirebbe una auspicabile omogeneizzazione dei servizi in caso di emergenza (pensiamo al numero unico per le emergenze che ancora in Italia stenta a decollare…).

 

Rispetto a quanto implementato attualmente in Italia, sarebbe possibile, grazie alle tecnologie moderne, riservare risorse (banda), sia nel segmento di accesso alla rete, sia internamente nelle reti “core”, in modo tale da privilegiare le comunicazioni di emergenza, rendendole prioritarie rispetto a qualsiasi altra comunicazione “normale”. Nelle reti militari esiste anche la possibilità di avere meccanismi di “preemption”, che permettono – se necessario – di abbattere una comunicazione per consentire lo svolgimento di una conversazione prioritaria.

Questi stessi meccanismi potrebbero essere, almeno in parte, applicati anche alle reti pubbliche, sia per quanto riguarda la commutazione a circuito che a pacchetto. In particolare, per quello che riguarda le reti a pacchetto, queste sono dotate di meccanismi intrinseci di riconfigurazione e adattamento dinamico e che consentono di ripristinare il grado massimo di servizio ottenibile in ogni momento, nonché di stabilire diversi livelli di priorità nel trattamento dei pacchetti stessi. La recente delibera n. 128/11/CIR stabilisce che, dal 1 gennaio 2013, l’unica modalità di interconnessione tra operatori di rete fissa sia quella basata su IP. È pertanto auspicabile una progressiva migrazione delle reti verso tale tecnologia, mantenendo un’attenzione specifica alle garanzie di fornitura dei servizi di emergenza.

Italtel ha maturato una vasta esperienza su questo tema specifico, essendo stata protagonista del primo deployment in Europa di servizi PATS basati su H.248, fornendo la garanzia della “lifeline”.

Italtel ha sviluppato in passato progetti concreti finalizzati allo sviluppo di piattaforme collaborative per la gestione intelligente delle segnalazioni di allerta e la prevenzione di eventuali disastri ambientali ed è pronta a mettere a disposizione il proprio supporto tecnico-consulenziale in modo da proporre concretamente quei meccanismi che possono migliorare la qualità, l’affidabilità e la disponibilità delle reti in occasione di eventi critici”.

 

Per ulteriori approfondimenti leggi:

 

Inchiesta criticità delle reti: calamità naturali ed eventi imprevedibili. Il contributo di Franco Fiumara (Ferrovie dello Stato)

 

Inchiesta criticità delle reti: calamità naturali ed eventi imprevedibili. Il contributo di Gianluca Verin (Athonet)

 

Inchiesta criticità delle reti: calamità naturali ed eventi imprevedibili. Il contributo di Roberto Opilio (Telecom Italia)

 

Inchiesta criticità delle reti: calamità naturali ed eventi imprevedibili. Il contributo di Achille De Tommaso (Skylogic)

 

Inchiesta criticità delle reti: calamità naturali ed eventi imprevedibili. Il contributo di Gianluca Baini (Alcatel-Lucent Italia)

 

Inchiesta criticità delle reti: calamità naturali ed eventi imprevedibili. Il contributo di Gabriele Falciasecca (Lepida)

 

Inchiesta criticità delle reti: calamità naturali ed eventi imprevedibili. Il contributo di Nicola De Carne (Wi-Next)

 

Inchiesta criticità delle reti: calamità naturali ed eventi imprevedibili. Il contributo di Francesco Vatalaro (Università Tor Vergata)

 

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