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Cloud: Neelie Kroes propone una ‘strategia europea’ per tagliare i costi pubblici facendo leva sul mercato unico

Europa


Il cloud computing può generare 800 mila posti di lavoro e benefici economici per oltre 200 miliardi di euro. Ecco perchè l’Europa ha bisogno di una ‘strategia per il cloud’ in grado di rilanciare la produttività e l’innovazione.

Lo ha ribadito, intervenendo al convegno ‘A European Cloud strategy’, il commissario Ue per l’Agenda digitale Neelie Kroes, sottolineando la necessità di puntare sul cloud in un momento in cui c’è bisogno di crescita, posti di lavoro e servizi pubblici efficienti.

 

Il passaggio al cloud è per le aziende un’occasione importante per abbassare i costi legati alle infrastrutture IT. Un risparmio che deriva dalla possibilità di acquistare da terzi le capacità necessarie, senza dover acquistare e mantenere gli impianti.

Una tecnologia perfetta “per diventare più dinamici e competitivi”, ha affermato la Kroes, che si è quindi soffermata sui vantaggi del cloud per il settore creativo, con la possibilità di abilitare la fruizione dei contenuti sempre e da qualsiasi dispositivo e con la garanzia dell’adeguata remunerazione per i creatori.

Allo stesso modo, il cloud può rivoluzionare i servizi pubblici, rendendoli più efficaci ed economici, con un grande vantaggio per le amministrazioni: il governo britannico, ad esempio, conta “di risparmiare il 20% attraverso l’armonizzazione del software col cloud computing”, ha ricordato la Kroes.

E lo stesso può accadere in ambito scientifico, dove il cloud offre la possibilità di conservare, analizzare e condividere l’enorme quantità di dati a disposizione degli studiosi, anche di quelli che lavorano in settori e paesi diversi.

“E’ per questo che diversi centri di ricerca, dal CERN all’Agenzia Spaziale europea, si sono unite per lanciare Helix Nebula“, ha ricordato.

 

Ma perchè la Kreos parla di ‘strategia europea’?

“I vantaggi del cloud, così come quelli del mercato unico, arrivano dalle economie di scala, e se pensiamo in piccolo non arriveranno”, ha sottolineato, spiegando che se i vari Stati chiuderanno le strategie entro i confini nazionali, allora staranno limitando le ambizioni cloud europee.

“In un vero mercato unico – ha detto – aziende e consumatori possono operare a livello europeo e le regole dovrebbero servire a semplificare, sia che si tratti di dati personali, di accordi contrattuali o di qualsiasi altra cosa”.

“In ogni caso – ha aggiunto – muri e limiti nel cloud ci complicherebbero la vita, ci farebbero perdere massa critica e implicherebbero il dover trattare con 27 legislazioni diverse nell’accesso a uno spazio digitale senza soluzione di continuità”.

 

Il messaggio, insomma, è: “evitiamo le fortificazioni nazionali e pensiamo europeo”.

 

Ma perchè, infine, c’è bisogno di una strategia europea?

La Kroes ha spiegato che l’intento della Ue è di evitare un’eccessiva regolamentazione, che limiterebbe l’innovazione e la crescita, quando invece le priorità restano l’accelerazione dell’innovazione e lo stimolo alla domanda.

È essenziale, però, anche evitare la confusione che al momento regna sovrana a causa della divergenza tra le legislazioni dei diversi paesi.

Certo, è ancora presto per dire se al cloud dovranno essere applicate le stesse regole dell’eCommerce in termini di responsabilità dei fornitori di servizi, ma è essenziale fare chiarezza anche per fare in modo che i consumatori si fidino dei servizi ‘sulla nuvola’ e abbiano la possibilità di avere quello che vogliono senza troppe difficoltà.

 

Per questo è anche importante garantire la sicurezza delle reti e la tutela dei dati.

È per questo che l’Europa ha bisogno di una strategia: “per costruire la fiducia e la coesione in un crescente mercato e requisiti comuni potrebbero essere la vera leva di crescita”, ha detto la Kreos.

 

“Il 2012 è l’anno della maturità del Cloud e noi dobbiamo essere pronti. Un vero mercato online darà la spinta che serve alla nostra economia”.

“Il cloud – ha detto infine – dovrebbe accadere con l’Europa, non all’Europa, perciò dobbiamo essere non Cloud-friendly ma Cloud-active. Solo così l’Europa potrà essere d’avanti a tutti”.

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