Europa
Lo spettro radio è una risorsa finita e preziosa di cui la Ue intende massimizzare il valore assicurando che la sua gestione sia armonizzata a livello europeo per garantire il sostegno ai nuovi servizi che su di esso poggiano.
Già oggi, solo in Europa, lo spettro radio supporta 3,5 milioni di posti di lavoro e attività economiche per oltre 250 miliardi di euro all’anno, compresi i servizi a banda larga senza fili.
Intervenendo a Bruxelles alla Spectrum Management Conference, il Commissario Ue per l’Agenda digitale, Neelie Kroes ha sottolineato che il coordinamento del dividendo digitale potrebbe aumentare l’impatto economico dello spettro da uno a tre miliardi di euro all’anno. Allo stesso tempo, la banda larga wireless può svolgere un ruolo importante per rendere ogni europeo digitale, con i dispositivi mobili che rappresentano uno degli strumenti preferiti per l’accesso a internet: “già più di 170 milioni di europei accedono a internet dal telefonino”.
In un anno, il traffico dati è raddoppiato – entro il 2016, sostiene la Kroes potrebbe raggiungere tre trilioni di megabytes al mese – e grazie al passaggio alla Tv digitale si sono liberate nuove porzioni di spettro da destinare ai servizi wireless dal 2013. Entro il 2015, quindi, avremo almeno 1.200 MHz di spettro per questo obiettivo.
Grazie, quindi, all’adozione del Radio Spectrum Policy Programme, sarà possibile migliorare la flessibilità e l’efficienza dell’uso dello spettro, evitando frammentazioni.
Ma l’armonizzazione non è ancora abbastanza, ha aggiunto la Kroes: bisogna liberare altro spettro. “Più facile a dirsi che a farsi perchè lo spettro non cresce sugli alberi. E’ una risorsa unica e finita e perciò dobbiamo essere creativi e innovativi nel cercarlo”.
Ecco perchè serve un inventario dello spettro, come previsto da RSPG: bisogna infatti considerare gli usi attuali, guardare alla domanda futura e cercare di abbinarli.
Ma anche l’inventario, nonostante la sua importanza strategica, non è abbastanza se fatto a livello nazionale: “solo a livello europeo si può avere il quadro completo e fare i conti con le complesse questioni tecniche, economiche e sociali legate alla gestione dello spettro”.
La Kroes propone quindi un “accesso condiviso” allo spettro sia tra gli utenti pubblici e commerciali che tra licenziatari commerciali in diversi settori.
“Si tratta – ha detto – di un’occasione unica. Da un lato, per quelli già in possesso dello spettro ma che non lo utilizzano a pieno: con l’accesso condiviso, potranno monetizzare tale attività. Dall’altro, i potenziali nuovi utenti che con l’accesso condiviso potranno accedere a questa risorsa”.
Ci sarà, ha anticipato, una comunicazione su questo tema.
Alla prossima World Radio Conference, nel 2015, la Ue deve arrivare a parlare con una sola voce in fatto di spettro radio per mostrare ai partner internazionali che non sappiamo soltanto ‘reagire’ ai cambiamenti, ma anche crearli. “Altrimenti nessuno prenderà in considerazione le nostre esigenze, quelle dei cittadini e delle industrie europee”.
E questo non sarà possibile se a quell’appuntamento si arriverà con posizioni frammentate o incompatibili, soprattutto sull’uso della banda 700 Megahertz: “bisogna avere in mente un obiettivo di lungo termine senza mettere a repentaglio i benefici del mercato unico”.
E per farlo è necessario bilanciare gli interessi di due settori: quello del broadcasting e quello dei servizi di diffusione a banda larga senza fili, “abbandonando la vecchia e sterile battaglia Broadcasting versus Broadband”.
Innanzitutto, i costi non devono gravare solo sulle emittenti televisive: “lo spettro sotto 1 Gigahertz è prezioso e gli operatori mobili non possono aspettarsi di ottenerlo gratuitamente”.
Bisogna poi garantire trasparenza ed evitare interferenze e dobbiamo fare in modo che lo spettatore, l’utente, non debba pagare un costo elevato per questi cambiamenti.
“La gente si aspetta di ottenere il massimo dai propri smartphone e tablet. Si aspetta la banda larga veloce in movimento per godere i nuovi servizi online, per quanto affamati di banda larga possano essere. Se non lo facciamo per loro – se non abbiamo fatto il nostro dovere per garantire abbastanza spettro – allora non saranno molto pazienti con noi”, ha affermato ancora, sottolineando che senza un’adeguata politica sullo spettro radio, “soffocheremo l’innovazione e la crescita economica”.
“Ma se ce la faremo – ha concluso – saremo in grado di mettere l’Europa alla guida di una rivoluzione wireless globale”.